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Monti-D’Alema, fuoco incrociato su Renzi

I due ex Premier all’attacco dell’attuale Presidente del Consiglio – Il Professore: “Il mio governo in pochi giorni ha messo in campo riforme concrete, non slides” – D’Alema: “I risultati per ora non sono stati soddisfacenti. Un partito non può essere il movimento del Premier” – I renziani replicano: “Forse pensa ancora alle recenti nomine in Europa…”.

Monti-D’Alema, fuoco incrociato su Renzi

Il premier Matteo Renzi incassa due attacchi frontali da parte di Mario Monti e Massimo D’Alema. “Il mio governo – ha detto il senatore a vita intervistato da Agorà Estate – in pochi giorni ha messo in campo la riforma delle pensioni e la riforma della tassazione, introducendo di fatto una patrimoniale. Riforme concrete, non slides. Siamo stati attenti a distribuire l’impopolarità a destra e a sinistra: la verità è che se il governo è all’altezza, cioè fa le cose, viene mandato a casa. E’ successo anche a Schroeder in Germania”. 

Quanto alla politica europea, il Professore dà alcuni consigli al nuovo Presidente del Consiglio: “Renzi si sta muovendo bene in Europa, anche se ha poca esperienza, si muove senza complessi. Gli suggerirei però di essere più stabile, meno ondeggiante ed emotivo. L’Italia in questi anni non ha mai chiesto le deroghe di cui lui parla. Poi dice che l’Italia deve tornare a essere guida dell’Europa, ma rischia di essere considerato velleitario. Certo, l’elezione della Mogherini è un ottimo risultato, non è solo una cosa simbolica. C’è un cantiere in cui l’Europa si costruisce, Mogherini è una persona forte, credo possa fare molto”. 

Nel merito dei provvedimenti principali varati dal governo Renzi, Monti afferma che non avrebbe “scelto il rimborso degli 80 euro come provvedimento importante. Suggerirei poi a Renzi di mettere su un sito, oltre che sulle riforme, anche sulle controriforme in corso: l’orario di apertura dei negozi alla domenica sta facendo macchina indietro, la razionalizzazione dei tribunali si sta fermando; e poi ciò che il presidente Cesare Damiano (alla guida la commissione Lavoro di Montecitorio, ndr) cerca di fare in materia di riforma delle pensioni”.

Una sonora bocciatura arriva anche da Massimo D’Alema: “I risultati per ora non sono stati soddisfacenti – ha detto l’ex Presidente del Consiglio -. Un partito non può essere il movimento del premier, che si circonda di persone fiduciarie. In questo momento la maggiore preoccupazione deve essere la situazione economica e sociale del Paese. Adesso vediamo quando arriveranno i provvedimenti, in particolare la manovra entro ottobre. A quel punto comprenderemo meglio quale sono le risposte, cercando di andare alla sostanza dei problemi perchè mi pare che i cittadini attendono risposte sostanziali”. Riguardo alla cosiddetta ‘annuncite’ di cui è accusato l’Esecutivo, “l’Italia ne ha sofferto moltissimo: nel corso dei governi di Berlusconi era un’attività costante”, affonda ancora D’Alema.

Parole a cui i renziani non hanno mancato di replicare: “D’Alema rinnova la sua storica avversione per gli elettori – ha affermato la parlamentare europea Isabella De Monte -. Erano bellissimi i partiti che perdevano le elezioni ma avevano un leader maximo”. Le fa eco Ernesto Carbone: “Caro Massimo, se i governi di centrosinistra avessero fatto la metà di queste cose probabilmente la storia di questo Paese e del nostro partito sarebbe stata molto diversa”. Infine, la frecciata di Andrea Marcucci su Twitter: “D’Alema parla male, ça va sans dire, del governo Renzi e del Pd. Forse pensa ancora alle recenti nomine in Europa…”.

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