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Pensioni anticipate con tagli dell’assegno legati al reddito

L’intervento vedrà la luce solo con la nuova legge di Stabilità, ma il Governo potrebbe chiudere la partita a breve – L’obiettivo è consentire di andare in pensione con un anticipo fino a 3 anni: in cambio, bisognerà accettare un taglio dell’assegno che sarà graduato in base al reddito – Novità in arrivo anche per previdenza complementare e lavori usuranti.

Pensioni anticipate con tagli dell’assegno legati al reddito

Non sarà una vera riforma delle pensioni, ma il governo sta mettendo a punto un piano per aumentare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, correggendo in parte le rigidità della legge Fornero. L’intervento vedrà la luce solo in autunno, con la nuova legge di Stabilità, ma i tecnici dell’Esecutivo, coordinati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, sembrano aver già stabilito alcuni punti fermi.

USCITA ANTICIPATA E PENALIZZAZIONE

L’obiettivo principale è permettere di andare in pensione con un anticipo di massimo tre anni rispetto ai requisiti di legge. In cambio, i lavoratori dovranno accettare un taglio dell’assegno previdenziale che sarà pari a una percentuale fissa per ogni anno di anticipo. La penalizzazione, però, non sarà uguale per tutti, ma graduata a seconda del reddito. A livello tecnico, la riduzione dovrebbe essere applicata solo alla parte retributiva del montante contributivo, poiché quella contributiva già prevede un meccanismo implicito di penalizzazione per chi si ritira in anticipo.

LE COPERTURE

Quanto alle coperture, si va verso un modello misto. L’impatto sulle casse pubbliche si aggira intorno al miliardo di euro e lo Stato dovrebbe intervenire solo in favore dei disoccupati. Negli altri casi il finanziamento sarebbe a carico delle banche private, con una sorta di prestito ponte che poi verrebbe recuperato attraverso mini-rimborsi Inps con trattenute sulla pensione. Lo schema del provvedimento dovrebbe essere pubblicato dal Governo entro maggio.

PREVIDENZA INTEGRATIVA

Oltre alla misura sulla flessibilità in uscita – che potrebbe scongiurare anche l’ottava salvaguardia per gli esodati –, il pacchetto di interventi dovrebbe comprendere anche novità sulla previdenza integrativa, che il governo punta a rendere più appetibile in vari modi: riducendo di 3-4 punti l’aliquota fiscale sui rendimenti dei fondi pensione (alzata l’anno scorso dall’11,5 al 20%), aumentando la deducibilità dei versamenti e forse anche obbligando a destinare una quota del Tfr ai contributi per la futura pensione.

LAVORI USURANTI

Nel provvedimento, infine, potrebbe rientrare anche una semplificazione delle regole per i il ritiro anticipato dei lavoratori esposti ad attività usuranti.

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