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Napoli e Roma: vincere per tenere vivi i sogni

La squadra di Sarri è distaccata di 6 punti dalla Juve e deve assolutamente battere il Palermo in trasferta se vuole inseguire ancora il sogno scudetto: “Ci credo ancora” dice il mister del Napoli – Novellino debutta sulla panchina dei siciliani – La Roma va Udine per consolidare il terzo posto e cancellare la delusione di Madrid in uno stadio tutto nuovo, dove Colantuono è a rischio esonero.

Napoli e Roma: vincere per tenere vivi i sogni

Rispondere alla Juventus per tenere vivo il sogno scudetto. Il Napoli riparte da Palermo (ore 20.45) con l’obiettivo di conquistare i 3 punti, praticamente obbligatori vista la vittoria dei bianconeri nell’anticipo col Sassuolo. Un successo che, seppur momentaneamente, ha portato la squadra di Allegri a + 6 su quella di Sarri, un fardello pesante che aumenta la pressione su tutto l’ambiente azzurro. “Questa è la conseguenza di un calcio che non mi piace, se fosse per me giocheremmo tutti contemporaneamente – il pensiero del tecnico partenopeo. – E’ inutile pensare alla Juve, ho già detto ai miei che sarebbe da teste di c… farlo. Non possiamo far nulla su chi vince da 5 mesi senza sosta, tutto questo crea solamente pressione”. Insomma, più che il Palermo di Novellino (al debutto dopo l’esonero di Iachini, il settimo stagionale deciso da Zamparini) il vero pericolo è l’ansia da prestazione. Una vittoria però darebbe un bel segnale a tutto il campionato, della serie che il Napoli non intende mollare fino a quando la matematica lo consentirà. “Non azzero il sogno, anzi ci credo ancora – ha ribadito Sarri. – Davanti abbiamo una squadra che fa cose incredibili e poi c’è quel particolare da 200 milioni in più: un fatturato maggiore non significa vincere per forza, ci mancherebbe, però aiuta e mi sembra che anche la Juve, quando affronta il Barcellona, faccia gli stessi discorsi”. Il tecnico è carico, questa sera vedremo se la squadra avrà recepito correttamente il suo messaggio. Al Barbera scenderanno in campo i titolarissimi: Reina in porta, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Allan, Jorginho e Hamsik a centrocampo, Callejon, Higuain e Insigne in attacco. Tanta curiosità sul fronte Palermo: Novellino, arrivato nel capoluogo siciliano solo mercoledì, cambierà qualcosa o confermerà il lavoro di Iachini? La sensazione è che si vada verso la prima strada, con un passaggio dal 3-5-2 visto sin qui a un inedito 4-3-2-1 con Sorrentino tra i pali, Struna, Cionek, Gonzalez e Pezzella nel reparto arretrato, Hiljemark, Jajalo e Chochev in mediana, Vazquez e Quaison sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Gilardino.

Gli azzurri scenderanno in campo consapevoli anche del risultato della Roma, impegnata a Udine nel pomeriggio (ore 15) e pronta ad avvicinarsi a soli 2 punti di distanza. L’obiettivo dei giallorossi, almeno ufficialmente, resta il terzo posto ma è chiaro che la medaglia d’argento intriga molto, tanto più che ci sono ancora 10 partite a disposizione e lo scontro diretto all’Olimpico. Più che l’Udinese di Colantuono (1 sola vittoria nelle ultime 10 gare) a preoccupare è l’aspetto psicologico derivato dall’eliminazione europea, che potrebbe aver lasciato qualche strascico nonostante l’ottima striscia di vittorie (7) del campionato. “Effettivamente ciò che conta di più è l’aspetto mentale – ha confermato Spalletti. – Dopo la partita di Madrid ho voluto far capire che il rammarico era più importante dei complimenti, se vogliamo crescere dobbiamo ragionare così. Ad ogni modo dovremo fare attenzione all’Udinese: conosco bene quel tipo di ambiente, hanno poche pressioni e possono giocare più tranquilli”. Esattamente il contrario di Roma, una città che vive di calcio nel bene e nel male. Gli elogi al lavoro di Spalletti sono unanimi (caso Totti a parte, ovviamente), le critiche nei confronti di alcuni giocatori anche. E’ il caso di Dzeko, nuovamente sulla graticola dopo la brutta prova del Bernabeu, culminata con un errore decisivo ai fini della qualificazione. “Da lui mi aspetto che venga a pregarmi per riavere una maglia – le parole del tecnico. – Deve avere motivazioni, sono convinto che saprà reagire attraverso le sue qualità. Ecco perché a Udine giocherà titolare, ha bisogno di recuperare fiducia”. Al netto di qualche dubbio di formazione (Pjanic e De Rossi non sono ancora al meglio e dovrebbero partire dalla panchina), dovremmo rivedere il 4-2-3-1 di Madrid con Szczesny in porta, Florenzi, Manolas (stringerà i denti nonostante un problema all’adduttore, non dovesse farcela toccherà a De Rossi), Zukanovic e Digne in difesa, Keita e Nainggolan a centrocampo, Salah, Perotti ed El Shaarawy sulla trequarti, Dzeko in attacco. Colantuono, a rischio esonero per stessa ammissione di Pozzo e contestato dalla piazza (gli ultras dell’Udinese entreranno solo al 15’ per protesta), tenterà l’impresa con il consueto 4-3-3: Karnezis tra i pali, Hertaux, Danilo, Felipe e Armero nel reparto arretrato, Badu, Kuzmanovic e Hallfredsson in mediana, Bruno Fernandes, Di Natale e Thereaux là davanti.

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