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Nave rigassificatrice a Piombino, come funziona? Sarà operativa a maggio

È arrivata a Piombino la Fsru acquistata da Snam su mandato del Governo Draghi. Resterà ormeggiata per 3 anni nel porto toscano e il primo gas è previsto a metà maggio: ecco i dettagli

Nave rigassificatrice a Piombino, come funziona? Sarà operativa a maggio

La Golar Tundra è arrivata a Piombino, posizionata alla banchina di attracco della Darsena Nord. La tanto discussa nave rigassificatrice è entrata nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 marzo nel porto toscano, scelto per ospitare l’infrastruttura per i prossimi tre anni. Si tratta della prima delle due navi acquistate circa un anno fa, su mandato del Governo Draghi, dal gruppo Snam – la società che gestisce le grandi infrastruttura per il trasporto e l’approvvigionamento di gas – per garantire l’arrivo di nuovi flussi di metano utili a mettere in sicurezza i prossimi inverni. Ma a cosa serve la nave rigassificatrice di Piombino e come funziona?

Il rigassificatore di Piombino – al centro di molte discussioni negli ultimi mesi e molto contestato dalla popolazione locale – così come la BW Singapore di Ravenna (in Emilia-Romagna) affrancherà l’Italia da una significativa quota di dipendenza di importazione di metano dai gasdotti di terra. I gestori potranno rivolgersi al mercato di altri Continenti (Africa, America, Asia e Oceania) e ovviare così alle turbolenze geopolitiche che possono gravare sul trasporto di gas solo via terra, come abbiamo visto negli ultimi mesi. Con l’altra Fsru di Ravenna contribuirà al 13% del fabbisogno energetico nazionale.

La Golar Tundra è lunga circa 292 metri, larga circa 43 metri e alta circa 55 metri (altezza massima dalla chiglia al punto più alto). Secondo dati di Snam la nave è dotata di quattro serbatoi di stoccaggio di gas naturale liquefatto (gnl), disposti nella parte centrale dello scafo, ha l’impianto di rigassificazione a prua, mentre gli alloggi dell’equipaggio, la sala di controllo centralizzata e i macchinari di servizio si trovano a poppa. Costruita nel 2015, la nave ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto e una capacità di rigassificazione continua di 5 miliardi di metri cubi l’anno (il 6,5 % del fabbisogno nazionale).

Come funziona la nave rigassificatrice di Piombino?

La Golar Tundra può operare sia come nave metaniera per il trasporto del gnl sia come Fsru. Le Fsru, “floating storage and regasification unit” (ovvero unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione), stoccano il gas naturale liquefatto fornito dalle navi cisterna e lo rigassificano per il successivo utilizzo sulla terraferma. 

Il rigassificatore di Piombino sarà rifornito ad intervalli regolari da navi metaniere. Una volta giunta in prossimità della Fsru, la nave metaniera che trasporta il gnl (alla temperatura di -160°C) lo trasferisce nei serbatoi del terminale. Questo processo avviene tramite bracci di scarico installati sulla Fsru. Questi si allungano e si agganciano alle flange della metaniera, a quel punto il gnl viene travasato nei serbatoi e stoccato. E successivamente viene rigassificato. Il processo di rigassificazione si ottiene immettendo il gnl in uno scambiatore di calore in cui scorre un liquido più caldo, normalmente acqua di mare, la cui temperatura naturale è sufficiente per riportare il gas allo stato gassoso. Il metano a temperatura ambiente ottenuto dal processo di rigassificazione viene poi compresso e immesso in un gasdotto che parte dalla Fsru e arriva fino alla rete di trasporto nazionale.

Perché Piombino?

La scelta di Piombino non è casuale. Secondo diversi approfondimenti, la località toscana è l’unica in grado di assicurare, per ragioni tecniche l’entrata in funzione del terminale in tempi compatibili con l’attuale criticità energetica. il rigassificatore resterà nel porto di Piombino per 3 anni, poi secondo quanto spiegato da Massimo Derchi (Chief Industrial Assets Officer di Snam) hanno verificato la fattibilità di un sito nell’Adriatico e stanno per verificare la fattibilità di un ulteriore sito nell’Adriatico e nell’Alto Tirreno, fuori della Toscana.

Quando entrerà in funzione la nave rigassificatrice di Piombino?

Secondo quanto ribadito nei giorni scorsi anche dal ceo di Snam Venier, il primo gas dovrebbe arrivare a metà maggio. Entro la prima metà di aprile, la nave rigassificatrice sarà collegata alla condotta con la rete nazionale gas, mentre l’arrivo del primo carico è previsto tra fine aprile e metà giugno.

Perché molti sono contrari?

Nel corso dei mesi si sono susseguite numerose manifestazioni pubbliche contro la Golar Tundra. Ma come hanno osservato i giudici del Tribunale amministrativo laziale “l’iter che ha condotto all’adozione del provvedimento gravato non ha dato evidenza di palesi anomalie nello sviluppo del procedimento”. Anche Snam ha più volte ribadito la sicurezza per la comunità, in quanto sulla nave non saranno effettuati processi chimici ma solo operazioni funzionali al cambiamento di fase del gnl mediante vaporizzazione. La Golar Tundra è dotata di certificazioni di conformità in linea con i principali regolamenti applicabili e allestita con tutti i necessari sistemi di sicurezza e antincendio. Tutte le analisi di rischio sono state sottoposte, secondo quanto disposto dalla normativa vigente, alle autorità competenti in materia di sicurezza. Il terminale è comunque dotato di sistemi di controllo di processo e blocco di sicurezza e in grado di garantire, tra l’altro, il rilevamento di eventuali fughe di gas naturale, la rilevazione di eventuali incendi e l’attivazione dei parametri essenziali per mantenere il terminale in condizioni sicure.

L’investimento sostenuto da Snam

La società guidata da Venier ha acquistato la nave rigassificatrice Golar Tundra lo scorso giugno da Golar Lng Limited per 350 milioni di dollari (circa 330 milioni di euro). L’investimento dell’intero progetto vale 100 milioni di euro. Nel complesso l’esborso di Snam è di circa 450 milioni.

Quanti rigassificatori ci sono in Italia?

I rigassificatori di Piombino e Ravenna si aggiungeranno ad altri tre già attivi in Italia. Il più grande è il Terminale gnl Adriatico (impianto offshore): un’isola artificiale che si trova in mare al largo di Porto Viro, in provincia di Rovigo, e ha una capacità di produzione annuale di 8 miliardi di metri cubi di gas.

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