“Stiamo studiando delle misure di tipo umanitario che vadano incontro alle necessità delle fasce più deboli dei risparmiatori coinvolti nella risoluzione bancaria, il che non ha nulla a che fare con questa operazione in quanto tale”. Questo il chiarimento arrivato ieri dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
L’intervento in discussione alla Camera punta ad aiutare parte dei cittadini che hanno perso i risparmi investiti nelle obbligazioni subordinate delle quattro banche popolari recentemente salvate (Carife, CariChieti, Banca Etruria e Banca Marche).
Secondo il numero uno del Tesoro, l’Unione europea “potrebbe avere delle obiezioni se questa misura fosse considerata parte dell’operazione di risoluzione, ma non lo è: sono due cose completamente separate”.
Non si tratterebbe quindi di aiuti di Stato, né di “un rimborso dei costi sostenuti – ha concluso Padoan -, ma di un’operazione che ha natura umanitaria e che riconosce il fatto che una parte della popolazione si trova in una situazione di bisogno perché improvvisamente, per ragioni da esplorare, si trova ad aver fatto scelte sbagliate. E’ paragonabile a un’operazione di sostegno alla povertà”.
