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Mercati nervosi: maxi-vendita di Btp, oggi asta Bot

Le tensioni geopolitiche tengono sulla corda le Borse, che ne approfittano per correggere – Oro, yen, franco svizzero e T-bond si rafforzano – Un ordine di vendita da 570 milioni di titoli decennali italiani partito ieri a metà giornata da un unico venditore ha messo in agitazione il mercato obbligazionario – Intesa vicina a Banque Morval

Mercati nervosi: maxi-vendita di Btp, oggi asta Bot

“Credo che gli americani possano dormire sonni tranquilli stanotte”. Wall Street ha dato retta al consiglio del segretario di Stato, Rex Tillerson, che ha voluto ridimensionare l’allarme scatenato dalle dichiarazioni bellicose del presidente Trump contro la minaccia della Corea del Nord. Il calo modesto del Dow Jones (-0,17%) e degli altri listini, così come il rialzo moderato dei beni rifugio (oro, yen e T-bond), dimostrano che i mercati restano scettici sul rischio di un conflitto. Eppure il pericolo è reale, così come è forte il valore, anche simbolico, di un possibile attacco a Guam, la base Usa davanti alla fossa delle Marianne che i marines riconquistarono nel luglio 1944 al prezzo di migliaia di morti dopo furenti corpo a corpo con i giapponesi guidati dal generale Ohata (che fece harakiri piuttosto che arrendersi).

L’atollo che spunta dal mare dove l’Oceano Pacifico è più profondo (11 mila metri), ha un peso fondamentale nelle strategie Usa: Guam, grazie ad investimenti per almeno 9 miliardi di dollari, sarà dal 2020 la base per una forza d’elite di pronto intervento capace di rispondere nel giro di poche ore ad azioni militari cinesi o coreane. Una fortezza, insomma, a due passi dagli hotel a cinque stelle e dagli immensi centri commerciali per i turisti giapponesi più cheap (troppo poveri per concedersi lo shopping in Europa) sorti vent’anni fa, quando si pensava che ai tempi del mercato globale, le guerre potessero essere solo commerciali.

GIÙ L’ASIA, MODESTI RIALZI PER ORO E FRANCO

Resta così calda stamane la temperatura dei mercati finanziari. Contrastati i mercati asiatici: dopo una seduta a più volti, con sprazzi positivi, i principali listini hanno preso la via del ribasso. Scende la Borsa di Seoul (-0,3%), in ripesa dal -1% iniziale. Fa peggio Hong Kong (-1,2%), trascinata al ribasso dai finanziari. Shanghai limita le perdite allo 0,3%, in linea con Tokyo.

Salgono, ma al piccolo trotto, i tradizionali beni rifugio: l’oro tratta a 1.273 dollari l’oncia (+1,3%). Lo yen è fermo a 110 sul dollari. Il franco svizzero, dopo un rialzo iniziale dell’1% sul dollaro, è ritornato sui valori della vigilia.

Il rendimento del Treasury Bill a 10 anni è sceso al 2,24%, dal 2,26% di ieri. Il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, ha affermato ieri che il rialzo dei tassi dovrebbe essere argomento di discussione nell’ultima riunione dell’anno, quella del 12-13 dicembre, quando ci saranno elementi in più sulla traiettoria dell’inflazione. Il membro votante del Federal Open Market Committee ritiene che il 19 settembre si discuterà della riduzione del bilancio della banca centrale.

L’euro tratta stamane a 1,1744. Poco mosso stamane anche il petrolio: Brent a quota 52,68 dollari al barile. Ieri le quotazioni hanno registrato un rialzo dopo il forte calo delle scorte di greggio Usa. Contenute le variazioni dei titoli del settore: Eni -0,3%, Saipem -0,4%. 

IN USA SALGONO I TITOLI DELLA DIFESA, FRANA WALT DISNEY

Wall Street ha ridimensionato nel corso della seduta le perdite iniziali (-0,5%). Alla fine l’indice Dow Jones (-0,17%) ha chiuso a 22.048,17 punti. In ribasso anche il Nasdaq (-0,28%), poco mosso S&P 500 (-0,04%). L’indice Vix della volatilità è schizzato in alto nelle prime ore di contrattazione, poi ha ripiegato in chiusura a 11,1 punti, in rialzo dell’1%. Le tensioni geopolitiche hanno favorito il rialzo dei titoli della difesa: l’indice di settore, il migliore, ha registrato un rialzo dell’1,6%. In forte ribasso invece Walt Disney (-3,9%), in pieno conflitto con Netflix (-1,45%) dopo aver disdetto il contratto di streaming.

