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Orologi vintage che passione: i primi dieci modelli sul podio (FOTO e storia)

La domanda degli orologi vintage, soprattutto quelli da polso, continua a crescere in modo esponenziale, le case d’asta si contendono record e l’oggetto del desiderio di molti uomini è ormai un investimento nel segmento del lusso

Orologi vintage che passione: i primi dieci modelli sul podio (FOTO e storia)

Sono spesso orologi in edizione limitata o speciali che possono raddoppiare o addirittura triplicare il valore una volta cessata la produzione, rendendoli alcuni dei migliori orologi da collezionare per investimenti nel 2021. La tendenza vede sul podio i seguenti marchi: Patek Phillippe, Audemars Piguet, F. P. Journe, Cartier, Rolex. Ma a scopo di investimento sono da tenere sott’occhio anche altri, ad esempio e solo per citarne alcuni come esclusivi modelli Omega, Breitling o Jaeger-LeCoultre, un marchio, quest’ultimo, considerato di alto livello insieme a luminari come Patek Philippe, Audemars Piguet e Breguet.

Tra le caratteristiche ricercate tra i collezionisti- acquirenti vi è, oltre le caratteristiche, la qualità e la rarità, di poter acquistare un orologio che era una volta di una persona famosa, il che aumenterà notevolmente il suo valore e lo renderà uno dei migliori orologi su cui investire.

Qui riportiamo i primi 10 top lots che hanno riportato risultati di grande interesse:

Patek Philippe 2523HU, oro del mondo, mappe in smalto, oro giallo, Phillips

Patek Philippe 2523HU – Phillips

Il Patek Philippe 2523HU entra in catalogo nel 1953 e verrà prodotto per soli 4 anni. Rappresenta l’ultimo modello con Ore del Mondo, complicazione che Patek Philippe riproporrà solo 40 anni dopo. Un modello speciale da tutti i punti di vista, un oggetto che ancora oggi resta per pochi con una produzione totale di soli 45 esemplari. Il 2523HU in asta da Phillips aveva tutte le caratteristiche del “holy grail”: condizioni eccellenti, rara configurazione con mappa in smalto e una provenienza d’eccezione. L’orologio, infatti, non era mai apparso sul pubblico mercato, rimanendo perlopiù custodito in un’importante collezione privata. A fronte dei 45 esemplari realizzati da Patek Philippe, solo altri due presentano la medesima configurazione con cassa in oro giallo e mappa dell’Eurasia in smalto. Insomma, un oggetto da veri intenditori, la cui aggiudicazione di 6.5 milioni di euro avrà certamente reso tutti soddisfatti: venditore, acquirente ed ovviamente Patek Philippe.

Audemars Piguet 25554BA, calendario perpetuo, oro giallo, Phillips

Audemars Piguet Royal Oak ref. 25554BA – Phillips

La fortissima ascesa di Audemars Piguet ed, in particolare, del Royal Oak è ormai cosa nota. Piace a tutti ed in tutte le salse, dal solotempo, al calendario perpetuo per arrivare al tourbillon.
I cataloghi delle aste di maggio erano ben assortiti in quanto a Royal Oak e le aspettative non sono state mai deluse. Ad eccellere è stata la referenza 25554BA, realizzata in solo 279 esemplari e proposta da Phillips Hong Kong. L’esemplare del 1986 presenta una configurazione forse unica con quadrante nero e cassa in oro giallo, il tutto ha fatto lievitare il prezzo finale a 355.000 €. Il segnatempo è parte della primissima serie di calendari perpetui firmati Audemars Piguet, come si nota dall’assenza dell’indicazione dell’anno bisestile nel contatore ad ore 12.

F. P. Journe Tourbilln Souverain – remontoir secondi morti, platino, Phillips

F. P. Journe Tourbillon Souverain – Phillips

Le aste di maggio hanno dato ampio spazio agli “indipendenti”, ovvero orologiai che si mettono in proprio per realizzare segnatempo totalmente artigianali ed esclusivi. F. P. Journe è stato certamente un precursore nel tracciare un solco poi seguito da tanti altri orologiai che hanno deciso di aprire la propria bottega. Le creazioni di Journe mixano al meglio avanguardia e tradizione e sono ormai arrivate all’orecchio del grande pubblico, provocando un forte aumento delle quotazioni. Un esempio in tal senso è il Tourbillon Souverain che ha calcato le scene da Phillips a maggio scorso, realizzando l’incredibile cifra di 355.000 €. Un segnatempo pluri- complicato, la cui realizzazione ha richiesto anni ed anni di sviluppo per far convivere tutti i tecnicismi presenti.
Oltre al Tourbillon, visibile dal quadrante, vi sono altre due complicazioni piuttosto particolari: i secondi morti, che consente il movimento della lancetta dei secondi a scatto, ed il remontoir d’egalité.

Patek Philippe 3974R – oro rosa, calendario perpetuo, ripetizione minuti, Phillips

Patek Philippe 3974R – Phillips

L’olimpo della produzione Patek Philippe sono certamente le grandi complicazioni e la referenza 3974 ne è la prova. Introdotta nel 1989, per celebrare i 150 anni dalla fondazione di Patek Philippe, rappresenta uno dei modelli esteticamente più riusciti del brand.
La complessità del movimento, che integra calendario perpetuo e ripetizione minuti, ne ha limitato fortemente la produzione che cesserà nel 2000. A fronte di 120 unità totali, solo 20 hanno cassa in oro rosa come l’orologio di Phillips, ed il prezzo finale di 1.1 milioni di euro ne ha sicuramente tenuto conto.

