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Moncler perde oltre il 5% su prospettive macro incerte. Stessa sorte di altri brand del lusso

L’Ad Ruffini: “Mentre entriamo nella parte più importante dell’anno, rimaniamo vigili in uno scenario macroeconomico incerto, ma allo stesso tempo fiduciosi nella solidità dei nostri marchi”

Moncler perde oltre il 5% su prospettive macro incerte. Stessa sorte di altri brand del lusso

Giornataccia per Moncler a Piazza Affari che alle prime battute nemmeno riusciva a fare prezzo per eccesso di ribasso, per poi aprire registrando un calo di oltre il 5% sulla scia dei dati sul fatturato pubblicati ieri. A far storcere il naso agli investitori non sono state tanto le vendite del terzo trimestre della casa di moda, che sono risultate in linea con le previsioni. A non piacere sono state le previsioni di trend più deboli per la fine dell’anno, secondo quanto riportato dagli analisti. Gli investitori temono che Moncler, così come le altre aziende della moda, risentano nei mesi venturi di un rallentamento delle vendite, considerando il contesto macro poco brillante in Europa e Stati Uniti e in più l’andamento dell’economia cinese inferiore alle aspettative.

Moncler in tarda mattinata perde il 5,75% a 48,88 euro con un FTSE MIB in rialzo dello 0,52%. Pesanti tutti i titoli della moda e del lusso, con Brunello Cucinelli che perde oltre l’1% a 74,05 euro, Salvatore Ferragamo in calo dello 0,88% a 11,23 euro e Geox a 0,62 EUR, in calo dell’1,42%.

Moncler nel terzo trimestre ricavi in crescita del 17% su anno

La casa di moda specializzata in piumini, nel periodo luglio-settembre ha continuato a crescere, ma l’ingresso nella parte più importante dell’anno, quella della stagione invernale, desta qualche preoccupazione. Moncler ha chiuso in tenuta il terzo trimestre 2023 realizzando ricavi consolidati per 1,8 miliardi di euro, in crescita del 17% anno su anno. Un risultato raggiunto grazie al contributo di quasi 1,5 miliardi del brand Moncler (+21%) e ai 310,1 milioni (+3%) di Stone island, leggermente inferiore alla stima di 312,1 milioni.

Nel terzo trimestre dell’anno, il canale distributivo direct-to-consumer relativo al marchio ammiraglio ha proseguito il suo percorso di crescita a doppia cifra (+18%) grazie al contributo positivo di tutte le regioni nonostante la più sfidante base di confronto. Stone island ha invece chiuso il terzo trimestre in linea con lo stesso periodo dell’anno scorso, guidato da una crescita a doppia cifra del canale dtc (+16%) legata prevalentemente alla performance positiva registrata nell’area Emea e in Giappone.

Invece il canale wholesale mostra un calo dei ricavi del 9%

Il canale wholesale ha registrato invece una riduzione dei ricavi del 9% anno su anno nel terzo trimestre, il più rilevante dell’anno per questo canale, a causa dell’impatto legato alle conversioni a modello di business dtc di alcuni dei clienti wholesale più importanti del mercato americano.

“Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti durante il terzo trimestre dell’anno, nel quale sia Moncler sia Stone island hanno registrato una robusta crescita a doppia cifra nel principale canale, quello diretto, nonostante il contesto continuamente volatile in cui ci troviamo a operare», ha commentato il presidente e amministratore delegato Remo Ruffini. “Mentre entriamo nella parte più importante dell’anno, rimaniamo vigili in uno scenario macroeconomico incerto, ma allo stesso tempo fiduciosi nella solidità dei nostri marchi e della nostra chiara visione strategica”.

Analizzando le vendite per area geografica, il brand Moncler ha registrato in Asia un fatturato di 705,3 milioni (+29%), leggermente sopra le stime. Invece, nel mercato EMEA, il fatturato è aumentato del 18% a 573,2 milioni (attese 585,2 milioni) e nelle Americhe è leggermente calato (-0,2%) a 217,8 milioni (oltre la stima di 213,5 milioni).

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