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Il petrolio frena, Sos delle banche su Bitcoin

I forti ribassi dei prezzi petroliferi pesano sulle Borse ma l’aumento dello shale gas americano conta di più delle tensioni su Gerusalemme capitale – La corsa della moneta virtuale non si ferma più e le banche più importanti lanciano l’allarme – In porto a fatica l’aumento di Banca Carige

Il petrolio frena, Sos delle banche su Bitcoin

L’ombra di Gerusalemme, il calo del petrolio (pesa di più il boom della produzione Usa delle tensioni in Medio Oriente) ma anche delle altre materie prime, colpite dai segnali di rallentamento dell’economia cinese, le prese di beneficio dopo l’euforia scatenata dall’annuncio della riforma fiscale Usa. Diversi fattori servono a spiegare la momentanea incertezza dei listini che emerge dall’andamento del mercato delle obbligazioni a una settimana dall’aumento dei tassi Usa.

Continua a salire, in attesa delle decisioni della Fed, il rendimento del Treasury Bill a due anni, arrivato sui massimi degli ultimi 11 anni a 1,80%. Ma non sale, anzi scende, il rendimento del Treasury Bill, a 2,34%. Ne consegue che la curva dei rendimenti è sempre più piatta, il differenziale tra due anni e dieci anni è a 54 punti base, minimo degli ultimi dieci anni a conferma che i mercati stentano a credere ad un aumento dell’inflazione.

SI RISOLLEVA TOKYO, ANCORA DEBOLI I LISTINI CINESI

Meteo Borsa segnala contrasti sull’orizzonte dei mercati. Tokyo si avvia a chiudere in rialzo, in ripresa dopo quattro sedute consecutive di ribasso, ieri è stata la peggior seduta da marzo. L’indice Nikkei sale dell’1%.
I mercati azionari della Cina sono deboli, Hong Kong è sulla parità (ma rimbalzano Tencent +3,9% e AAC +2,5%, il fornitore di Apple) , arretrano i listini di Shanghai e Shenzen: CSI 300 -1%, sui minimi dell’ultimo mese e mezzo. Le Borse della Cina sono salite sui massimi di periodo in prossimità del Congresso del Partito Comunista, da lì in avanti, anche se c’è stata la conferma degli attuali assetti istituzionali e politici, c’è stata una correzione. La Borsa della Corea del Sud è in calo dello 0,3%.

AUMENTA LA PRODUZIONE DI SHALE OIL, SCORTE USA AL TOP

Seduta senza storia sui listini Usa. L’indice Dow Jones arretra dello 0,16%, quasi piatto l’S&P (-0,01%). Recupera il Nasdaq (+0,21%), grazie al rimbalzo attorno all’1% di Microsoft, Facebook e Alphabet dopo due giorni in profondo rosso.

In forte ribasso i prezzi del petrolio. Brent -2,6% a 61,2 dollari il barile sotto la pressione dell’aumento delle scorte di benzina degli Stati Uniti, molto più di quel che si aspettavano gli analisti: +6,7 milioni di barili. La produzione di petrolio degli Stati Uniti è arrivata a 9,70 milioni di barili al giorno, livello mai visto nella storia. Siamo alla settima settimana consecutiva di aumento della produzione.

Il petrolio pesa sui prezzi degli energetici: Schlumberger, Exxon e Chevron hanno perso tra lo 0.6 e il 2.17%. A Piazza Affari in ribasso dello 0,5% Eni e Saipem. Tenaris invariata.

LA MONETA VIRTUALE NON SI FERMA PIÙ

Continua intanto la folle corsa del Bitcoin arrivato a 14.000 dollari. Le banche più importanti, attraverso la Fia (Futures Industry Association), hanno messo in guardia contro rischi presentati dal prossimo avvio degli scambi sulla moneta virtuale al Cme, il Chicago Mercantile Exchange: “Non siamo in grado di gestire in materia trasparente l’ingresso del Bitcoin in un listino regolato”.

PIAZZE EUROPEE IN ROSSO. JUNCKER LANCIA UN PIANO PER LA UE

Giornata di ribassi sulle Borse europee, intimorite dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. I listini però, hanno parzialmente recuperato nel finale, grazie alla forza del dollaro sull’euro. Milano, già distratta dalla festa di Sant’Ambrogio, lascia sul terreno lo 0,49%, indice Ftse Mib a 22.307 punti. Deboli anche Francoforte (-0,38%) e Madrid (-0,3%). Quasi in pari Parigi (-0,02%) dopo aver recuperato nel finale.

