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Per la Tasi ancora in bilico il rinvio della prima scadenza del 16 giugno

Si cerca una soluzione per il caos della Tasi, minacciosamente vicino via via che si riducono i giorni mancanti per la scadenza del 16 giugno. Il Governo vorrebbe un rinvio generalizzato. Ma i Comuni, rappresentati dall’Anci, non intendono accettarla, poiché vedrebbero mancare nelle loro casse la liquidità attesa per fare fronte alle uscite correnti.

Per la Tasi ancora in bilico il rinvio della prima scadenza del 16 giugno

Nessuno era riuscito ad apprezzare quanto fossero razionali e semplici le regole del Fisco erariale (sic!), finché non si è visto quanto possano essere astruse, contorte e disagevoli quelle della fiscalità locale. E ogni anno sembra andare peggio.

Dopo avere assistito l’anno scorso alla farsa dell’Imu sull’abitazione principale e dintorni, ed essere riusciti a decifrare faticosamente il nuovo assetto fondato sulla Iuc (uno strano tributo unico, non tributo), ecco avvicinarsi la prima scadenza per la Tasi. A poco più di un mese dall’appuntamento, solo il 10% dei Comuni ha adottato le delibere necessarie per stabilire quanto devono pagare i proprietari di aree edificabili e fabbricati nonché i conduttori, tra cui anche i locatari, chiamati a sopportare una parte (variabile da Comune a Comune) del nuovo tributo, introdotto per finanziare i servizi locali indivisibili (per esempio, illuminazione pubblica, manutenzioni stradali ecc.).

E se una parte degli enti locali potrebbe rimediare alla mancanza, affrettandosi a deliberare entro pochissimi giorni, per una metà circa degli ottomila Comuni italiani ciò risulterà impossibile, poiché interessati dalla prossima scadenza elettorale di rinnovo dei consigli comunali. In ogni caso, i cittadini (e i professionisti e Caf loro consulenti) dovrebbero fare i conti con la difficoltà di reperire le delibere dei Comuni sui siti web ove dovrebbero essere disponibili dal 3 giugno, considerando i giorni festivi precedenti.

Tra altro, già attualmente le regole contemplano modalità diverse di adempimento tra i proprietari delle abitazioni principali e quelli delle altre abitazioni, in funzione della pubblicazione o meno delle delibere sul sito ufficiale del ministero dell’Economia e delle finanze, sul quale, attualmente, solo 514 Comuni hanno inserito i loro regolamenti sulla Tasi.

Governo e Comuni stanno cercando una soluzione al problema, su versanti contrapposti. Il Governo (curiosamente guidato da due ex sindaci come Matteo Renzi e Graziano Delrio, quest’ultimo anche recente presidente dell’Anci, l’associazione del Comuni) preme per la soluzione di un rinvio, anche con l’occhio all’imminente tornata elettorale. Per cui, la soluzione intende definirla entro il prossimo week end. Ma i sindaci, con in testa l’attuale presidente dell’Anci, Piero Fassino, chiedono in cambio un’anticipazione di cassa di due miliardi di euro, per non restare con le casse vuote dalla metà di giugno fino al momento in cui potranno incassare la prima rata della Tasi. Sulla sfondo, il rischio di un compromesso “pasticciato”, che preveda scadenze diverse Comune per Comune, secondo la situazione locale delle deliberazioni. Sarebbe un altro tassello del caos finanza locale.

In attesa di sapere quale soluzione sarà escogitata, ecco il quadro generale dell’imposizione locale, come delineata dalla farraginosa legislazione completata (per il momento) con la legge di conversione del decreto legge 16/14 pubblicato nella “Gazzetta Ufficiale” dello scorso 5 maggio.

Iuc

La Iuc è la nuova Imposta unica comunale, in vigore dal 2014, che comprende tre diversi tributi. In realtà, la Iuc ha una funzione, per se stessa, più simbolica che sostanziale, poiché i tributi realmente dovuti sono i tre che la compongono: l’Imu, la Tasi e la Tari. Con il nome e a titolo di Iuc nulla è dovuto. Ciò che va pagato non è mai la Iuc, bensì sono, per chi vi è via via obbligato, l’Imu, la Tasi e la Tari.

