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Merkel liquida Trump: “L’Europa deve fare da sola”

Al G7 qualcosa si è rotto nei rapporti tra Usa e Germania, che, sotto la guida di Merkel, vuole rilanciare l’integrazione Ue con opportunità e incognite per l’Italia – Oggi chiuse le Borse di New York, Londra e Cina, ma grande attesa per il nuovo intervento di Draghi – Riflettori su Mps e banche venete

Merkel liquida Trump: “L’Europa deve fare da sola”

“L’Europa deve imparare a contare solo su sé stessa”. Angela Merkel ha riassunto così ieri, in una manifestazione elettorale in una birreria di Monaco, il risultato del confronto con Donald Trump al G7 di Taormina. “È nostro interesse avere buoni rapporti con gli Stati Uniti, così come con la Gran Bretagna e, se possibile, con la Russia – ha aggiunto – ma dobbiamo essere consapevoli che il nostro destino è solo nelle nostre mani”. Qualcosa si è rotto, insomma, nella relazione speciale con Washington e la Cancelliera ne ha preso atto.

Del tutto diversa la reazione del presidente americano. “Il viaggio – ha twittato – è stato un grande successo: l’America oggi è più forte”. Ma la contraddizione è solo apparente: America e Germania sono alla vigilia di un duro confronto. Gli Usa si accingono a denunciare l’accordo sul clima di Parigi e a contrastare l’import (“very bad”) del “made in Germany”, oltre che a presentare il conto delle spese per la difesa.

Angela Merkel invece, che oggi firmerà importanti accordi commerciali con il presidente indiano Modi, intende accelerare su tempi e modi dell’integrazione europea, facendo leva sul ritrovato asse con Parigi. Novità che, viste dall’Italia, celano più di un’incognita in vista dei prossimi appuntamenti, dalle banche alla finanziaria.

ASIA POCO MOSSA: CHIUSE LE BORSE USA, LONDRA E LA CINA

In questo clima i mercati si accingono a vivere un’apertura a metà. Wall Street oggi è chiusa per la festività del Memorial Day. In vacanza anche i mercati cinesi. Chiusa, infine, Londra per il Bank Holiday.

Poco mossi stamane i listini asiatici aperti: sia Tokyo che Hong Kong registrano lievi rialzi, favoriti dalla buona chiusura delle Borse Usa di venerdì ma frenate dall’andamento debole dei titoli petroliferi. In territorio positivo anche la Borsa coreana: l’ennesimo lancio di un missile della Nord Corea non ha frenato il rialzo.

Nonostante la vacanza di Londra, riflettori accesi sulla sterlina, in forte calo sui mercati mentre si riduce nei sondaggi il vantaggio di Theresa May. Venerdì 2 giugno Moody’s aggiornerà il rating del Regno Unito, pagella assai attesa dopo la frenata dell’economia in vista della Brexit.

RUSSIAGATE, BRASILE E UN RAZZO PER ELON MUSK

In settimana Trump sarà ancora nel mirino del Russiagate, che ha ormai investito il genero Jareed Kushner, il quale, secondo le ultime rivelazioni, ha voluto stabilire dopo le lezioni un canale di comunicazione riservato con il Cremlino. In questa cornice i mercati finanziari sospettano che le riforme di Trump siano destinate a segnare il passo. E non sarà facile nemmeno strappare il sì al budget federale, che prevede drastici tagli all’assistenza sanitaria. La tensione depone a favore del vecchio detto “Sell in May and go away”, anche perché non mancano gli indizi sul raffreddamento dell’economia. Molto dipenderà dal responso del Beige Book, il termometro sull’andamento dell’economia in uscita mercoledì, e dai dati sull’occupazione che saranno annunciati venerdì.

Anche a Wall Street l’attenzione sarà concentrata sull’ultima impresa di Elon Musk: a gironi verrà lanciata Space X, la nuova navicella spaziale studiata dal fondatore i Tesla, un prototipo che, nelle intenzioni del tycoon, dovrebbe render possibile lo sfruttamento commerciale dello spazio.

Da rilevare anche la riunione della banca centrale del Brasile, che mercoledì potrebbe alzare in tassi per frenare l’emorragia di capitali innescata dalla nuova crisi politica dopo gli sviluppi delle inchieste sulla corruzione del presidente Michel Temer.

RIFLETTORI SU DRAGHI, IN ATTESA DI BANKITALIA

Grande attesa nell’Eurozona oggi per l’intervento di Mario Draghi al Parlamento europeo, a pochi giorni dalla riunione del direttorio della Bce. Non sono previste per l’occasione novità sostanziali, ma non è escluso un cambio del tono delle comunicazioni a fronte dei segnali di miglioramento della congiuntura economica europea. Al proposito saranno decisivi i prossimi dati sull’andamento dell’occupazione: si prevede un calo dei disoccupati dall’attuale 9,5%. Sul fronte macro da segnalare ancora l’uscita giovedì degli indici Pmi manifatturieri in Italia, Germania e Francia.

Riflettori accesi sul tradizionale appuntamento di fine maggio in via Nazionale. L’incontro del 31 maggio quest’anno è particolarmente atteso. Non solo perché saranno le ultime “riflessioni” del primo mandato di Ignazio Visco, in vista di un suo (non scontato) rinnovo. Ma soprattutto il governatore dovrà affrontare i due temi più caldi: la crisi bancaria e gli scenari della finanza pubblica che si profilano con l’ormai vicina fine del Qe.

