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Pagamenti Pa: via al decreto da 40 miliardi per il 2013, dal 2014 titoli di Stato alle banche

Il decreto obbliga le Amministrazioni a compiere un censimento dei commerciali scaduti o in scadenza ancora pendenti – Con la Legge di stabilità 2014 sarà programmato il completamento dei pagamenti mediante risorse destinate anzitutto alla liquidazione, sotto forma di titoli di Stato, dei crediti in precedenza ceduti dalle imprese al sistema bancario.

Pagamenti Pa: via al decreto da 40 miliardi per il 2013, dal 2014 titoli di Stato alle banche

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che dà immediatamente il via al pagamento dei debiti commerciali scaduti della pubblica amministrazione. Il provvedimento sblocca da subito i crediti detenuti da imprese, cooperative e professionisti per un importo di 40 miliardi, che verranno erogati nell’arco dei prossimi dodici mesi. Solo in un secondo tempo beneficeranno dei pagamenti anche le banche.

“E’ arrivato il momento di voltare pagina – ha detto il premier Mario Monti nella conferenza stampa finale -. Quello dei debiti della Pa è un caso molto emblematico di come, mentre si facevano più stretti i vincoli di obbligo disciplina, le amministrazioni avevano invece risposto con forme che hanno scaricato gli oneri sul futuro e le imprese e i cittadini”.

Il provvedimento di oggi è però solo un primo passo: l’obiettivo finale è l’azzeramento dell’intero stock di debito commerciale della Pa, stimato da Bankitalia in circa 90 miliardi (includendo anche i debiti non scaduti). Il decreto obbliga quindi tutte le Amministrazioni a compiere un censimento completo di tutti i debiti commerciali scaduti o in scadenza ancora pendenti e a produrre un elenco completo dei debiti ancora da onorare. Con la Legge di stabilità 2014 sarà programmato il completamento dei pagamenti mediante risorse destinate anzitutto alla liquidazione, sotto forma di titoli di Stato, dei crediti in precedenza ceduti dalle imprese al sistema bancario.

Il tutto senza sforare il vincolo europeo del deficit al 3%, in modo che Bruxelles possa chiudere a maggio la procedura aperta nei confronti del nostro Paese su questo versante. Al decreto si accompagna una serie di misure per contenere la spesa entro il limite prefissato e non superare così la soglia precauzionale del deficit al 2,9% (dato in crescita rispetto al 2,4% precedentemente stimato per il 2013). A questo scopo è previsto che a settembre venga effettuato un monitoraggio mirato che, in caso di superamento del limite, consenta al ministro dell’Economia di rimodulare le spese.

Il decreto, coerentemente con le linee-guida dell’Unione Europea, prevede le seguenti misure:

ALLENTAMENTO DEL PATTO DI STABILITA’ INTERNO

Esclusione per il 2013 dal Patto di stabilità interno dei pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale (investimenti già effettuati dalle Pa) per un importo di 5 miliardi di euro per quanto riguarda gli enti locali, di 1,4 miliardi per quanto riguarda le Regioni, 500 milioni per quanto riguarda le amministrazioni centrali e 800 milioni per investimenti cofinanziati dai fondi strutturali europei, necessario a consentire il conseguimento dei target di spesa.

CREAZIONE DI UN FONDO DESTINATO AI PAGAMENTI DEI DEBITI DI REGIONI, PROVINCE E COMUNI

Si prevede l’istituzione nel bilancio dello Stato di un unico Fondo – con dotazione di 26 miliardi di euro-, articolato in tre sezioni dedicate e comunicanti tra loro, per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili rispettivamente degli enti locali (2 miliardi nel 2013 e 2 miliardi nel 2014), delle Regioni per debiti diversi da quelli sanitari (3 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014) e sempre delle Regioni ma per debiti sanitari (5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014).

PROCEDURE PER I PAGAMENTI 

Il decreto delinea anche specifiche procedure da seguire per ottenere i pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. In particolare:

– Comuni e Province, entro il prossimo 30 aprile, faranno richiesta di autorizzazione al ministero dell’Economia per i pagamenti da effettuare, che saranno autorizzati entro il 15 maggio e finanziati con le disponibilità liquide degli enti. Entro il 15 giugno le Amministrazioni dovranno comunicare importi e tempistiche alle imprese beneficiarie dei pagamenti. Da subito, in attesa dell’autorizzazione, i Comuni e le Province possono comunque iniziare a pagare i propri debiti nel limite del 50% dei pagamenti programmati.

