Le 17mila famiglie più ricche di Brescia (che detengono un patrimonio finanziario superiore ai 500mila euro) possono contare su un gruzzolo complessivo (esclusi, quindi, gli immobili) di 25 milardi di euro. Mentre la stessa categiria di famiglie in tutta la Liguria arriva ad “appena” a 24 miliardi. E’ solo una delle sorprese che emergono da uno studio realizzato da Prometeia per conto dell’associazione italiana del private banking (Aipb).
Altra sorpresa, stavolta a livello nazionale: un terzo di tutte le famiglie possiede circa un quarto dell’intero patrimonio finanziario in circolazione. E poi: in Italia ci sono quasi ottomila nuclei familiari (7.896) che hanno ognuno un patrimonio in titoli, conti correnti e azioni di oltre dieci milioni di euro per un totale di 134 miliardi. E ben 164.781 sono quelli che possono vantare un tesoretto fra uno e cinque milioni di euro. Infine, le famiglie che valgono (da questo puntà di vsta) oltre 500mila euro sono 606mila e hanno nelle proprie mani un patrimonio di 897 miliardi di euro. Come dire: più della metà del Pil, il Prodotto interno lordo. Se poi si prendono in considerazione proprio tutte le famiglie italiane (non solo quelle con un patrimonio finanziario superiore ai 500mia euro), come dire 22 milioni di nuclei, si arriva a un otale di 3.500 miliardi di euro. Che, lo abbiamo visto, per un quarto sono nelle mani del 3% del totale.
Ma le differeneza che stupiscono, in realtà, sono quelle territoriali. Oltre al paragone fra la sola città di Brescia e l’interaregione ligure, ricordiamo che soltanto a Varese vivono circa 11mila famiglie con un patrimonio di 18 miliardi di euro, ossia quanto è nelle mani dello stesso tipo di famiglie ma complessivamente in tre regioni: Abruzzo, Molise e Calabria. Quanto alle 4.900 famiglie più ricche della provincia di Lecco detengono un totale di risparmi finanziari simile a quello delle famiglie più abbienti della Sardegna.
Altro dato interessante: nel 2012 il Pil è sceso dl 2,4% ma il patrimonio complessivo della famiglie ricche è cersciuto del 2%, anche se questo aumento è dovuto quasi tutto al lievitare della rendita mentre la raccolta è scesa (ed è la prima volta che capita negli ultimi quattro anni). Quanto al tipo di investimento effettuato con questa enorme massa finanziaria a livello nazionale, secondo un sondaggio Aipb, il 30% finisce nella raccolta aministrata (di cui il 15% in titoli di Stato), il 21% in risparmio getsito, il 20% in prodotti assicurativi e fondi pensione, il 15% in obbligazioni bancarie e il 14% in contanti.
Infine, da sottolineare che le cifre pubblicate dall’inchiesta di Prometeia non tengono conto dell’evasione. Basti ricordare che nel 2008, l’anno successivo all’ultimo scudo fiscae, il private è c esciuto di oltre 30 miliardi di euro.
