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Mes, la trattativa prosegue. Il consiglio Ue non fissa date

Il Consiglio Ue evita di fissare date e apre a nuovi spazi di negoziato. Sull’ambiente, accordo sulla decarbonizzazione ma la Polonia….

Mes, la trattativa prosegue. Il consiglio Ue non fissa date

Sul Mes, il Meccanismo europeo di Stabilità meglio conosciuto come il Salva Stati, si continua a trattare. Il Consiglio europeo non ha fissato nuove date perentorie (si era parlato del 20 gennaio) entro cui approvare la riforma, come chiedeva l’Italia. L’intenzione è comunque di arrivare ad un voto nei primi mesi del 2020 e comunque entro giugno del prossimo anno. Accordo, invece, sul tema dell’ambiente e del contrasto ai cambiamenti climatici: i 27 hanno fissato al 2050 l’obiettivo della neutralità carbonica (il saldo zero tra Paesi a maggiori emissioni di carbonio e Paesi più virtuosi). La Polonia, che fa ancora ampio uso del carbone per le sue attività industriali ed energetiche, ha tempo fino al giugno 2020 per prendere la decisione.

“Incoraggiamo l’Eurogruppo a proseguire il lavoro sul pacchetto di riforme del Mes, in attesa della procedure nazionali, e di continuare a lavorare su tutti gli elementi di un ulteriore rafforzamento dell’Unione bancaria, su base consensuale”: è quanto si legge nelle conclusioni dell’Eurosummit. “Incoraggiamo che sia portato avanti il lavoro su tutti questi temi su cui torneremo al più tardi entro giugno 2020”, aggiungono i leader.

Nella trattativa entra dunque anche il rafforzamento dell’Unione bancaria come chiedeva il governo italiano. Sul Mes sono stati fatti “importanti progressi” ma “dobbiamo continuare a lavorare a livello di ministri”, ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine del vertice Ue senza indicare alcuna data per la conclusione del negoziato e la firma dell’accordo. “Dobbiamo fare progressi”, ha detto ancora Michel anche sull’Unione bancaria e il bilancio dell’Eurozona. “Non è facile ma dobbiamo lavorare per un buon accordo”.

“Ci sono alcune criticità” sul Mes ha commentato Giuseppe Conte, “certamente le ormai famose Cacs” ovvero le Collective action clauses (clausole di azione collettiva) che esistono e sono già efficaci dal 2013 ma che sono state al centro della controversia tra Conte e Salvini. Tali clausole sono previste scattare quando uno Stato chiede il soccorso del Mes e non presenta un debito sostenibile. In pratica servono a garantire la solvibilità del debitore sul rimborso del debito. “Il presupposto – ha proseguito il premier – è che l’Italia ha un debito sostenibile. Qui ragioniamo di un meccanismo che sia funzionale” al nostro Paese e perciò “ci sono tante altre questioni che vogliamo continuare a negoziare senza l’assillo di dover sottoscrivere alcunché. Anche questa volta non abbiamo dovuto sottoscrivere alcunché. Oggi ho ribadito la premura dell’Italia che ci sia una valutazione complessiva”, ha detto il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa al termine dell’Eurosummit.

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