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Mps in rosso: perde 360 milioni nel terzo trimestre 2022 dopo 1 miliardo per gli esodi. Lovaglio: “Inizia una nuova era”

Ricavi stabili a 2,2 miliardi. Il risultato sconta 925 milioni di euro di costi di ristrutturazione legati all’uscita volontaria di oltre 4 mila dipendenti – Il titolo Mps si muove in territorio negativo

Mps in rosso: perde 360 milioni nel terzo trimestre 2022 dopo 1 miliardo per gli esodi. Lovaglio: “Inizia una nuova era”

Mps, che ha appena chiuso un complesso aumento di capitale da 2,5 miliardi, ha registrato nel terzo trimestre del 2022 una perdita di 360 milioni di euro a fronte di un utile di 388 milioni di euro conseguito nei primi nove mesi del 2021. Il risultato del terzo trimestre (pari a -388 milioni di euro) risulta in calo rispetto al trimestre precedente (pari a +18 milioni di euro). 

Ad incidere sul bilancio i 925 milioni di oneri di ristrutturazione una tantum legati alle uscite volontarie di oltre 4.000 dipendenti, la cui attivazione era subordinata alle disponibilità patrimoniali previste dal Piano e che risulta pertanto già essere sanato con l’avvenuta conclusione dell’aumento di capitale. Gli esodi avrebbero portato la banca senese guidata dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio ad un rosso di 794,4 milioni, ma in questo caso l’istituto ha beneficiato di un bonus fiscale di 407,3 milioni di euro. Escludendo tali costi di ristrutturazione, l’utile netto al 30 settembre 2022 è pari a 565 milioni di euro, supportato da un risultato ante imposte di 150 milioni di euro e un positivo impatto delle tasse per 415 milioni di euro.

A Piazza Affari, nei primi scambi, il titolo Mps saliva di oltre l’1% poi è passato in territorio negativo (-0,74% a 1,79 euro per azione).

Terzo trimestre 2022: i principali risultati di Mps

Al 30 settembre 2022 il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 2.248 milioni di euro, in lieve calo (-0,5%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa della diminuzione degli altri ricavi della gestione finanziaria, che nei primi nove mesi del 2022 scontano minori utili derivanti dalla cessione dei titoli. Ma tengono grazie alla spinta del margine di interesse (+15,7% a 1.039,7 milioni), che beneficia del rialzo dei tassi e di un minor costo della raccolta, mentre le commissioni scendono del 5% a 1.055,3 milioni di euro e il risultato della gestione finanziaria si dimezza a 137,7 milioni. Contribuiscono alla formazione dei ricavi anche il risultato netto dell’attività di copertura pari a +9 milioni di euro, in crescita rispetto ai primi nove mesi del 2021 (pari a +8 milioni di euro) e con un contributo del terzo trimestre 2022 in calo rispetto al trimestre precedente (-2,4 milioni di euro); e altri proventi/oneri di gestione positivi per 16 milioni di euro, in miglioramento rispetto a quanto registrato nei primi nove mesi del 2021 (pari a -26 milioni di euro). Il contributo del terzo trimestre, pari a -3 milioni di euro risulta in peggioramento rispetto al trimestre precedente (pari a 22 milioni di euro).

Stabili i costi operativi (+0,3%) a 1,59 miliardi di euro mentre le rettifiche su crediti balzano dai 27,7 milioni del 2021 a 320 milioni di euro, in quanto scontano gli effetti delle cessioni di crediti deteriorati nonché il costo derivante dall’aggiornamento dello scenario macroeconomico base. 

Il risultato operativo netto registra una flessione del 47,9% a 337,5 milioni mentre quello lordo, che non sconta ancora il costo del credito, scende da 673 a 656 milioni (ma è in crescita del 13,5% al netto del contributo in calo della cessione di titoli).

I coefficienti patrimoniali

Sotto il profilo della solidità patrimoniale, al 30 settembre 2022 il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in si è attestato a 10% (11,7% al 30 giugno 2022, 12,5% a fine 2021) e il Total Capital Ratio è risultato pari a 13,9% (15,4% al 30 giugno 2022, 16,1% a fine 2021). Considerato l’aumento di capitale di 2,5 miliardi, il Common Equity Tier 1 Ratio phased-in pro-forma si attesta al 15,7% e il Total Capital Ratio pro-forma al 19,5%.

Il rapporto costi/ricavi (cost to income ratio) al 30 settembre era del 70,8% dal 70,7% del 2021, l’Npe ratio sui crediti in sofferenza al 2,1% dal 2,6% di un anno prima, il gross Npl ratio al 3,1% dal 3,8% precedente.

Lovaglio (Ad Mps): “Iniziato un nuovo capitolo”

“Sono molto soddisfatto abbiamo iniziato un nuovo capitolo per la banca più antica del mondo – così l’Ad Luigi Lovaglio commenta i conti della banca -. Grazie al successo dell’aumento di capitale, “operazione complessa svolta in un contesto di mercato volatile”, Mps potrà ridurre di “oltre il 20% in un solo colpo” i costi del personale “posizionandosi per sfruttare le sue grandi potenzialità nei prossimi trimestri e preparando la strada a risultati in miglioramento”.

“Abbiamo già posto le basi per i prossimi anni e prevediamo di raggiungere in anticipo gli obiettivi di Piano”. Secondo il top manager Mps potrebbe tornare al dividendo in anticipo rispetto al piano: “Già con l’utile 2022 in mancanza di preclusioni normative specifiche”. Per quanto riguarda le uscite volontarie “consentiranno di risparmiare oltre 300 milioni all’anno e daranno un contributo notevole al raggiungimento del target di 700 milioni di utili” mentre si registra una “evoluzione positiva anche sul rischio legale”. “Ci troviamo di fronte a una svolta e siamo convinti che il meglio debba ancora arrivare”, ha concluso Lovaglio aggiungendo, sulla remunerazione degli azionisti, “la posizione di capitale crea spazio per un anticipo sulla distribuzione già con gli utili del 2022.

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