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Nicholas Winton, è morto a 106 anni lo Schindler inglese

E’ venuto a mancare stanotte all’età di 106 anni Nicholas Winton, noto per aver salvato da solo oltre 600 bambini dall’Olocausto, trasferendoli dalla Cecoslovacchia all’Inghilterra nel 1939 – La sua storia è stata scoperta solo nel 1988 dopo il ritrovamento di un album di ritagli da parte della moglie.

Facile chiamarlo lo Schindler inglese, così come Giorgio Perlasca è stato lo Schindler italiano. Ma, aldilà dei facili apparentamenti con l’imprenditore tedesco consegnato a imperitura fama dal film di Steven Spielberg, l’unica cosa certa è che Nicholas Winton è stato uno degli eroi dell’Olocausto, quegli uomini in grado di compiere il bene più disinteressato in uno dei momenti bui della nostra storia.

E’ morto oggi all’età, più che veneranda, di 106 anni, l’uomo che, praticamente da solo, è stato in grado di salvare 669 bambini ebrei durante la guerra. Le sue gesta sono state rese note solo nel 1988, quando la moglie Greta scoprì casualmente un album di ritagli che documentava i suoi salvataggi e la Bbc lo invitò al programma “That’s Life”, dove, visibilmente commosso, Winton incontrò alcuni dei bambini, ormai non più bambini, che aveva salvato quasi cinquant’anni prima.

Winton, che durante il conflitto lavorava come broker presso la Borsa di Londra, nel corso di un viaggio a Praga nell’inverno del 1938 capì che i rifugiati che arrivavano dalla zona dei Sudeti, che era stata da poco annessa alla Germania, in particolar modo i bambini, correvano rischi enormi per la loro vita e incominciò a pianificarne l’evacuazione.

Riuscì a organizzare una serie di trasferimenti in treno dalla Cecoslovacchia invasa all’Inghilterra, tra il marzo e l’agosto del 1939, quando lo scoppio della guerra rese impossibile proseguire. Allo stesso tempo trovò dei volontari in Inghilterra disposti ad ospitare i bambini. In seguito Winton si arruolò nella Royal Air Force.

Per quasi cinquant’anni, fino al ritrovamento dei suoi album da parte della moglie, nessuno parlò più dello Schindler inglese che, del resto, ha sempre schivato la fama e l’appellativo di eroe: “Non sono mai stato in pericolo”, diceva. Ma le 6.000 persone, tra i bambini salvati e i loro discendenti, che gli devono la vita, probabilmente non la pensano così.

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