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Milano e Napoli: un voto che peserà sul Governo

Soprattutto alla maggioranza servirebbe un risultato positivo, ma Berlusconi dice che comunque l’Esecutivo andrà avanti e denuncia ad Obama “la dittatura dei giudici di sinistra”.

Milano e Napoli: un voto che peserà sul Governo

Comunque vadano le cose il risultato dei ballottaggi (Napoli e Milano in testa) è destinato a pesare, e tanto, sulla sorte del Governo e sul futuro della Legislatura. Le ultime mosse di Berlusconi nella campagna elettorale segnalano che la maggioranza è in affanno: l’alleanza con la Lega è stata messa a dura prova, i responsabili attendono con sempre maggiore impazienza l’attribuzione di nuovi sottosegretari. Insomma, chi avrebbe bisogno più di tutti di buone notizie dalle urne dei capoluoghi lombardo e campano, è proprio il premier. Il quale però ha dato l’impressione di voler depotenziare il più possibile il significato politico dei risultati elettorali. L’esatto contrario di quello che aveva fatto in occasione del primo turno.

Così, è andato in televisione a spiegare che anche se, per la debolezza dei candidati, il centro-destra non vincerà, il Governo non ne risentirà e potrà andare avanti in un ampio piano di riforme, che comincia dalla Giustizia e dal Fisco. Il giorno dopo ha poi voluto annunciare (a margine di un vertice internazionale) ad un attonito presidente degli Stati Uniti che in Italia c’è quasi una dittatura dei giudici di sinistra. Comportamenti, come si vede, se non schizzofrenici, almeno bizzarri. Che non si sa quanto possano aver aiutato Lettieri e la Moratti nelle rispettive sfide con De Magistris e Pisapia. Per contro nelle ultime ore tra i partiti del centro-sinistra c’è un diffuso ottimismo sul risultato dei ballottaggi. Al quale però non corrisponde ancora una chiara indicazione di alternativa politica sulla questione del Governo.

Bersani lascia intendere che, se Berlusconi perderà, meglio andare al voto al più presto. Un modo per lasciare comunque la palla nel campo della maggioranza dove si respira un clima di tutti contro tutti. Con la Lega che evoca addirittura uno sciopero fiscale se alcuni ministeri non andranno al Nord, mentre nel Pdl si ha l’impressione che molti si stiano riposizionando in vista del dopo-Berlusconi, che quest’ultimo colloca però soltanto alla fine del completamento della Legislatura.

Sarà possibile in questo contesto portare avanti quel vasto piano di riforme che il premier evoca, almeno come annunci, con continuità? Forse. Ma soltanto in caso di un buon risultato per i partiti di governo. Per questo, anche se si tratta di elezioni amministrative, il voto di Milano e Napoli condizionerà il futuro del Governo, della maggioranza e della Legislatura. Intanto (e non è un segnale da poco) la Lega si mostra sempre più insofferente ad andare alle elezioni in un’alleanza coatta con il Pdl, e questo potrebbe rimettere in moto anche la possibilità di cambiare la legge elettorale. Da martedì prossimo, a urne chiuse, molte cose potrebbero cambiare.

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