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Periferie urbane: Cdp anticipa i fondi per il progetto Piano

La Cdp destinerà fondi per il progetto del senatore a vita Renzo Piano di riqualificazione delle periferie. Governo e Parlamento mettono a disposizione 3,8 miliardi, di cui provenienti 2,1 dallo Stato, il resto da privati. Cdp anticipa le risorse. Una apposita Commissione vaglierà i progetti

Periferie urbane: Cdp anticipa i fondi per il progetto Piano

La strada intrapresa sembra quella giusta. L’affrancamento delle periferie italiane dal degrado ambientale e dall’arretratezza dei servizi sta prendendo corpo. Con gradualità. Oltre ai lavori di una speciale Commissione parlamentare che sta visitando le metropoli, l’idea del senatore a vita Renzo Piano, condivisa dal governo, beneficia ora anche di fondi della Cassa Depositi e Prestiti. E’ partito il “Prestito Riqualificazione Periferie Urbane” che sostiene gli investimenti programmati su progetti definiti o in via di definizione.

E’ la prima volta che governo e Parlamento si fanno carico, in maniera organica di una grande opera di restyling di perimetri urbani, Nei fatti sub metropoli. Non solo Scampia di Napoli e lo Zen di Palermo – per ricordare i più noti- ma 120 quartieri entrati in un elenco di Palazzo Chigi con una buona dotazione economica. Renzi prima e Gentiloni dopo, hanno stanziato 3,8 miliardi di euro, di cui 2,1 con risorse statali e il resto in arrivo da soggetti privati. Anche Cdp apre la sua borsa con prestiti utili ad avviare in tempi rapidi le opere. In pratica si anticipano le risorse statali. Dovranno cambiare volto le periferie, presentando nel giro di qualche anno aree attrezzate, biblioteche, nuove scuole, palestre, centri educativi e di tempo libero. Piano ha concepito il macrodisegno, constatando l’arretratezza di aree popolate da centinaia di migliaia di persone. I fenomeni di criminalità e marginalità , che hanno finito per caratterizzarle, sono conseguenti ad errori di progettazione urbanistica e di programmazione sociale. Tanto a destra che a sinistra sono in corso dibattiti “revisionisti” su quello che è stato fatto in anni lontani.

Gli aspetti ambientali – nonostante la buona volontà di nuovi amministratori locali – danno la cifra del livello di abbandono. Uno stato delle cose che la Commissione parlamentare sta verificando per arrivare ad una relazione di sintesi da presentare in Parlamento, entro fine legislatura. Il tempo a disposizione non è tanto. Le operazioni di accredito dei fondi e del reale utilizzo fanno i conti con la domanda che arriva dalle periferie. In campo, da tempo, ci sono organizzazioni di volontariato e di partenariato sociale che hanno bisogno dei soldi. Nel disegno generale, la gradazione degli interventi dei privati toccherà principi di rigenerazione urbana con la creazione di strutture e servizi in grado, almeno sulla carta, di creare nuove occupazione e redditi. Nel recente incontro della Commissione parlamentare con le istituzioni palermitane, è stata presentata la lista di cose utili da fare per dare concretezza alle idee. Il rischio da scongiurare è la burocrazia. Quel sottile nemico che unito alla sottovalutazione del problema, ha prodotto isolamento, abbandono , lacerazione sociale, sfiducia in chi governa .

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