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Musk e Twitter: le banche che hanno finanziato 13 miliardi per l’acquisto di Twitter temono svalutazioni fino al 20%

Troppo pesante il mercato per vendere i prestiti: ci sarebbero perdite milionarie. In vista delle trimestrali le 7 banche stanno calcolando le svalutazioni: sono fino al 20%

Musk e Twitter: le banche che hanno finanziato 13 miliardi per l’acquisto di Twitter temono svalutazioni fino al 20%

Le trimestrali Usa sono alle porte e i riflettori sono puntati sugli utili delle big della finanza di Wall Street, già sotto pressione a causa del crollo dei ricavi dell’investment banking. Dopo i potenti smacchi di Elon Musk, c’è chi si sta preoccupando per i bilanci delle 7 grandi banche che hanno prestato fondi al patron di Tesla per l’acquisto di Twitter. Certamente esse dovranno contabilizzare le perdite sui prestiti nel quarto trimestre, mentre il mercato certamente non aiuta. Quanto e come dovranno valutare perdite per non colpire in modo eccessivo gli utili? I bilanci delle banche di Wall Street sono già alle prese con un contesto di indebolimento dell’economia globale.

Le sette grandi banche guidate da Morgan Stanley hanno elargito finanziamenti a Elon Musk complessivamente per 13 miliardi di dollari.
Oltre a Morgan Stanley, il consorzio comprende Bank of America Corp (BAC.N), Barclays Plc, Mitsubishi UFJ Financial Group Inc (8306.T), BNP Paribas SA (BNPP.PA), Mizuho Financial Group Inc (8411.T) e Societe Generale SA (SOGN.PA).

Il mercato sta quotando a livelli molto bassi i prestiti: vendere ora porterebbe a perdite miliardarie

In genere le banche vendono i prestiti agli investitori, ma questi ultimi al momento si stanno tenendo alla larga da asset troppo rischiosi e se le banche cercassero di vendere i prestiti ora, non otterrebbero più di 60 centesimi di dollaro per l’obbligazione garantita e un prezzo ancora più basso per la parte non garantita. Ciò si tradurrebbe in perdite per miliardi di dollari per il consorzio nel suo complesso, secondo fonti riportate dall’agenzia Reuters.

Situazione preoccupante per Twitter, Tesla in netto calo

Oltretutto ultimamente gli inserzionisti di Twitter sono fuggiti, preoccupati per l’approccio di Musk al controllo dei tweet, il che ha colpito ulteriormente le entrate e la capacità di pagare gli interessi sul debito del social network. Per tagliare i costi Twitter non ha pagato per settimane l’affitto della sua sede di San Francisco e di altri uffici nel mondo, e ha rifiutato di pagare anche il conto da 197.725 dollari per le spese aeree private effettuate nella settimana in cui Musk ha acquistato il social, secondo quanto riportato dal New York Times. E’ di ieri la notizia secondo cui Musk ha perso lo scettro di uomo più ricco del mondo dopo il tonfo di Tesla a Wall Street. Ora a detenere il titolo è Bernard Arnault. Tesla ieri a Wall Street ha chiuso con una perdita del 4,1%.

I 10 mld di prestiti garantiti da Twitter potrebbero essere svalutati fino al 20%, gli altri 3 anche di più

La fetta più grande del debito che è rappresentata da 10 miliardi di dollari di prestiti garantiti dagli asset di Twitter, potrebbe dover essere svalutata fino al 20%, secondo una delle fonti. Mentre secondo altre le banche potrebbero accettare solo una svalutazione del 5%-10% sulla parte garantita del prestito.

I restanti 3 miliardi di dollari di prestito non garantiti, potrebbero portare a perdite più consistenti per le sette banche, le quali hanno anche preso in considerazione la possibilità di sostituire la parte non garantita del debito con un prestito a Musk sostenuto dalle sue azioni di Tesla Inc (TSLA.O), la casa automobilistica, ha detto una delle fonti a Reuters. Musk, tuttavia, ha dichiarato che è meglio evitare tali prestiti nell’attuale contesto macroeconomico.

Come assorbire le perdite, così da non colpire troppo gli utili ?

Le banche devono in ogni caso trovare il modo di valutare il prestito al suo valore di mercato nei loro libri contabili e accantonare fondi per le perdite che dovranno essere riportati nei risultati trimestrali. In assenza di un prezzo determinato dalle vendite del debito sul mercato, tuttavia, ogni banca può decidere quanto svalutare in base alle proprie verifiche e al proprio giudizio, cercando di non impattare eccessivamente sugli utili. Tra le ipotesi di gestione di queste perdite indicate dalle fonti, che è anche il frazionamento nell’arco di diversi mesi, riducendo così l’impatto sugli utili in un singolo trimestre. Oppure le banche potrebbero optare per una distribuzione tra le divisioni di investment banking e di trading, in modo da renderle così contenute da non dover essere comunicate separatamente, ha detto una delle fonti.

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