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Metalmeccanici, segnali di movimento

Grande fermento attorno alla più importante vertenza contrattuale dell’anno che deve preparare il terreno a una possibile riforma della contrattazione tra Confindustria e confederazioni sindacali – Per ora Fiom, Fim e Uilm sono orientate a mantenere la mobilitazione della categoria su straordinari e flessibilità se non si materializzeranno aperture degli industriali ma dopo il varo della Legge di stabilità la Federmeccanica potrebbe aprire, soprattutto se il Governo confermerà le misure previste nel pacchetto Calenda sulla produttività e sugli investimenti e quelle di Poletti su pensioni e ammortizzatori sociali

Metalmeccanici, segnali di movimento

I segretari generali dei sindacati dei metalmeccanici (Maurizio Landini della Fiom-Cgil, Marco Bentivogli della Fim-Cisl e Rocco Palombella della Uilm) si vedranno martedì 13 settembre per fare il punto sullo stato della vertenza contrattuale ma attorno al più importante contratto nazionale del mondo del lavoro il fermento è grande.  Concreti segnali di apertura in grado di sbloccare il contratto ancora non se ne sono visti ma tutti se li aspettano anche se i sindacati si preparano a mantenere alta la mobilitazione su flessibilità e straordinari nel caso non si materializzassero novità.

L’opinione generale è che la situazione potrebbe sbloccarsi fra qualche settimana e precisamente dopo l’approvazione della nuova legge di Stabilità da parte del Consiglio dei ministri. Se il Governo dovesse confermare gli orientamenti finora trapelati sia nelle uscite del ministro Calenda (sostegno agli investimenti e alle Pmi e premi alla produttività) che in quelle del ministro Poletti (flessibilità pensionistica e  proroga di un anno dei sussidi ai lavoratori nelle aree di crisi), la Federmeccanica avrebbe qualche motivo in più per sbloccare le trattative, che si sono incagliate sul salario e sui nuovi diritti del lavoratori nelle Pmi.

Lo sblocco del contratto dei metalmeccanici è del resto il punto cruciale per il decollo delle trattativa interconfederale tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil sulla nuova contrattazione, in assenza della quale il Governo si riterrebbe legittimato a intervenire per legge su una materia che è decisiva anche ai fini della flessibilità di bilancio che il premier Matteo Renzi spera di ottenere in sede europea.

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