Condividi

Mercato immobiliare: guerra e inflazione infiammano i prezzi ma rallentano le compravendite

Secondo Tecnocasa e Nomisma i prezzi delle case continueranno a salire, soprattutto nelle grandi città come Milano, Firenze e Bari. In controtendenza Genova. Cresce l’interesse per monolocali e bilocali

Mercato immobiliare: guerra e inflazione infiammano i prezzi ma rallentano le compravendite

La guerra in Ucraina rischia di giocare un ruolo pesante anche sul mercato immobiliare. Lo spettro di una inflazione a due cifre e di tassi di interesse in aumento incombe anche sul mercato delle case in affitto e sui mutui. I prezzi sono aumentati, ma la compravendita è sensibilmente rallentata non tanto sulle case usate quanto sulle nuove costruzioni (nel tempo colpirà entrambi i segmenti). Tra problemi l’aumento dei prezzi delle materie prime, quelli approvvigionamento di materiali e metalli, e di conseguenze ritardi nei cantieri ma anche la fiducia di famiglie e imprese rischia di farsi negativa. Anche se il mattone rimane nell’immaginario collettivo il bene rifugio per antonomasia, il consuntivo rischia di essere ben peggiore di quanto l’allentamento dell’emergenza pandemica lasciasse sperare.

Prima dello scoppio della guerra, le intenzioni di acquisto erano alte, sui massimi da 15 anni, ma il timore è che l’attendismo nel concretizzare la compravendita faccia perdere un po’ di spinta nei prossimi anni, se il conflitto dovesse prolungarsi. Preoccupazione ma un pizzico di “ottimismo” dall’Osservatorio sul Mercato Immobiliare di marzo 2022 presentato da Nomisma, che analizza l’andamento delle principali città italiane.

Mercato immobiliare: Nomisma rivede al ribasso le previsioni al 2024

È durato molto il respiro di sollievo in tema di vendite di immobili in Italia. Il boom della domanda abitativa nel 2021, spinta dalle nuove esigenze post-pandemia, mitiga leggermente le preoccupazioni degli operatori del settore. “L’aumento del prezzo delle materie prime e la spinta inflazionistica sono certezze con cui faremo i conti e che potrebbero contribuire a rallentare la crescita dell’economia – ha detto Fabiana Megliola, responsabile ufficio studio di Tecnocasa -. Non sono attesi importanti cambiamenti sul mercato creditizio e i tassi resteranno contenuti. A livello di volumi per il 2022 si prevede una lieve flessione: saranno vendute circa 730mila (tra meno -3% e -1% rispetto al 2021), le quotazioni dovrebbero aumentare tra il 2% e il 4%”.

Più pessimista l’Osservatorio Nomisma appena presentato, nel quale sono state riviste al ribasso le previsioni per il triennio 2022-2024. Se prima del conflitto in Ucraina la previsione delle compravendite a fine 2022 era di 736 mila, ore le previsioni sono più cupe con scambi che scenderanno a 694mila unità (-7,3%) nel 2022, per calare ancora a quota 651mila nel 2023. Le erogazioni di mutui, previste a 68 miliardi di euro, sono ora ridimensionate ad una stima di 60,4. Ma nella seconda parte del 2021 si è registrato un timido ritorno all’investimento, confermatosi anche in questi primi mesi del 2022.

La speranza, quindi, è che la crescita post pandemia possa tamponare la situazione attuale, rendendola meno grave di quanto potrebbe essere.

Banche più prudenti in caso di inadempienza

Allo stesso tempo, anche “il sistema bancario attuerà politiche di irrigidimento dei criteri di erogazione del credito, in seguito all’indebolimento delle famiglie sia sul fronte occupazionale, a causa delle ripercussioni della crisi sulle imprese, sia in termini di potere di acquisto, indebolito dall’aumento del costo della vita”, recita il report. In base a questo scenario, le istituzioni monetarie europee dovrebbero “rivedere le scelte di rialzo dei tassi di interesse verso cui si stavano orientando, in modo da venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese preservando favorevoli condizioni economiche di accesso al credito”.

Prezzi casa: più alti a Milano, Firenze e Bari

Per quanto riguarda i prezzi? C’è chi si è lanciato all’acquisto, soprattutto in alcune grandi città dove le quotazioni hanno ripreso a salire. Milano si conferma ancora una volta la realtà più “vivace” con una crescita dei prezzi del 4,6% (comprare una casa nuova a Milano costa in media 5.898 euro al metro quadro, con un aumento dell’1,1% in sei mesi), seguita da Firenze e Bari che mettono a segno un recupero del 3,2%. In contropendenza Genova, l’unica tra le grandi città a tornare in territorio negativo (-2,4%).

A ottenere i risultati migliori, sono ancora una volta le zone periferiche. Anche l’hinterland delle grandi città continua ad attirare acquirenti sia in seguito all’aumento dei prezzi in corso nelle metropoli e sia per l’offerta abitativa presente (soluzioni di nuova costruzione e soluzioni indipendenti). Bene la provincia di Verona (+3,2%) e quella di Firenze (+3,7%).

Rispetto a luglio 2021 si nota un maggiore interesse per monolocali e bilocali, anche per investimento. La maggiore concentrazione della disponibilità di spesa si rileva nella fascia più bassa, ossia fino a 120 mila euro (+24,6%). Si registra però un aumento più forte di chi desidera spendere da 170 a 349 mila euro.

Commenta