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Orbetello, il caldo record fa strage di pesci: danni per 10 milioni

La laguna della cittadina toscana a pochi chilometri dall’Argentario è risultata una delle acque più calde del Mediterraneo a luglio, a causa della sua ridotta profondità (1 metro): questo ha prodotto la morte di 200 tonnellate di pesci, per un danno economico stimato per ora il 10 milioni di euro. L’impatto sulla produzione si vedrà tra un anno e mezzo

Orbetello, il caldo record fa strage di pesci: danni per 10 milioni

Il caldo eccessivo nuoce alla salute, e non solo degli umani. Le intense temperature registrate nel corso del mese di luglio hanno travolto anche alcune specie animali, tra cui i pesci delle lagune di Orbetello, uno dei più importanti allevamenti ittici della Toscana e d’Italia. Il bilancio è degno di una strage: duecento tonnellate di orate, muggini e anguille della laguna sono morte in tre giorni per effetto del caldo record.

Secondo la Coldiretti, che lancia l’allarme anche su altri animali da allevamento come vacche, maiali e galline, incolpevoli vittime di un caldo che li ha resi inappetenti e poco produttivi, con conseguenze sensibili sulla produzione di latte, carne e uova, è un segnale di come i cambiamenti climatici possono già incidere sulla nostra vita e sulla nostra economia.

Il danno infatti, per gli allevatori di Orbetello, è stimato al momento in dieci milioni di euro, pari all’80% della produzione ittica della laguna all’interno della quale è situata la cittadina, a pochi chilometri dall’Argentario. Il danno sarebbe soprattutto legato alla morte di milioni di avannotti, i piccoli dei pesci, che tra un anno e mezzo avrebbero rappresentato il grosso del pescato. Ma le acque della laguna misurano solo un metro di profondità e sono già molto ricche di alghe che riducono l’ossigeno disciolto. E proprio a luglio, proprio nella zona dell’Argentario, si sono registrate le temperature più calde di tutto il Mediterraneo, superiori anche a quelle nordafricane.

Per questo la laguna ha raggiunto la temperatura di 34 gradi. Questo ha ridotto ulteriormente la quantità di ossigeno, perché la solubilità dei gas in acqua diminuisce all’aumentare della temperatura. E orate, muggini e anguille, e i loro piccoli, hanno smesso di respirare. Si è provato a prendere contromisure come l’immissione di acqua fresca. Ma non è bastato. Probabilmente, spiegano oggi gli esperti, sarebbe stato opportuno pompare ossigeno in acqua, come si fa negli allevamenti: un’operazione che non avrebbe modificato la temperatura, ma avrebbe salvato i pesci e preservato la laguna per gli anni a venire.

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