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Piazza Affari: 2023 da record (+27,7%), è in vetta all’Europa e tra i migliori listini al mondo 

Con un rialzo del 27,7% sopra i 30mila punti Piazza Affari ha messo a segno una delle migliori performance tra le Borse mondiali – Un anno così non si vedeva dal 2008

Piazza Affari: 2023 da record (+27,7%), è in vetta all’Europa e tra i migliori listini al mondo 

Piazza Affari +2,7% sopra i 30mila punti. Un anno così non si vedeva dal 2008, un’altra era geologica per i mercati di finanziari. Era prima del Covid, prima della crisi del debito, prima che Lehman Brothers sconvolgesse e rivoluzionasse le Borse di tutto il mondo. Oggi Piazza Affari archivia il 2023 con la performance migliore d’Europa (indice Eurostoxx 50 a +19%) e con una delle migliori al mondo insieme al Nasdaq e alla Borsa di Tokyo, nonostante la crescita sempre più lenta e le vicissitudini europee legate al Mes e al Patto di Stabilità. E non poteva che essere così per una borsa a trazione bancaria (pesano oltre il 20% del listino), spinta al rialzo dalla performance dei titoli finanziari e delle altre Big come Leonardo, Stellantis, Enel ed Eni. 

Il 2023 di Piazza Affari: Ftse Mib +27,7% ai massimi dal 2008, capitalizzazione a 761 miliardi

Alla fine dell’ultima seduta del 2023 il Ftse Mib segna 30.351 punti base, livello massimo annuale, il più elevato dal giugno del 2008. In termini percentuali il rialzo è del 27,69% rispetto ai 24.158 punti del 2 gennaio 2023. In pochi avrebbero immaginato un anno così dopo il 2022 da incubo, quando la Borsa di Milano aveva registrato la peggior performance dal 2018. 

Sono i dati di fine anno di Borsa italiana, che sottolinea anche l’ottima prestazione dell’indice Ftse Italia All Share registra un aumento del 26,03%. Rialzo a doppia cifra anche per l’indice delle Mid Cap (+13,53%), seguito dallo Star (+4,1%) e dalle Small Cap (+2,86%). In negativo (-9,55%) il Ftse Italia Growth.

Andando avanti coi dati, a fine anno la capitalizzazione complessiva delle società quotate sui listini di Piazza Affari si attesta a quota  761 miliardi di euro, pari al 39,4% del Prodotto interno lordo italiano, contro i 626 miliardi del 2023 (33,9% del Pil). 

Sotto il profilo degli scambi, la situazione è rimasta sostanzialmente stabile, con una media giornaliera di circa 2,3 miliardi di euro e una media di oltre 270.000 contratti. Complessivamente sono stati scambiati oltre 68 milioni di contratti e un controvalore di 576 miliardi di euro. Il massimo giornaliero per contratti è stato raggiunto il 13 marzo con 522.384 contratti scambiati e per controvalore il 30 novembre con 6 miliardi di euro. 

Positivi anche i dati relativi al numero di nuove Ipo. Nel 2023, infatti, sui mercati di Borsa Italiana si sono registrate 39 nuove ammissioni, con 36 Ipo (Offerta pubblica iniziale), di cui 32 sul listino delle piccole, l’Euronext Growth Milan, e 4 su quello principale dove spiccano il ritorno di Lottomatica e il dual listing di Ferretti. L’Euronext Growth Milan, in particolare, batte addirittura l’Aim londinese e contribuisce a fare di Piazza Affari il terzo mercato europeo per raccolta dietro Bucarest e Francoforte, con 1,56 miliardi raccolti.

Andando avanti coi dati, cinque sono stati, invece, gli spostamenti dall’Egm al mercato principale, 26 i delisting e 20 le opa per un controvalore di circa 923 milioni. Numeri che si confrontano con le 19 Opa del 2022, anno in cui i deflussi erano stati pari a 2,94 miliardi. Nell’ultimo anno, infine, sono stati 12 gli aumenti di capitale. 

Piazza Affari tra i migliori listini del mondo

Con il suo +28% Piazza Affari registra la migliore performance tra le maggiori piazze finanziarie d’Europa trainata dalle banche, ma anche da auto e difesa. Nel resto d’Europa, infatti, le percentuali sono positive, ma molto distanti: Madrid (+22,76%), Francoforte (+20,3%), Parigi (+16,52%), Amsterdam (+14,2%),  Zurigo (+3,81%), Londra (+3,78%).

La prestazione di Piazza Affari supera addirittura quella del Dow Jones (13,4%) e dello S&P 500 (+24%). Gli unici a fare meglio? L’inarrivabile Nasdaq (+43%) e la Borsa di Tokyo, che a fine anno ci batte di un soffio e segna +28,2% ai massimi dal 1989. 

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