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Napolitano: no al voto anticipato, prima la riforma elettorale

Il Capo dello Stato in occasione dei festeggiamenti per il 25 aprile chiede ai partiti di “non dare fiato alla cieca sfiducia e a qualche demagogo di turno”, ma di “confrontarsi fattivamente con il Governo fino alla conclusione naturale della legislatura” – Prima delle urne è necessario “varare una nuova legge elettorale”.

Napolitano: no al voto anticipato, prima la riforma elettorale

Nel celebrare la festa della Liberazione, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si scaglia contro l’anti-politica e richiama i rappresentanti dei cittadini alle proprie responsabilità.  

I partiti facciano la loro parte – ha detto il Capo dello Stato in occasione dei festeggiamenti per il 25 aprile a Pesaro -, si rinnovino per non dare fiato alla cieca sfiducia e a qualche demagogo di turno. Ci si fermi a ricordare e a riflettere prima di scagliarsi contro la politica. Occorre impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato, perché i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo”.  

L’obiettivo è “concretizzare risposte ai problemi più acuti – ha proseguito Napolitano -, confrontandosi fattivamente con il Governo fino alla conclusione naturale della legislatura. Devono fare la loro parte le istituzioni, dal Parlamento e dall’Esecutivo nazionale ai Comuni, peraltro condizionati oggi da gravi ristrettezze”. Ieri lo spettro delle elezioni anticipate era stato evocato da Silvio Berlusconi: secondo il Cavaliere, la sinistra vorrebbe tornare alle urne in ottobre, ma questa prospettiva è stata poi seccamente smentita dal leader del Pd, Pier Luigi Bersani.

Prima di pensare al voto, tuttavia, Napolitano ritiene necessario “varare una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, e non di votare dei nominati dai capi dei partiti”.

Quanto alla crisi economica che ha investito l’Italia e l’Europa, “abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza – ha ribadito ancora il Presidente – e abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile”.

Il Capo dello Stato ha poi sottolineato di essere convinto che l’Italia riuscirà a uscire dalla crisi attraverso un rilancio “dello sviluppo economico e sociale del Paese” e “sulla base di una giusta distribuzione dei sacrifici necessari”.

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