Bene solo Londra: Ftse100 +0,28%. L’euro si apprezza leggermente sulla sterlina, a 0,882. Nelle prossime 24 ore, Theresa May dovrebbe presentare all’Irlanda ed all’Unione Europea, una nuova proposta di regolamentazione della frontiera, dopo che il precedente piano era stato respinto dai partiti unionisti dell’Irlanda del Nord.

La Commissione europea ha proposto di creare un fondo della zona euro per aiutare i paesi a fronteggiare crisi economiche che non dipendono da loro, a sostenere gli investimenti e dare incentivi in contanti per le riforme strutturali finalizzate all‘adozione della moneta unica. La Commissione ha proposta anche la creazione di un ruolo di ministro dell‘Economia e delle Finanze da novembre 2019 e di trasformare nel 2019 il fondo di salvataggio della zona euro in una istituzione Ue, il fondo monetario europeo, sotto la supervisione del Parlamento Europeo e che sarebbe un backstop per il fondo di risoluzione da 60 miliardi di euro.

Immediata la frenata della Germania. Berlino non ritiene che il vertice Ue sul futuro della zona euro in agenda questo mese produrrà delle decisioni. Lo ha detto Peter Altmaier, il ministro delle Finanze tedesco ad interim, aggiungendo di non essere convinto della necessità di creare nuove riserve finanziarie a livello europeo, come proposto dalla Commissione Ue.

Debole il mercato del debito, condizionato dal cross dollaro/euro, scivolato sotto quota 1,18. Torna a dominare un clima di generale avversione al rischio che favorisce gli acquisti sui governativi tedeschi.

BOND, VANNO DI MODA PORTOGALLO E GRECIA

Lieve risalita, di riflesso, dei rendimenti dei Btp. Lo spread Italia/Germania viaggia a 143 (contro 140 di martedì). Il Btp agosto 2027 – scivolato in mattinata fino a 1,68%, minimo da inizio novembre 2016 – paga alla fine 1,726%. Tengono decisamente meglio di Btp e Bono spagnoli i benchmark greci e quelli portoghesi. Il rendimento del 10 anni ellenico è scivolato fin sotto 5%, ai minimi degli ultimi otto anni.

L’obbligazionario portoghese beneficia invece dell’ultima operazione di riacquisto da circa un miliardo perfezionata ieri che consente a Lisbona di estendere la vita media del debito e risparmiare sul costo degli interessi. In occasione del collocamento di martedì prossimo 12 dicembre – ultima asta a valuta 2017 – il ministero dell‘Economia metterà a disposizione degli investitori 4,75 miliardi di euro di Bot a 12 mesi, importo identico ai fondi in scadenza.

MISSIONE DI RIDUZIONE DEL DEBITO PER TELECOM ITALIA

A Piazza Affari ha brillato finalmente la stella di Telecom Italia (+3,3%), miglior blue chip di giornata all’indomani del consiglio di amministrazione. Amos Genish ha ribadito l’obiettivo di ridurre il rapporto debito/ebitda a 2,7 volte: “Entro la fine del 2018, le agenzie di rating dovrebbero guardare in modo positivo per portarci a un rating investment grade”. Il cda fiume che si è svolto a Roma il management ha anche dato il via libera a proseguire le trattative con Mediaset per un nuovo accordo pluriennale sui contenuti (film, serie tv, notizie) che potrebbe essere attivo già nel 2018 ma anche su quel che resta della stagione primaverile della Serie A, della Uefa Champions League 2018 e di altri eventi calcistici internazionali offerti da Premium. La società, infine, ha comunicato che valuterà, nei prossimi due-tre mesi, l’eventualità di scorporare la rete, come da richiesta delle istituzioni. Stamattina Mediobanca ha ritoccato il target price a 1,34 euro da 1,30 euro. Confermato il giudizio Outperform.

Mediaset -0,3%. L’accordo con Telecom Italia dovrebbe chiudersi su cifre superiori a 400 milioni spalmati su 5-6 anni.