Patek Philippe 3448 per Alan Banbery – calendario perpetuo con indicazione anno bisestile, oro giallo, Christie’s

Patek Philippe 3448 per Alan Banbery – Christie’s

La referenza 3448 di Patek Philippe entra in produzione nel 1962, segnando un’evoluzione stilistica che andava ad allinearsi con i nuovi canoni estetici.
Il modello ebbe un buon successo, tanto rimanere in produzione per vent’anni con un numero totale che ammonta a 586 unità.
Alle aste di maggio, uno dei top lots di Christie’s era un 3448 molto speciale, nonché uno dei Patek Philippe più importanti apparsi negli ultimi anni. Infatti, il segnatempo venne regalato dalla famiglia Stern ad un certo Alan Banbery, noto ai collezionisti per aver giocato un ruolo fondamentale nella crescita di Patek Philippe. Tuttavia gli Stern non regalarono a Banbery un 3448 qualunque: l’orologio, infatti, venne appositamente modificato, togliendo la fase lunare per lasciare spazio all’indicazione dell’anno bisestile, non presente di norma sul 3448. L’aggiudicazione di 3.145.000 € va di pari passo con l’importanza dell’orologio, per il quale si sono dati battaglia i più grandi collezionisti al mondo.

Patek Philippe 2499 oro rosa – Phillips with Bacs & Russo

Patek Philippe 2499 oro rosa – Phillips with Bacs & Russo

La referenza 2499 è da molti ritenuta il Patek Philippe per eccellenza: come calendario perpetuo e cronografo rappresenta il modello più emblematico della raffinata produzione Patek, e la tiratura di soli 349 pezzi lo rende estremamente ricercato e prezioso per i collezionisti. Questo esemplare, conservato in condizioni impeccabili e con la rara cassa in oro rosa, montata su meno del 15% dei pezzi prodotti, ha sfiorato i 2,5 milioni di franchi escluse le commissioni.

PatekPhilippe 5711P – Phillips with Bacs & Russo

Patek Philippe 5711P – Phillips with Bacs & Russo

Nato nel 1976 dalla matita di Gerald Genta, uno dei più noti designer di orologi, il Nautilus rappresenta da allora il Patek sportivo per eccellenza. Nonostante sia tradizionalmente realizzato in acciaio, esistono alcune referenze del modello – prodotte in un numero estremamente ridotto di esemplari – incassate in altri metalli. Il più raro è senza dubbio il platino: gli esperti ritengono che, del 5711P, non esistano più di 50 esemplari. Un ottima ragione per sborsare 567mila franchi pur di aggiudicarsi questa perla rara!

Patek Philippe 570 “Calatravone” – Phillips with Bacs & Russo

Patek Philippe 570 “Calatravone” – Phillips with Bacs & Russo

Questo orologio è una combinazione di tutto ciò che un collezionista ricerca in un Patek Philippe d’epoca. È realizzato in acciaio, il materiale più raro tra quelli utilizzati dalla maison; è molto grande (per l’epoca di produzione, s’intende) ed ha un quadrante che unisce due caratteristiche molto apprezzate: i numeri “Breguet”, eleganti cifre introdotte a fine Settecento dall’omonimo orologiaio francese, e la finitura “due toni”, con alcune superfici spazzolate ed altre lucidate. Solamente un altro esemplare della referenza 570 con la medesima configurazione di quadrante e lancette esiste, incassato in oro rosaa: il presente è, dunque, un pezzo unico, e qualcuno ha ritenuto che 3 milioni e 297mila franchi non fossero un prezzo esagerato pur di possederlo.

Cartier Pebble – Phillips with Bacs & Russo

Cartier Pebble – Phillips with Bacs & Russo

Negli ultimi anni, il mercato sta lentamente scoprendo gli orologi di Cartier. Le creazioni del gioielliere parigino, fino al decennio scorso collezionate da una nicchia di appassionati estremamente ristretta, hanno ora raggiunto livelli di popolarità – e quotazioni – quasi inaspettate, in ragione della loro bellezza e della rarità. Molti orologi, infatti, venivano prodotti in tiratura limitatissima o addirittura in pezzo unico. L’orologio in questione, venduto negli anni Settanta dalla filiale londinese di Cartier, è molto probabilmente parte di una serie di soli sei esemplari: rarità che gli è valsa un’aggiudicazione a 403mila franchi.

Rolex Daytona 6264 “John Player Special” – Sotheby’s

Rolex Daytona 6264 “John Player Special” – Sotheby’s

È usanza diffusa, tra i collezionisti di orologi, coniare soprannomi evocativi per riferirsi a particolari orologi. L’origine del nomignolo si può ritrovare in un famoso indossatore del modello – si pensi al Daytona “Paul Newman” – oppure nella similitudine tra i colori e una famosa livrea automobilistica: è questo il caso del “John Player Special”, altra versione del quadrante Newman, caratterizzata dal colore nero con contatori champagne e montata unicamente in casse d’oro 14 o 18 carati. Sulla referenza 6264, venne probabilmente montato in una decina di pezzi. Il duello tra gli offerenti ne ha premiato la rarità, concludendosi con un prezzo di martello di 1 milione e 215mila sterline.

La ricerca didascalica è stata svolta da Lorenzo Rabbiosi e Alvise Mori (The Watch Boutique) per Firstonline Arte

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