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Nasdaq record, petrolio in frenata, banche in ripresa

Nuovo record storico dell’high tech Usa nel pieno della guerra commerciale – Attesa per la riunione Opec sul petrolio – In progresso le banche italiane a Piazza Affari e capitalismo familiare a due facce: la Borsa premia Recordati ma mortifica Ferragamo, che oggi cerca il recupero

Nasdaq record, petrolio in frenata, banche in ripresa

Marcia indietro di Donald Trump sull’immigrazione: i bambini non saranno più separati dai genitori “migranti” alla frontiera. La pressione congiunta della moglie Melania e di Papa Francesco ha imposto una frenata al presidente Usa.

Difficile che lo stesso capiti sul fronte dei commerci, dove vari fattori favoriscono la linea dura del presidente:

  • L’economia Usa accelera. Secondo il New York Times, gli ultimi dati segnalano addirittura una crescita del 4,5-5% nel secondo trimestre grazie alla spinta dei consumi.
  • Gli Usa sono assai meno esposti al trend dei commerci dei loro concorrenti: solo il 12% del prodotto interno lordo contro il 44% dell’Unione Europea.
  • La sola minaccia dei dazi ha invece avuto già rilevanti effetti sui partner europei, come dimostra il warning lanciato nella notte da Daimler.
  • La Cina, l’avversario più duro, non si limita a reagire con misure doganali. In attesa di eventuali ritorsioni sull’acquisto dei t Bond, Pechino ha risposto con la svalutazione del renmimbi, sceso stamane a 6,497 sul dollaro: -1,5% in una settimana, ai minimi da cinque mesi.

WALT DISNEY RILANCIA SU FOX: 71,3 MILIARDI

Le tensioni internazionali non frenano più di tanto i listini, oggi e domani concentrati sull’esito del meeting dei produttori di petrolio di Vienna.

Contrastati stamane i mercati asiatici. In terreno positivo il Giappone, sostenuto dall’ascesa del dollaro sullo yen. Salgono anche le Borse cinesi, grazie al sostegno delle autorità monetarie, pronte ad allargare i cordoni del credito per compensare i danni dei dazi Usa.

Seduta contraddittoria per i mercati Usa: il Nasdaq (+0,7%) ha messo a segno un nuovo record storico, così come l’indice Russell 2000 delle società piccole e medie e la Borsa di Toronto. Frena invece il Dow Jones (-0,17%). S&P 500 +0,17%

Sul fronte societario, tiene banco Walt Disney, che ha alzato a 71,3 miliardi l’offerta per 21st Century Fox (+7,5%).

L’IRAN APRE AD UN RIALZO DELLA PRODUZIONE

Terzo giorno filato di ribasso per il petrolio Brent, stamattina scambiato a Singapore a 74,3 dollari il barile (-0,5).

L’Iran si è dichiarato disponibile a sostenere un moderato aumento della produzione, comunque inferiore a quello gradito ad Arabia Saudita e, soprattutto, alla Russia. A render molto difficile una discesa dei prezzi è la costante crescita della domanda: le raffinerie Usa stentano a far fronte alla domanda.

A Piazza Affari Eni ha chiuso in ribasso (-0,7%) nel giorno della cessione a Mubadala Petroleum di una quota del 10% nella concessione di Shorouk, nell’offshore dell’Egitto, nella quale si trova il giacimento super-giant a gas di Zohr. Secondo una nota, Eni, attraverso la sua controllata Ieoc, detiene una quota di partecipazione nel blocco del 50%.

PIAZZA AFFARI SALE, POI RIPIEGA: +0,16%

Dopo una mattinata brillante, le Borse europee hanno ripiegato fallendo, complice la debolezza del Dow Jones, il tentativo di rimbalzo. Le preoccupazioni sull’escalation dei dazi (domani scattano le ritorsioni Ue) e il rallentamento della congiuntura del Vecchio Continente giustificano la linea della moderazione sui tassi confermata da Mario Draghi al vertice di Sintra. Nella stessa occasione il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito che l’economia Usa è pronta a sostenere un graduale rialzo del coto del denaro. L’euro resta debole, sotto la soglia di 1,16 sul dollaro, a 1,1591.

A sostenere la Borsa di Milano (+0,16%) è stato anche ieri il settore bancario. L’indice ha così chiuso in terreno positivo a quota 22.157 punti, dopo scambi in lieve crescita a 2,54 miliardi di euro.

Francoforte ha chiuso in progresso dello 0,14%. Daimler Usa ha annunciato il taglio degli utili dell’anno in corso: i dazi imposti dalla Cina sulle automobili importate dagli Stati Uniti hanno messo fuori mercato i suoi Suv Mercedes, prodotti negli States e venduti in Cina. Martin Daum, responsabile dei camion del gruppo tedesco, ha dichiarato che “i dazi rendono la nostra vita assai più difficile”.

