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Piano auto: dagli incentivi per l’elettrico ai contratti, in arrivo misure per 1,5 miliardi

Allo studio del Governo un piano per risollevare il comparto auto alle prese con una profonda crisi. I sindacati: “73mila posti a rischio”. Ecco le misure sul tavolo

Piano auto: dagli incentivi per l’elettrico ai contratti, in arrivo misure per 1,5 miliardi

Il Governo prepara un piano di sostegno per il settore auto alle prese con una profonda crisi che rischia di far saltare nei prossimi anni oltre 70mila posti di lavoro. In arrivo nuovi incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, ma anche nuovi contratti di sviluppo e accordi di innovazione. Tutti temi al centro dell’incontro tenutosi ieri, mercoledì 9 febbraio, a Palazzo Chigi tra i ministri competenti del Governo Draghi. Scopo della riunione è stato appunto quello di individuare un pacchetto di misure di supporto all’industria automobilistica da inserire in un decreto che potrebbe arrivare la prossima settimana sul tavolo del consiglio dei ministri. 

I problemi del settore auto

Il 2021 è stato un anno difficilissimo per il comparto auto europeo. Agli ostacoli dovuti alla pandemia si è aggiunta la crisi internazionale dei chip. Il risultato è stato un calo del 2,4% delle vendite di auto nuove nella Ue rispetto al 2020, mentre rispetto al 2019, periodo pre-pandemia, nell’Europa Occidentale il ribasso è stato addirittura del 25,5%. L’Italia, purtroppo, non ha fatto eccezione: il 2021 per il nostro Paese si è chiuso con il 23,9% in meno di immatricolazioni rispetto al 2019. 

Partito male anche il 2022: a gennaio, secondo i dati del ministero dei Trasporti italiano, sono state immatricolate 107.814 auto, con un calo del 19,7% sullo stesso mese del 2021.

Dati che non possono più essere ignorati, tanto più se si tiene conto delle sfide importanti che dovranno essere affrontate in vista del 2035, anno a partire dal quale in tutta l’Unione Europea non si potranno più produrre auto benzina e diesel. C’è inoltre un altro problema – non di poco conto – a cui l’Italia dovrà porre rimedio. Lo ha più volte denunciato il ceo di Stellantis, Carlos Tavares: nel nostro Paese i costi di produzione negli stabilimenti per unità assemblata sono molto più alti rispetto alle fabbriche presenti in altri Stati europei, nonostante il costo del lavoro sia significativamente più basso.

L’allarme dei sindacati del comparto auto

Lunedì 7 febbraio Federmeccanica, insieme a Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto al Governo “un incontro urgente per valutare assieme le condizioni e le possibili iniziative da attivare” sul settore automotive. “Il rischio di deindustrializzazione di un settore chiave dell’economia italiana – hanno sottolineato i sindacati – è concreto. Occorre mettere in campo tutte le azioni difensive necessarie e guardare soprattutto all’opportunità di rilancio e sviluppo del settore”.

Secondo le imprese e le associazioni di categoria, infatti, senza interventi mirati, in Italia potrebbero saltare 73mila posti di lavoro, di cui 63mila nel periodo 2025-2030. “Già oggi i dati sull’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali forniti dall’Inps indicano la tendenza: nel 2019 sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60″, sottolineano

Il piano auto del Governo Draghi

Mercoledì, una riunione durata circa un’ora e mezza e presieduta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Garofoli alla presenza i ministri Daniele Franco, Enrico Giovannini, Giancarlo Giorgetti e Roberto Cingolani, ha cercato di fare il punto sulla questione. Tema centrale: i provvedimenti da intraprendere per varare una “strategia comune” in grado di evitare il collasso del settore auto. 

Sul tavolo, secondo le prime indiscrezioni, ci sarebbe un piano da circa un miliardo e mezzo di euro contenente incentivi per l’acquisto di auto elettriche, ma anche una serie di misure volte ad aiutare l’industria auto: contratti di sviluppo, accordi di innovazione, provvedimenti per il trasferimento tecnologico, fondi Pnrr su ricerca e Ipcei, progetti di comune interesse europeo, interventi sugli ammortizzatori sociali. 

In agenda ci sarebbero già altre riunioni volte a definire i dettagli del piano. L’obiettivo è quello di chiudere nel più breve tempo possibile e agire per risollevare uno dei settori chiave dell’economia italiana.

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