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OIR – I nuovi investitori nelle rinnovabili: modelli di business in un mercato in evoluzione

Nel corso del convegno annuale dell’Oir, il presidente Andrea Gilardoni fa il punto sul mondo delle rinnovabili a sui suoi possibili sviluppi: “A livello globale la domanda continua a crescere” – “L’Italia ha acquisito una posizione rilevante a livello globale, ma la politica del governo è inadeguata”.

OIR – I nuovi investitori nelle rinnovabili: modelli di business in un mercato in evoluzione

“Sulle rinnovabili il governo ha una visione miope, che non coglie le potenzialità mondiali del settore e il ruolo che le imprese italiane anche piccole e medie, e non solo Enel Green Power, potrebbero giocare”. Così Andrea Gilardoni (Professore di Management alla Bocconi e Presidente dell’OIR – Osservatorio Internazionale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili) ha introdotto il dibattito al convegno annuale dell’OIR che si è tenuto in data odierna presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, Milano.

Sulle tendenze globali dallo Studio 2014 dell’OIR presentato oggi emergono diversi punti salienti. Il 2013 è stato un anno record per le rinnovabili nel mondo superati 1.500 GW di capacità installata e investiti oltre 200 miliardi di $, ma record storici sono stati segnati sia per il PV (+37 GW) sia per l’idroelettrico (+40 GW).

Nel mondo delle rinnovabili, un mondo che continuerà a crescere in futuro (a un ritmo di almeno 200 miliardi di dollari all’anno), si fa sempre più importante il ruolo dei Paesi emergenti. Per quanto riguarda i finanziamenti, le banche avranno sempre più difficolta nell’erogarli, ma crescerà il ruolo dei finanziatori non convenzionali e delle banche di sviluppo.

Insomma – prosegue Gilardoni commentando i numeri del rapporto -, a livello globale la domanda per le rinnovabili continua a crescere così come la liquidità alla ricerca dei migliori investimenti. Stiamo parlando di soggetti, quali fondi pensione o società di assicurazione, che hanno soldi ‘veri’ da investire e che richiedono rendimenti limitati ma stabili, a basso rischio e di lungo periodo. Tali operatori stanno guardando con crescente interesse proprio alle rinnovabili ove l’Italia ha acquisito una posizione rilevante a livello globale. Con riforme del quadro legislativo e regolatorio, riforme a costo zero, è possibile attrarre grandi quantità di liquidità per investimenti produttivi”.

“La politica del governo italiano – continua Gilardoni – sul tema è inadeguata. Una visione di corto raggio che sembra frutto più di logiche ‘vendicative’ nei confronti di chi ha avuto sostegni eccessivi. Una visione industriale deve invece riconoscere che: la domanda mondiale è in crescita e che anche in Italia ci sono spazi di sviluppo. Anche se spendendo di gran lunga troppo, abbiamo sviluppato nel Paese competenze che si possono affermare, e che si stanno affermando, nel mondo”.

Considerato questo, secondo Gilardoni ” Il Governo dovrebbe semmai sostenere le attività industriali dedite all’export e anche i processi di innovazione tecnologica, oltre a riconoscere che il settore è troppo frammentato e favorire un processo di aggregazione. La politica che emerge dal Decreto Spalma Incentivi non ha nulla di tutto ciò. Anzi può generare una serie di controreazioni molto negative per il settore e per il Paese”.

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