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Nomine Garante Privacy e Agcom: La Russa non passa

La votazione prevista per il 19 dicembre è stata rinviata a data da destinarsi – In arrivo l’ennesimo decreto di proroga -Autorità bloccate dal braccio di ferro tra i partiti

Nomine Garante Privacy e Agcom: La Russa non passa

Nuova fumata nera sulle nomine del Garante della Privacy e dell’Agcom. La votazione prevista per il 19 dicembre è stata rinviata a data da destinarsi. Lo ha comunicato il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, rifendo l’esito della conferenza dei capigruppo e l’intenzione del Governo di varare un nuovo decreto di proroga dell’attuale composizione. Ricordiamo infatti che entrambe l’autorità si trovano già in regime speciale di proroga, condizione che però scadrà il prossimo 31 dicembre, e che finché non saranno stabiliti i nuovi assetti, entrambe le autorità lavorano solo sull’ordinaria amministrazione.

Lo scorso 10 dicembre era fallito anche l’ennesimo tentativo della maggioranza di trovare una soluzione per uscire dallo stallo, portando da quattro a cinque il numero di componenti del Garante della Privacy, con il presidente nominato direttamente dal Presidente del Consiglio, secondo gli stessi parametri previsti per l’Agcom. Il provvedimento serviva anche a sventare la possibile nomina di Ignazio La Russa (Fdi), su cui il centrodestra punta compatto che è anche il candidato più anziano. Con le attuali regole infatti se il centrodestra lo vota compatto e non c’è accordo sul presidente, La Russa otterrà comunque la vicepresidenza. La norma, contenuta in un emendamento alla legge di Bilancio, è stata però dichiara inammissibile dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama.

Le nomine sono in bilico da mesi, preda di un braccio di ferro tra i partiti che non intendono cedere il colpo, soprattutto sul Garante della Privacy. A farne le spese è anche il dossier sull’Agcom, legato ad un gioco di equilibri su cui non si riesce a trovare la quadra.

A questo punto, dopo l’ennesimo nulla di fatto, al Governo non rimarrà altro da fare che varare l’ennesima proroga, probabilmente nell’ambito del decreto Milleproroghe, in attesa di un accordo politico.

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