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Milan, Montella trema: la Roma è un bivio e Ancelotti un’ombra

Se perdono contro la Roma, i rossoneri – padroni assoluti del calciomercato d’estate – vanno in crisi: la dirigenza del Milan è inquieta e la panchina di Montella traballa – Dietro l’angolo c’è Carletto Ancelotti, l’amato ex appena licenziato dal Bayern.

Milan, Montella trema: la Roma è un bivio e Ancelotti un’ombra

Dentro o fuori. Sembra incredibile ma il Milan re del mercato 2017 è già davanti a un bivio: battere la Roma (o quantomeno non perdere) e rilanciarsi in chiave campionato oppure fare i conti con una vera e propria crisi, con tutte le conseguenze del caso. Il discorso, ça va sans dire, tocca direttamente Vincenzo Montella, ad oggi l’allenatore più discusso della Serie A.

Non ce ne vogliano Pecchia, Juric e Delneri ma è chiaro che l’alone mediatico attorno al Milan è ben diverso, e così il match contro la Roma diventa imprescindibile per proseguire (o forse sarebbe meglio dire rilanciare) il progetto Champions. A volte si tende a fare allarmismi ingiustificati, questo però non sembra proprio il caso: se Montella perde va potenzialmente a meno 6 dai giallorossi (che devono recuperare la partita con la Sampdoria) e, probabilmente, a meno 7 dall’Inter di Spalletti.

A quel punto il derby del dopo-sosta diventerebbe davvero fondamentale, pena rischiare di dire addio a quel quarto posto ritenuto imprescindibile da club e tifosi, e chissà che Fassone e Mirabelli non decidano di sfruttare la pausa Nazionali per rivoluzionare la guida tecnica. Ipotesi difficilmente percorribile fino a pochi giorni fa, quando gli unici nomi possibili erano quelli di Mazzarri (inviso alla piazza dopo i trascorsi, peraltro poco felici, nerazzurri) e Paulo Sousa (bravo ma poco utile come “traghettatore”), molto più logica adesso che il Bayern ha clamorosamente licenziato Ancelotti, reo di un inizio di stagione al di sotto delle aspettative bavaresi.

Che Carletto possa essere interessato a subentrare in corsa è tutto da vedere, intanto però la sua ombra c’è e questo basta per mettere ulteriore pressione addosso a Montella, sempre più in difficoltà ora dopo ora. L’attacco pubblico di Fassone dopo la sconfitta di Genova lo ha indebolito, il licenziamento del preparatore atletico Marra è parso ai più come un’imposizione societaria e la vittoria soffertissima contro i modesti croati del Rijeka non ha certo risolto le cose.

La sua panchina è sempre più traballante e i motivi sono vari. Anzitutto il gioco approssimativo e confuso, ben lontano dalle aspettative estive, poi la scelta di moduli e uomini (11 formazioni diverse su 11 è un dato che parla da solo), infine la gestione di un gruppo che i soliti “spifferi” (immancabili quando non arrivano i risultati) raccontano diviso e nervoso. Certo, Montella ha anche delle attenuanti e le prime prove stagionali dimostrano che forse non tutti i 240 milioni sono stati spesi al meglio, anche lui però sa bene come il suo sia il ruolo più debole di tutti. Dunque deve vincere contro Roma e Inter, o quantomeno non perdere, solo così potrà tenersi il Milan ancora per un po’. Viceversa, smentite a parte, gli conviene prepararsi al peggio.

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