SCENDE ANCHE PIAZZA AFFARI, MA L’INDUSTRIA FA IL RECORD

L’effetto del monito “Fire and Fury” di Donald Trump in risposta alle minacce di Pyongyang ha interrotto anche la placida estate dei listini europei, scivolati in rosso nonostante il recupero del dollaro. A Milano l’indice Ftse Mib è arretrato dello 0,91%, 21.848 punti. Bilancio negativo per Madrid (-1,29%) e Francoforte (-1,12%). Frazionale ribasso per Londra (-0,59%). Il listino peggiore è quello di Parigi (-1,4%) penalizzato dall’ attentato di Levallois-Perret, alle porte della capitale. Sul fronte macro, da segnalare che la produzione industriale in Italia a giugno è salita dell’1,1% rispetto a maggio, e del 5,3% su base annua. Nella media dei primi sei mesi dell’anno la produzione è aumentata del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato tanto più significativo perché coincide con il rallentamento della macchina industriale tedesca (-1,1% contro la previsione di una crescita dello 0,3%) e della Spagna (-0,1%).

“Il dato che chiaramente migliora le prospettive sulla crescita: per il Pil del secondo trimestre . ha commentato Loredana Federico dell’ufficio studi Unicredit – abbiamo una stima di 0,3% che potremmo però rivedere al rialzo anche sull’ipotesi di una ripartenza degli investimenti”.

UNA MAXI VENDITA SUI BTP. OGGI L’ASTA BOT

Chiusura attorno alla parità per il secondario italiano, dopo un brusco calo registrato su un ingente ordine di vendita attorno a metà seduta. Il decennale ha chiuso a 2,010%. Il differenziale di rendimento Italia-Germania sul tratto decennale ha registrato un balzo a metà giornata. Dai circa 158 punti base segnati attorno alle 12,45, lo spread è salito fino a 162 punti base.

Poco prima delle 13 c’è stato un ordine di vendita di 570 milioni su titoli decennali italiani partito da un unico investitore. Oggi è in calendario l’asta Bot, il Tesoro ha annunciato che metterà a disposizione degli investitori 6,5 miliardi di euro in Bot 12 mesi a fronte di un importo in scadenza di 6,6 miliardi.

Ieri la Grecia ha collocato 1,138 miliardi di euro di titoli di Stato a 13 settimane, nell’asta regolare per il rifinanziamento del debito a breve in scadenza e la Germania ha assegnato 3,019 miliardi di Bobl con rendimento medio in calo.

SI SALVANO BREMBO, LEONARDO E RECORDATI

Sono pochi i titoli che a fine giornata hanno registrato un segno positivo: fra questi, Leonardo +0,48%, Recordati +0,45% e Atlantia +0,23%. Enav (+0,2%) ha azzerato le perdite nel finale. La società ha confermato le previsioni per il 2017 e il dividendo in crescita del 4% sul 2016. Alitalia, ha detto l’ad Roberta Neri, sta facendo pagamenti puntuali all’ente di controllo del volo. Meglio di tutti Brembo (+0,70%) che contiene così in parte le perdite del settore automotive. In forte calo Fiat Chrysler (-2,1%).

SOTTO TIRO LE BANCHE. INTESA COMPRA BANQUE MORVAL

Le perdite più pesanti hanno colpito il settore bancario. Soffrono i Big europei: a Parigi Bnp Paribas -2,3%, Société Générale -2,9%. A Francoforte Deutsche Bank perde il 3,7%. In Italia il settore perde l’1,3%. Arrivano segnali confortanti sul fronte delle sofferenze. In base ai dati di Bankitalia, quelle lorde sono scese a 192,0 miliardi di euro dai 202,1 di maggio, le nette a 71,2 miliardi dai 76,5 di maggio.

In terreno negativo Unicredit (-1,8%) e Intesa (-1,39%), nonostante i giudizi positivi dei broker: Macquarie ha alzato il target price di Unicredit a 22 euro da 21 euro, Kbw (Keefe, Bruyette, Woods) ha alzato il target di Intesa a 3,29 euro da 2,85 euro. La banca guidata da Carlo Messina sta per acquistare Banque Morval, società finanziaria svizzera specializzata nel risparmio gestito con sedi a Lugano e Ginevra. Ubi-1,3% e Mediobanca -1,8%. In ribasso anche Banco Bpm (-1,1%). SoCgen ha alzato il target a 3,90 euro da 3,50 euro. Confermato il Buy. Rbc ha alzato il target a 4,6 euro da 4,20 euro. Giudizio Outperform confermato.

Giornata negativa anche per Generali (-1,3%) e Banca Generali (-1,9%). Unipol -1%.

IL SOLE VENDE LA BUSINESS SCHOOL24

Deboli le utility: Enel perde lo 0,7%, Telecom Italia -0,2%. Forte perdita di Buzzi (-3,2%) dopo che un incendio ha bloccato l’attività in uno stabilimento negli Usa. Si è messo in luce Il Sole24Ore (+9,43%) che ha portato a compimento la cessione del 49% di Business School24, nuovo nome dell’area Formazione a Palamon Capital Partners per 39,2 milioni.

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