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Petrolio e banche mandano ko le Borse e Piazza Affari perde più del 3% e loa Ferrari quasi il 10%

Continua senza sosta il calvario delle piazze azionarie: la peggiore è Milano che lascia sul campo oltre il 3,05% – Crolla la Ferrari – Molto pesanti i ribassi di Carige, Mps e Saipem – Male Bper e Stm – Tra i titoli maggiori solo Atlantia sopra la parità – Fatali la nuova discesa del prezzo del petrolio e la generale debolezza delle banche

Petrolio e banche mandano ko le Borse e Piazza Affari perde più del 3% e loa Ferrari quasi il 10%

E’ ancora crollo petrolio. Chi sperava con i recenti rimbalzi che si fosse toccato il fondo del barile deve invece fare i conti con il Wti che anche oggi cede oltre il 4% a 30,34 dollari al barile e il Brent il 3,53% a 30,03 dollari.

Il Wti cerca di difendere la soglia psicologica dei 30 dollari al barile, nonostante un passaggio in intraday al di sotto di questo livello, ma ha già quasi del tutto annullato i guadagni degli ultimi tempi innescati dalle indiscrezioni legate a un accordo dei produttori Opec per un taglio della produzione. Allo stesso tempo, il calo del petrolio incide sui conti dei Big del settore. Dopo l’annuncio di Vallourec sono i conti di Bp che ha registrato nel quarto trimestre dell’anno un calo dell’utile del 91% a 196 milioni di dollari contro i 2,24 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. L’intero 2015 si è chiuso con un rosso di 6,48 miliardi.

I petroliferi zavorrano così i listini mondiali, con l’Europa che allarga i ribassi sulla scia dell’andamento di Wall Street. Il Ftse Mib ha chiuso in calo del 3,05%, peggior listino europeo, Parigi -2,47%, Londra -2,28% e Francoforte -1,97%. In mattinata invece l’Asia ha rimbalzato Shanghai (+2,29%), dopo che la Banca centrale di Pechino ha iniettato altri 100 miliardi di yuan con operazioni a breve termine. Il Dow Jones alla chiusura dell’Europa cede l’1,22% e l’S&P500 l’1,16%. Exxon perde l’1% in scia ai conti del trimestre che si è chiuso con un calo dell’utile del 58% a 2,8 miliardi, il peggior risultato dal 2002.

Sul fronte macroeconomico, in Europa sono stati diffusi i dati sulla disoccupazione che ha registrato un nuovo calo. In Italia l’Istat ha comunicato che a dicembre la disoccupazione in Italia è tornata a crescere di 0,1 punti percentuali, attestandosi all’11,4%. Nell’intero 2015, però, è calato il numero complessivo dei disoccupati in Italia (-8,1%). Sul fronte Brexit, Cameron ha riferito che le proposte della Ue per evitare l’uscita della Gran Bretagna contengono “progressi reali”, ma “c’è ancora del lavoro da fare”.

A Piazza Affari soffre Eni, -4,79%, colpita anche dall’agenzia di rating S&P che ha posto sotto osservazione la società, insieme ad altri quattro gruppi petroliferi, per eventuale cambio del rating. In particolare si tratta di Bp, Repsol, Statoil e Total. La decisione è prevista due settimane dopo la pubblicazione dei risultati 2015. Sempre lunedì l’agenzia ha inoltre tagliato il rating di Royal Dutch Shell da ‘AA-‘ ad ‘A+’. Crollano ancora i diritti dell’aumento di capitale di Saipem -21,52%, peggior titolo del Ftse Mib.

Giù anche i titoli finanziari che risentono anche della questione bail in. Tra i peggiori del Ftse Mib, Bmps -8,24% e Bper -6,28%. Unicredit -3,24%, Ubi -5,21%, Intesa -3,43%. Vendite anche su Banco Popolare -1,66% e Bpm -5,53% sotto riflettori per l’M%A. Lo spread sale a 118 punti base, +5 punti, e rendimento all’1,5%

Raffica di vendite su Ferrari -9,59% che è finita anche in asta volatilità dopo gli attesi conti e le stime del 2016. Tra le peggiori blue chip Stm -5,84%.

Solo Atlantia chiude positivo sul Ftse Mib, guadagnando lo 0,4%. Riflettori su Banzai che chiude ribasso dello 0,88%, nonostante possibile interesse di Mondadori.

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