– Comuni, Province, Regioni e ASL, se non hanno disponibilità liquide, possono ottenere finanziamenti dal nuovo Fondo. Entro il prossimo 30 aprile faranno richiesta al ministero dell’Economia delle risorse necessarie per i pagamenti e dovranno riceverle entro il 15 maggio.

– Entro il 31 maggio 2013 le Pa debitrici dovranno comunicare alle imprese creditrici il piano dei pagamenti.

Nell’ambito di queste procedure non sarà necessaria la richiesta di certificazione da parte delle imprese creditrici, ma sarà responsabilità diretta dell’Amministrazione identificare i soggetti creditori e gli importi da pagare. In caso di richiesta di pagamenti per importi superiori alle disponibilità, le Amministrazioni seguiranno il criterio dell’anzianità del credito scaduto: prima i crediti non ceduti pro soluto in ordine di “anzianità”, poi i crediti ceduti pro soluto in ordine di “anzianità”.

Le amministrazioni che si avvarranno del finanziamento del Tesoro sono tenute a presentare un piano di ammortamento per la restituzione del prestito entro un periodo di durata fino a un massimo di 30 anni e a un tasso di interesse agevolato, determinato sulla base del rendimento di mercato dei Btp a 5 anni. Non vengono introdotti nuovi vincoli ai piani di spese, né di investimento.

A completamento del programma, il decreto prevede inoltre ulteriori misure che consentiranno di individuare la parte residua dei debiti commerciali scaduti e non ancora pagati e renderanno possibile, con la prossima legge di stabilità, di provvedere al pagamento nel corso del 2014:

– Entro il prossimo 15 settembre, l’Abi dovrà predisporre l’elenco dei debiti ceduti a banche e intermediari finanziari autorizzati dalle imprese creditrici nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Sulla base di questo elenco, si potrà programmare il pagamento, nel corso del 2014, dei crediti ceduti con titoli del debito pubblico.

– Semplificazione e detassazione delle cessioni dei crediti. Il decreto prevede che i contratti di cessione dei crediti siano esenti da imposte e tasse e ne semplifica le modalità di perfezionamento.

Allargamento della possibilità di compensare crediti e debiti con la Pa. La possibilità già oggi esistente di compensare crediti commerciali certificati con debiti fiscali iscritti a ruolo viene allargata a debiti fiscali conseguenti ad atti di accertamento con adesione. Viene inoltre elevata da 500 mila a 700 mila euro la soglia di compensazione tra crediti e debiti fiscali (beneficio per le imprese stimabile nel 2013 in almeno due miliardi di euro).

– Attivazione universale obbligatoria della procedura di certificazione. Il decreto prevede che tutte le Amministrazioni saranno obbligate a entrare nella piattaforma informatica per la certificazione costituita presso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato entro 20 giorni dalla sua entrata in vigore.

– Per assicurare il completamento del processo di liquidazione di tutti i debiti commerciali ante 2012 non ancora estinti, tutte le Amministrazioni sono chiamate entro il prossimo 15 settembre alla ricognizione completa dei debiti commerciali scaduti o in scadenza accumulati ancora pendenti e a produrre, senza adempimenti o oneri per le imprese, l’elenco certificato di tutti i debiti ancora da onorare. Con la Legge di stabilità 2014 verrà programmato il completamento del processo di liquidazione.

TARES: BALZELLO RINVIATO

Il decreto approvato oggi contiene anche l’importante e attesa novità sulla Tares, la nuova imposta sui rifiuti. Le prime rate saranno pagate con gli stessi parametri delle vecchie Tarsu e Tia, mentre sarà rinviato all’ultima rata relativa del 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro già previsto dal decreto Salva Italia. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha però sottolineato che da qui a fine anno il nuovo Parlamento e il nuovo Governo potrebbero trovare la copertura sufficiente a cancellare questo rincaro. 

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