Sale Londra (-0,31%) nel giorno in cui Theresa May ha superato un difficile test ai Comuni sulla Brexit. La sterlina è scivolata ai minimi da sette mesi sul dollaro, a 1,3169, alla vigilia della riunione odierna della Bank of England: visto il rallentamento dell’economia è opinione unanime che i tassi resteranno invariati.

L’unica Piazza in terreno negativo è stata Parigi (-0,34%). Madrid +0,34%, Zurigo +1,01%.

DRAGHI: “INCORAGGIANTE” L’ACCORDO FRANCO-TEDESCO

“È ancora troppo presto per valutare l’impatto sulla politica monetaria di un’escalation dei dazi Commerciali tra gli Stati Uniti e i loro partner, ma non c’è motivo per essere ottimisti”. A dirlo il presidente della Bce, Mario Draghi. Il numero uno dell’Eurotower ha detto poi che la proposta franco-tedesca di rafforzare l’unione monetaria attraverso un bilancio della zona euro è un passaggio incoraggiante che va accolto con favore.

LO SPREAD SALE A 219, DECENNALE A 2,555%

Finale di seduta poco mosso per i Btp. Le vendite si sono concentrate sulle scadenze più lunghe. Lo spread sui decennali chiude a 219 punti base, dopo una breve rottura di quota 220, e il tasso del decennale al 2,555%. Il mercato dovrebbe vivacizzarsi oggi per lo meno sul fronte del primario, con le aste francese e spagnola.

BANCHE ANCORA SUPERSTAR, MESSINA SPIEGA LE ALLEANZE

Piazza Affari ha trovato per il secondo giorno consecutivo conforto nel settore bancario grazie all’attesa di una strategia più accomodante della Vigilanza Bce sugli Npl. Guidano la corsa Banco Bpm, che ha chiuso in rialzo del 2,71%, Bper Banca (+2,52%), Unicredit (+2,77%) e Ubi Banca (+2,29%).

Intesa Sanpaolo +1,85% nel giorno della presentazione della nuova sede assicurativa del gruppo. L’ad Carlo Messina ha sottolineato che la banca ha in programma un’alleanza con un grande operatore internazionale ma “l’obiettivo è di crescere, non di uscire: in un’eventuale operazione la condizione è di avere la maggioranza”. L’ad si è soffermato sul costo che la crisi politica ha comportato “Noi capitalizzavamo 53-54 miliardi di euro, oggi siamo a 43 miliardi, siamo la quinta banca. È ovvio che se scendi a 33 miliardi sei contendibile nel contesto europeo”. L’intervento del ministro dell’Economia, Giovanni Tria ha evitato il peggio, “ma probabilmente andavano dette un mese fa e questo avrebbe evitato la salita dello spread e il crollo in Borsa”.

A proposito di sofferenze, la specialista DoBank ha messo a segno un rialzo del 5,96% all’indomani della presentazione del piano industriale.

CAPITALISMO FAMILIARE: RECORDATI SU, FERRAGAMO GIÙ

Sotto i riflettori, per opposti motivi, due gruppi familiari.

Recordati guadagna il 2,74% sulla conferma di trattative con Cvc per la cessione di una quota anche se sottolinea che ci sono molti ostacoli da superare e quindi non c’è certezza sulla prosecuzione delle trattative e sui tempi delle stesse”.

Crolla invece Salvatore Ferragamo (-8,44%) dopo il placement del 3,5% da parte dell’azionista di riferimento con uno sconto del 5% sulla quotazione, superiore alle attese.

GENISH: RESTO IN TELECOM, MA C’È CHI REMA CONTRO

Telecom Italia ha chiuso in calo dello 0,35%. Il titolo era positivo nella prima parte della seduta ma poi ha ritracciato dopo le parole dell’AD Amos Genish che tra le altre cose afferma che nel 2019 la società sarà promossa a sarà rating investment grade e quindi distribuzione dei dividendi. L’ad ha ribadito il suo “forte impegno a guidare questo processo (di trasformazione del gruppo), insieme a una fantastica squadra di manager per arrivare a questa transizione, fino a fine del 2020, anche oltre”. “Sfortunatamente – ha aggiunto- alcuni componenti del consiglio sono coinvolti nell’alimentare, dietro le quinte, speculazioni false, inaffidabili, interferendo allo stesso tempo con gli sforzi quotidiani del management”.

Da segnalare nel resto del listino il nuovo balzo di Reno De Medici. La quotazione si è spinta a 1,062 euro, settimo rialzo consecutivo, ad un prezzo che non si vedeva dall’agosto 2002 (da inizio anno +110%). Ad attirare l’attenzione sul primo produttore italiano e secondo europeo di cartoncino ricavato da materiale riciclato è stata l’acquisizione dal fondo tedesco di private equity Quantum Capital Partners, del 100% della società Barcelona Cartonboard Sau, attiva nel settore del cartoncino patinato.

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