La Iuc contiene una parte propriamente patrimoniale, rappresentata dall’Imu, e una parte rappresentativa della fruizione dei servizi comunali, costituita da Tari e Tasi.

Il criterio generale è che l’Imu la pagano i proprietari dei terreni, delle aree fabbricabili e delle abitazioni non principali. La Tasi la pagano tutti i proprietari di aree edificabili e fabbricati (anche di abitazioni principali), ma la pagano anche gli occupanti delle abitazioni. La Tari la pagano solo gli occupanti.

Anche sotto l’aspetto procedurale, non esiste un tributo unico. Le scadenze di pagamento, infatti, sono quelle dell’Imu e della Tasi, da un lato, nonché della Tari, dall’altro. Anche la modulistica per la dichiarazione è diversificata, poiché la dichiarazione Imu va eseguita su modelli ministeriali, mentre le dichiarazioni Tasi e Tari su moduli comunali. Solo la scadenza per la presentazione delle dichiarazioni è comune per i tre tributi e coincide il 30 giugno.

Imu

Si paga su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli ed è dovuta dal proprietario o da chi vanta diritti reali di godimento. La base imponibile si determina a partire dalla rendita catastale dell’immobile, rivalutata, che va moltiplicata per i coefficienti stabiliti per ciascuna tipologia di immobile. Per le aree fabbricabili, l’imponibile da considerare è il valore di mercato del bene.

L’aliquota base è del 7,6 per mille, ma i Comuni possono variarla dal minino del 4,6 per mille al massimo del 10,6 per mille.

Si paga in due rate, con scadenza al 16 giugno e al 16 dicembre.

L’Imu non è dovuta sulle abitazioni principali non di lusso e su quelle a esse assimilate per legge o per regolamento comunale (come quelle date in comodato a parenti stretti). Non è dovuta neppure sugli alloggi sociali, sugli immobili adibiti a ricerca scientifica degli enti non commerciali e sui beni merce delle imprese costruttrici.

Tasi

E’ la nuova imposta sui servizi indivisibili, destinata a finanziare le spese dei Comuni per la manutenzione delle strade e l’illuminazione pubblica. Si applica sui fabbricati, compresa l’abitazione principale, e sulle aree fabbricabili, così come definiti ai fini dell’Imu. La base imponibile si determina con le stesse regole dell’Imu. Sono soggetti passivi della Tasi i proprietari e i detentori (quindi, anche gli inquilini) degli immobili. L’aliquota base è dell’1 per mille, la massima va determinata dai Comuni in modo che la somma di Tasi e Imu non superi il 10,6 per mille.

Si paga con scadenze 16 giugno e 16 dicembre. Per la prima casa la Tasi si paga tutta entro il 16 dicembre, a meno che il Comune non abbia pubblicato la delibera sulle aliquote entro il 31 maggio.

Per il 2014 la Tasi non può superare il 2,5 per mille. I Comuni possono aumentare, però, di un altro 0,8 per mille se introducono agevolazioni per l’abitazione principale tali da equiparare il carico della Tasi a quello dell’Imu sull’abitazione principale.

Tari

La Tari ha sostituito i precedenti prelievi per lo smaltimento dei rifiuti, con i diversi nomi di Tarsu, Tares, Tia ecc.. Si applica su tutti gli immobili suscettibili di produrre rifiuti urbani. Sono esenti le superfici che producono rifiuti speciali. Sono esenti anche le aree scoperte pertinenziali.

La Tari è composta di una quota fissa e di una variabile. La quota fissa va a copertura dei costi fissi del servizio. La quota variabile per la fruizione del servizio da parte del contribuente. Le utenze domestiche pagano in funzione dei metri quadrati e del numero dei componenti il nucleo familiare. Le altre utenze pagano in funzione dei metri quadrati e degli indici medi di produttività dei rifiuti.

Si paga alle scadenze stabilite dai Comuni, che devono assicurare, comunque, almeno due rate semestrali.

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