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Mondiale di Russia al via: notti magiche ma senza l’Italia

Russia-Arabia Saudita inaugura oggi a Mosca, sotto gli occhi di Putin e di miliardi di persone nel mondo, il Mondiale di calcio che animerà l’estate fino a metà luglio – Cinque i candidati alla vittoria finale: Brasile, Argentina, Germania, Spagna e Francia

Mondiale di Russia al via: notti magiche ma senza l’Italia

Doveva essere il giorno più atteso dell’anno invece, purtroppo, è proprio il contrario. Il Mondiale di Russia apre i battenti e l’Italia non c’è, con la logica conseguenza che tutto ci sembra maledettamente distante e non solo per i chilometri che separano Roma da Mosca. Abbiamo preso atto da tempo di ciò, per la precisione da quel 13 novembre in cui non riuscimmo a segnare neanche un gol alla Svezia, un conto però è sapere che succederà, un altro è sbatterci il naso.

Trentadue Paesi si preparano a vivere le cosiddette “notti magiche”, per noi, invece, sarà solo un grande spettacolo calcistico da vedere davanti alla tv. Perché quello resta indipendentemente dalla nostra presenza e promette, una volta ingoiato il boccone amaro, di ravvivarci il mese a venire.

Si parte oggi con Russia – Arabia Saudita (Mosca, ore 17), sotto gli occhi di miliardi di persone e di Vladimir Putin, l’uomo che più di tutti ha voluto il Mondiale in casa sua, come dimostrano i 12 miliardi investiti nelle infrastrutture. Lo Zar si aspetta un’organizzazione perfetta e uno spettacolo all’altezza, per quanto anche lui sappia come la sua Russia non possa certo ambire alla vittoria finale.

Per quella ci sono il Brasile, l’Argentina, la Germania, la Francia, teoricamente la Spagna, anche se le ultime vicissitudini mettono un bel punto interrogativo su Ramos e compagni. Già, perché la Roja ha pensato bene di movimentare la vigilia con l’esonero di Lopetegui, reo di aver firmato con il Real Madrid senza avvertire la propria federazione. Uno smacco su cui Luis Rubiales non ha potuto glissare e così la Spagna affronterà il Portogallo con Hierro allenatore, ironia della sorte bandiera blanca.

Solo il campo ci dirà se il fatto, clamoroso a questi livelli, avrà o meno delle conseguenze, in ogni caso le Furie Rosse partono comunque tra le favorite, forti di campioni come Silva, Isco, Diego Costa e Iniesta, quest’ultimo ai titoli di coda di una splendida e vincente carriera. Per il resto, come detto in precedenza, ci sono le solite big a guardarsi in cagnesco.

Il Brasile di Neymar vuole riscattare la figuraccia di 4 anni fa (memorabile l’1-7 contro la Germania) e, sulla carta, ha tutto per riuscirci: i verdeoro di Tite hanno campioni in attacco (oltre a O’Ney ci sono Gabriel Jesus e Coutinho) ma anche a centrocampo (Paulinho e Casemiro) e in difesa (Thiago Silva, Miranda, Marcelo, Alisson) e partono per vincere quella coppa che manca dal 2002.

Dopo la Seleçao c’è sicuramente la Germania campione in carica, che Loew ha costruito con un mix tra i soliti noti (Muller, Ozil, Khedira, Neuer, Hummels, Boateng) e alcuni giovani molto interessanti come Draxler e, soprattutto, il bomber Timo Werner.

Con la Spagna (di cui abbiamo già parlato abbondantemente) finisce il podio delle favorite, dopodiché ci sono le outsider: la Francia di Deschamps (Griezmann, Mbappé e Pogba le stelle) e l’Argentina di Sampaoli (con Messi, Aguero e Di Maria in copertina).

Altre Nazionali interessanti? L’Inghilterra di Harry Kane, il Portogallo di Cristiano Ronaldo, l’Uruguay di Cavani e Suarez, il Belgio di Hazard, la Croazia di Modric.

Possibili sorprese (difficilissime da prevedere, altrimenti non sarebbero tali) potrebbero essere la Serbia di Milinkovic-Savic e il Senegal di Koulibaly, che secondo Mourinho vincerà addirittura il girone con Polonia, Giappone e Colombia.

Squadre simpatia? Lo vedremo, intanto però registriamo le candidature di Islanda, Costa Rica e Panama, decisamente le più accreditate. Un bel circo di campioni e partite che ci terrà compagnia fino al 15 luglio, giorno della finalissima di Mosca: 31 giorni tutti da vivere, anche se solo da spettatori neutrali. Con la speranza che una cosa così non succeda mai più.

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