Condividi

Mps e banche in crisi, iI governo studia come pubblicare i nomi dei grandi debitori

Riunione a Palazzo Chigi tra il premier Gentiloni e Boschi, Finocchiaro, Zanda e Rosato per definire le condizioni di maggiori trasparenza sul salvataggio della banca senese e delle altre quattro in difficoltà. La proposta era stata avanzata dal presidente dell’Abi Patuelli.

La proposta del presidente dell’Abi Patuelli trova ascolto nel governo. Rendere noti i nomi dei grandi debitori che, con la loro insolvenza, hanno portato sull’orlo del fallimento Mps ma anche CariFerrara, Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti oltre ai disastri in Veneto con Popolare Vicenza e Veneto Banca: dopo il primo sì arrivato dal sottosegretario all’Economia Baretta è Palazzo Chigi a prendere in serio esame la proposta. Una riunione si è svolta tra il premier Paolo Gentiloni, la sottosegretaria alla Presidenza maria Elena Boschi, la ministra per i rapporti con il Parlamento Angela Finocchiaro e i capigruppo Pd al Senato e alla Camera, rispettivamente Luigi Zanda e Ettore Rosato.

Si tratta in altre parole di rendere pubblici, quando i soldi dello Stato sono necessari per salvare banche sull’orlo del dissesto, i nomi dei principali debitori. La proposta avanzata da Patuelli ha per obiettivo di fare emergere le responsabilità nei crack bancari senza scaricare genericamente le colpe sul sistema e sui banchieri e cade proprio mentre inizia al Senato l’iter di conversione del decreto, già varato dal governo, che stanzia una dote di 20 miliardi di debito aggiuntivo per consentire la ricapitalizzazione e, quindi, il salvataggio di Mps e dei piccoli risparmiatori (40.000) che hanno investito in obbligazioni subordinate della banca senese e che altrimenti vedrebbero andare in fumo circa 2 miliardi di risparmi.

Intervenire sulla materia non sarà comunque semplice. Non tanto per problemi di privacy in quanto i nomi degli insolventi sono comunicati dalle banche alla Vigilanza della Banca d’Italia e sono disponibili anche per i creditori. Il Garante della Privacy, Antonello Soro ha infatti fato sapere che le regole di riservatezza previste per i singoli individui, non si applicano invece alle imprese. Resta il fatto che il Codice civile prevede il segreto bancario e la stessa Consulta ha spesso richiamato le norme sulla correttezza e la buonafede dei contratti. Quindi occorrerà stabilire una deroga riservata ai casi in cui lo Stato interviene per i salvataggi.

Intanto alla Camera l’invito di Patuelli è stato trasformato in una mozione che invita il governo a rendere noti “i nomi dei principali debitori insolventi delle banche”.

Commenta