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Banche e debitori insolventi: fuori i nomi

I nomi dei debitori insolventi delle banche salvate potrebberoessere resi noti grazie ad una norma di legge. La proposta, avanzata ieri, 8 gennaio, dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli, ha trovato una sponda inaspettata nel Governo.

I nomi dei debitori insolventi delle banche salvate potrebbero essere resi noti grazie ad una norma di legge. La proposta, avanzata ieri, 8 gennaio, dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli, ha trovato una sponda inaspettata nel Governo.

Ad aprire all’ipotesi è il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che si dice disponibile a fare chiarezza, anche se ammette che non sarà facile

“Io chiedo a titolo personale che vengano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche che sono state salvate”, aveva proposto Antonio Patuelli in un’intervista al Mattino.

Impossibile non pensare al caso Monte dei Paschi. Secondo il numero uno dell’Abi bisogna “far luce sui prestiti andati a male, perché sono noti coloro che amministravano queste banche, sono ignoti coloro che invece non hanno restituito i prestiti alle medesime banche.”

A raccogliere l’appello del banchiere è il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta:”Il fatto che sia il presidente dell’Associazione tra le banche italiane ad avanzare l’idea di rendere pubblici i nomi dei primi 100 debitori colpevoli del fallimento delle loro banche o di avere costretto lo Stato e i risparmiatori a intervenire per salvarle dalla risoluzione è sicuramente un bel segnale di moralizzazione che va raccolto e approfondito”. E aggiunge: “Nel settore bancario molta gente, molte famiglie hanno pagato prezzi rilevantissimi in questi anni. Mi pare eticamente giusto proporre che siano noti i nomi di chi ha contribuito a creare questa situazione”.

Poi però arriva una precisazione che raffredda gli entusiasmi: “la proposta non è di facile realizzazione perché un intervento legislativo agirebbe direttamente su una situazione di mercato e la cosa potrebbe creare più di un dubbio”.

Baretta precisa infine che “la discussione del resto sarà fatta in Parlamento dove c’è già la proposta di istituire una commissione d’indagine sullo stesso argomento che noi pensiamo possa essere decisiva per accrescere la trasparenza e la chiarezza sull’operato delle banche. Vorrei ricordare che parliamo di commissione d’indagine e non di inchiesta per non invadere il compito della magistratura cui sono appunto delegate le inchieste sul fallimento degli istituti di credito”.

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