MPS, S’AVVICINA LA SOLUZIONE. BANCHE VENETE IN STAND BY

Il dossier più urgente riguarda le banche venete, un capitolo sempre più amaro per gli obbligazionisti della Popolare Vicenza e di Veneto Banca, nonostante il ministro Pier Carlo Padoan abbia escluso il bail-in. Le statistiche Abi segnalano che le sofferenze del sistema stanno rientrando “vicino ai livelli pre-crisi: il tasso di deterioramento ha raggiunto il 2,3% a fine 2016 (era il 3,3% a fine 2015), scendendo al livello del 2008 e scostandosi decisamente dal picco negativo (6%) raggiunto nel corso delle recessioni del 2009 e 2013”. Ma è una magra consolazione, mentre prosegue la caccia al miliardo che, secondo Francoforte, i privati dovranno versare prima che la Ue conceda il via libera alla ricapitalizzazione dei due istituti. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno chiesto ad Atlante un nuovo intervento di ricapitalizzazione.

Intanto, entro la settimana invece dovrebbe arrivare il via libera all’aumento di capitale del Monte dei Paschi, che finirà sotto il controllo del Tesoro. Accanto a quest’operazione prenderà il via la cartolarizzazione di crediti in sofferenza per 27 miliardi, che saranno rilevati, al 20% circa del valore, da un veicolo partecipato da Atlante, da Fonspa e dal fondo Fortress. La cordata sarà poi rafforzata dalla cessione di una parte degli Npl a Elliott partner (garante dell’operazione di acquisto del Milan), mentre 3,3 miliardi di Gacs, cioè di titoli che godono la garanzia del Tesoro, finiranno sul mercato.

TITOLI DI STATO: OFFERTA RECORD PER ITALIA, FRANCIA E SPAGNA

In questa cornice entrano nel vivo oggi le aste del Tesoro di fine maggio, in un mercato affollato (sono previste emissioni impegnative di Francia e Spagna). Saranno assegnati 6 miliardi di Bot a sei mesi contro altrettanti in scadenza. Venerdì scorso, sul mercato grigio di Mts, il Buono con scadenza 30 novembre 2017 segnava un rendimento di -0,351%, in calo rispetto al -0,326% di fine aprile, nuovo minimo storico. Ma l’appuntamento clou sarà martedì 30 maggio con l’offerta tra 6 e 7,5 miliardi di Btp a 5 e 10 anni e del Ccteu ottobre 2024.

La scorsa settimana il rendimento del Btp a 10 anni è sceso a 2,08% da 2,12% del venerdì precedente. Il Bund è sceso a 0,33% da 0,36%. Spread a quota 175.

MINORANZE SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LACTALIS

Prevista assemblea di fuoco oggi in Parmalat. Su richiesta del fondo Amber, forte del 4% del capitale, e di altri soci di minoranza, l’assemblea dovrà pronunciarsi sulla richiesta di azione di responsabilità contro il Cda in carica dl 2010 al 2012 per i danni causati dalla decisione di affidare la gestione della liquidità in cash pooling all’azionista di controllo Lactalis. I due principali proxy advisors, Glass Lewis e Iss, si sono pronunciati a favore della richiesta che, facile previsione, non sarà approvata, visto che Lactalis controlla poco meno del 90% del capitale pur avendo mancato la soglia che avrebbe consentito il delisting.

BREMBO FRAZIONA I TITOLI, EXOR DOMANI IN ASSEMBLEA

Il calendario di Piazza Affari comprende anche il frazionamento, oggi, dei titoli Brembo: saranno emesse 5 nuove azioni ogni una in circolazione.

Martedì 30, invece, si terrà l’assemblea di Exor, holding di controllo del gruppo Agnelli. Intanto, sono in pagamento i dividendi di Astm (0,25 euro), Beni Stabili (0,033), El.en (0,4), Nice (0,1), Sabaf (0,48) e Tamburi (0,069). In uscita le trimestrali di: Chl, Itway, Axelero.

In settimana la “manovrina” arriva in aula alla Camera per il voto (seguirà poi il passaggio al Senato). Probabile che il governo ponga la questione di fiducia.

Martedì si dovrebbe scrivere la parola fine anche sul capitolo Ilva. Dopo che i commissari hanno espresso la loro preferenza per l’offerta Arcelor Mittal-Marcegaglia, il ministro dello Sviluppo Economico dovrebbe procedere con l’aggiudicazione ufficiale. La partita sembra chiusa ma la cordata rivale, Jindal- Arvedi- Cdp e Del Vecchio, avrebbe avanzato un’offerta last minute, con la disponibilità a mettere sul piatto 600 milioni in più rispetto alla proposta originaria.

La Borsa di Milano ha archiviato una settimana negativa, con l’indice FtseMib che in cinque sedute perde l’1,7%, zavorrato dalla discesa delle banche e di Eni che, sotto la pressione del calo del petrolio (-3,3% il Brent), ha lasciato sul terreno il 3,8%. Il titolo peggiore è stato Salvatore Ferragamo (-12,8%), davanti a Generali (-5,8%) e a Intesa (-3,9%), che hanno però staccato ricchi dividendi.

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