Condividi

Novembre in Borsa: l’autunno colpisce petroliferi e utilities, ma il bilancio è positivo

Grazie alla buona performance del lusso e alla tenuta delle banche, ventisei titoli su quaranta del Fse Mib chiudono il mese in rialzo – Yoox migliore blue chip balza del 29,9% – In evidenza anche i titoli legati al traffico: Wdf, Autogrill e Atlantia

Novembre in Borsa: l’autunno colpisce petroliferi e utilities, ma il bilancio è positivo

Ventisei titoli su quaranta hanno chiuso novembre in rialzo. Il bilancio del mese per Piazza Affari è nel complesso positivo nonostante continuino gli scossoni sui listini. Due i principali temi che hanno catalizzato l’attenzione degli investitori: il crollo ai minimi da quattro anni del petrolio e l’apertura esplicita di Mario Draghi al Quantitative easing.

Dopo la riunione dell’Opec, che ha deciso di mantenere invariata la produzione di petrolio, il Wti è crollato sotto i 70 dollari al barile sui minimi da quattro anni. Il mercato è corso ad acquistare titoli di Stato, con gli spread nell’Eurozona, che hanno toccato nuovi minimi e hanno penalizzato le valute dei Paesi produttori di petrolio, come Norvegia e Russia. Anche il rublo ha aggiornato nuovi minimi. Gli effetti si sono poi fatti sentire sulle azioni delle società energetiche. Sul Ftse Mib hanno sofferto Saipem, Tenaris, Eni, che infatti hanno chiuso il mese sul fondo dell’indice Ftse Mib: Tenaris -14,4%, Saipem -7,3%, Eni -5,1%.

Al contrario, il calo del prezzo del carburante ha spinto i titoli della compagnie aeree e quelle legate al traffico e al settore dei trasporti. Risultano così in evidenza a novembre le performance di World Duty Free, quarto miglior blue chip con un rialzo del 15,8%, Autogrill +12%, Atlantia +8,5%.

Tuttavia, per l’ex direttore dell’Economist, Bill Emmot, a rilanciare la crescita dell’Europa  arriverà proprio dal crollo del prezzo del petrolio, sceso del 40% negli ultimi sei mesi: il calo del prezzo del petrolio porterà a un maggiore potere d’acquisto per i consumatori europei e consentirà loro di spendere di più per altri beni. Inoltre, un petrolio più economico influirà anche nel rafforzare la fiducia degli imprenditori. In altre parole, il calo del petrolio, è come un taglio delle tasse che ti fa sentire più ricco. Per Emmot, con un duraturo prezzo del petrolio così basso, il Pil italiano e quello di altri Paesi dell’Europa occidentale potrebbe aumentare dell’1% o addirittura del 2% l’anno.

Nel frattempo il sostegno ai listini  è arrivato dall’Eurotower: il presidente Mario Draghi ha ufficialmente aperto in maniera esplicita alla possibilità dell’acquisto di titoli di Stato da parte  “in caso di necessità”. Le banche hanno digerito gli stress test della Bce pubblicati a fine ottobre tornando a riprendere terreno. Il comparto è nel complesso positivo, anche se i guadagni non hanno interessato tutti gli istituti: la migliore è Intesa Sanpaolo +6,6%,  seguita da Unicredit +4,5% e Mps che riesce a chiudere il mese con un bilancio positivo (+4,1%). Mediobanca +3,1% e Ubi Banca +0,7%. In rosso invece scivolano Banca Popolare di Milano -0,4%, Banco Popolare -3,5%, Bper -5,8%.

Luci e ombre per i titoli del risparmio gestito nonostante ottobre abbia confermato il momento d’oro per il comparto e una raccolta complessiva che da inizio anno supera i 110 miliardi di euro: Mediolanum +4,8%, mentre Azimut -0,3%. Generali sale del 6,8% dopo che il ceo Mario Greco ha annunciato il raggiungimento dei target in anticipo e la presentazione di un nuovo piano triennale a maggio 2015.

A novembre i listini hanno registrato la delusione sul dato del Pil giapponese del terzo trimestre finito in recessione (-0,4% rispetto ai tre mesi precedenti e -1,6% su base annualizzata), una serie di dati contrastanti sugli Stati Uniti con il Pil che ha superato le attese (+3,9%) e la disoccupazione è scesa ai minimi dal 2008 (5,8%) ma meno delle attese mentre la fiducia dei consumatori è scesa a sorpresa. Inoltre, il piano di investimenti del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker non è riuscito a scaldare i mercati. Il settore pubblico sborserà 21 miliardi di euro  mentre Juncker spera di attrarre, grazie alla leva, capitali privati pari a 15 volte quella somma.

In evidenza tra i migliori titoli del mese torna il lusso con Yoox che si guadagna il primo posto, con un balzo del 29,9%. Poco sotto segue Ferragamo +16,6% e Moncler sale del 7,4%. Luxottica +5,8%. A distanza segue Tod’s +1,4%.

Utilities in difficoltà: se A2A  sale del 5,3%, Snam cede lo 0,7%, Terna il 2,7%, Enel il 3,8%. Infine, in luce Mediaset +23,2%, seconda migliore blue chip, Stm, +14,5%, Fca +14,3%, Buzzi Unicem +11,4% e Finmeccanica +9,9%. Telecom Italia +1,4%.

Commenta