STOP ALLE VENDITE DEL LUSSO SU AMAZON, AVANZA YOOX

Tra i titoli al top figura anche Yoox (+3,03%), galvanizzata dalla decisione della Corte europea che ha stabilito che i brand del lusso possono impedire ai retailer di vendere i loro prodotti su piattaforme web terze come Amazon o eBay per proteggere la loro immagine. Inoltre, Deutsche Bank ha confermato sul titolo la raccomandazione buy.

La maglia nera di giornata tocca invece a Stmicrolectronics (-3,73 a 18,08 euro), alla seconda settimana di pesanti realizzi, come sta accadendo ai titoli legati al comparto dei semiconduttori già protagonisti di un robusto rialzo (la società guidata da Carlo Bozotti vanta ancora un rialzo del 66% da inizio anno). Lo Stoxx europeo venerdì scorso ha chiuso la peggior settimana dell’anno con una perdita del 5%. Anche a Wall Street, l’indice Sox del settore semiconduttori ha perso oltre il 6% nell’arco della settimana, peggior bilancio del 2017.

LA COMMISSIONE SENTIRÀ GHZZONI (E GLI ALTRI)

Giornata in rosso per i finanziari. Il paniere dei titoli bancari ha lasciato sul terreno lo 0,76%. La Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche ha deciso di procedere all’audizione dell’ex amministratore delegato di UniCredit, Federico Ghizzoni. Ma davanti ai parlamentari, che rinunceranno alle vacanze di Natale, sfileranno anche i vertici delle banche venete ora indagati dalla magistratura, il governatore del Veneto Luca Zaia, i ministri dell’economia dal 2011 a oggi, ma anche la commissaria europea al mercato Margrethe Vestager e il membro della Vigilanza bancaria europea Ignazio Angeloni.

In serata sono stati comunicati i risultati dell’aumento di capitale (560 milioni) di Carige (-0,99%). Gli azionisti hanno sottoscritto solo il 66% dell’offerta, ma sull’inoptato si aprirà il paracadute definito alla vigilia dell’operazione. Circa 46 milioni saranno infatti coperti da Intesa Sanpaolo Vita, Generali e UnipolSai che hanno scelto di convertire in equity parte dei bond subordinati. Altri 120 milioni arriveranno dai soggetti industriali che hanno siglato accordi per l’acquisto di asset dell’istituto. Nell’asta dell’inoptato interverranno infatti Credito Fondiario, Sga e Chenavari Investment Managers, il fondo che si è aggiudicato la controllata Creditis. Dagli investitori istituzionali e retail sono stai raccolti circa 200 milioni, altri 130 dai soci storici (Malacalza, Spinelli, Volpi, Coop Liguria). con soggetti

Giù le altre banche: Banco Bpm-1,7%, Ubi Banca -1,1%, Bper Banca -1,3%, Mediobanca -1,5%. In calo anche i Big: Unicredit -0,76%, Intesa -0.93%. Segno meno per le assicurazioni: Generali -0,53%, Ugf -1,3%, UnipolSai -1,03%. Perde colpi anche il risparmio gestito: Banca Generali -1,83%, Finecobank -1,12%.

UTILITIES, CRESCE IREN

Tra le utility spicca Iren (+4,58%) vicina all’acquisto d Acam La Spezia. Equita Sim, ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 2,9 euro. In terreno positivo Terna (+0,2%), Enel (+0,1%) ed Italgas (+0,4%).

Dopo due sedute in sofferenza a seguito dell’annuncio dell’acquisizione di General Cable, Prysmian ha ritrovato il segno più: +0,93%.

Orizzonti Sistemi Navali, la società mista costituita al 51% da Fincantieri (+3,7% ai nuovi massimi) e al 49% da Leonardo +0,91% potrebbe essere il veicolo di un’alleanza nel settore militare con la francese Naval Group. E’ la proposta avanzata da Alessandro Profumo.

Campari +0,9%. In una nota sul comparto europeo del beverage JP Morgan ha confermato la raccomandazione neutral sul titolo, con prezzo obiettivo posto a 6,5 euro.

PASSO FALSO DELLA ROMA

De Longhi +2,45% promossa da Kepler Cheuvreux da hold a buy, con prezzo obiettivo che sale da 27 a 29 euro.

Gamenet +1,5% nel giorno del debutto in Piazza Affari.

Sprofonda il titolo dell’As Roma (-17,46%). La speculazione si ritira dopo due notizie positive: il passaggio del turno in Champions League e l’approvazione del progetto del nuovo stadio.

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