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Nuova Banca dei Territori di Intesa vale metà del Pil italiano

Dopo la fusione con Ubi, la Banca dei Territori del gruppo Intesa Sanpaolo ridisegna, sotto la guida di Barrese, la sua organizzazione articolata in 12 Direzioni regionali: 13,5 milioni di clienti, 50mila dipendenti e 800 miliardi di euro tra impieghi e raccolta (circa il 50% del Pil) – Nei primi 5 mesi del 2021 già erogati 20 miliardi

Nuova Banca dei Territori di Intesa vale metà del Pil italiano

L’economia italiana accelera e Banca Intesa Sanpaolo la assiste con la Banca dei Territori, una struttura rafforzata rispetto al passato che, tra le altre qualità, si propone di accorciare la distanza tra i vari centri (dodici in tutto) e l’intero territorio nazionale. È il progetto, assai ambizioso, che ha preso il via con l’integrazione di Ubi (2,4 milioni di clienti, circa mille filiali e 15 mila dipendenti) entro le strutture della banca di sistema, più che mai la portaerei del sistema del Bel Paese, come suggeriscono i numeri:

  • Un organico di circa 50 mila dipendenti, oltre la metà donne, una rete di 3.700 filiali e 13,5 milioni di clienti.
  • Una raccolta complessiva di oltre 550 miliardi di euro e impieghi per 250 miliardi: in tutto circa 800 miliardi, poco meno della metà del prodotto interno italiano.

A guidare questa macchina da guerra è Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori, un manager itinerante perché, confessa, in questi mesi ha fatto la spola tra le realtà locali per mettere a punto un meccanismo in grado di assistere a 360 gradi le esigenze dei territori, dalle imprese alle famiglie, “per compiere insieme il percorso di ripresa post Covid e per partecipare alla realizzazione del PNRR”.

L’esordio, dopo la fase di rodaggio (non sempre semplice, ma era scontato), nasce sotto buoni auspici. Gregorio De Felice, capo economista e responsabile della Ricerca dell’istituto, ha rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL al 4,6% nel 2021.

A conferma di ciò, la Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo ha effettuato nei primi 5 mesi dell’anno erogazioni a medio lungo termine per un valore di circa 20 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese, con una crescita del 12% rispetto ai primi cinque mesi del 2020. Di questi, 11 miliardi sono stati erogati a PMI e imprese piccolissime. Da segnalare che il 30% circa di queste erogazioni ha interessato le regioni meridionali del Paese, dove sono in atto numerose iniziative per le circa 350 mila imprese.

“Non solo a queste, ma a tutte le 1,2 milioni di eccellenze imprenditoriali che affianchiamo nei loro progetti – ha detto Barrese – affidiamo la missione di recuperare i valori di Pil ed export per riportare il nostro Paese ai vertici delle economie internazionali. A tutte queste imprese, Intesa Sanpaolo sta dedicando nuovi strumenti di intervento finanziario e di consulenza, per favorirne – anche attraverso la creazione di nuove filiere – il percorso nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nel raggiungimento di quei parametri di sostenibilità e di impatto necessari per assicurare una crescita costante nel futuro”.

Le filiere, l’evoluzione logica del concetto di distretto industriale, “di cui rivendichiamo la primogenitura nel 2015”, continua Barrese, sono la base essenziale per il rilancio dell’economia del Paese da sviluppare da Nord a Sud anche nell’ambito del Pnrr. Come del resto dimostrano gli esempi illustrati stamane: dal Piemonte alle Marche alla Campania (dove può svilupparsi anche una filiera del cinema), non mancano gli esempi di flessibilità per rispondere alla crisi spostandosi dall’auto o dal bianco verso la meccanica per inseguire la domanda. Senza trascurare i successi italiani sui mercati esteri, particolarmente significativi nel settore agro-alimentare, che nel 2020 ha conseguito un avanzo commerciale pari a circa 3,5 miliardi di euro.

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