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Mediobanca supera 2 miliardi di ricavi e alza la cedola

Piazzetta Cuccia acquista il 51% della londinese Caim Capital e guarda al 100% di Banca Esperia – Sì al conferimento della quota Pirelli all’Opa Chemchina – Italmobiliare non si vende, programmi interessanti da sviluppare con i Pesenti – Per la Bad bank serve un buon compromesso

Mediobanca supera 2 miliardi di ricavi e alza la cedola

Mediobanca chiude l’esercizio 2014-2015 con risultati “oltre le aspettative”,  acquista l’asset manager londinese Caim Capital e guarda al suo ruolo di banca di investimento e asset manager nella futura bad bank governativa. In Borsa il titolo scatta in avvio sopra il 2% per poi salire attorno all’1,9%.

Il mercato festeggia ricavi per la prima volta sopra quota 2 miliardi di euro (+12%), profitti a 590 milioni (+27%) e un dividendo sopra le attese a 0,25 euro per azione (+67% rispetto al precedente esercizio) e pay out in crescita al 36% dal 27%. Risultati che sono stati trainatri soprattutto dall’andamento dell’attività bancaria che ha compensato il minor contributo del principal investing.

I risultati, ha commentato il ceo Alberto Nagel in conference conference call “sono andati oltre le nostre aspettative”.

L’investment bank ha poi concluso una partnership strategica per il controllo del 51% di Caim Capital, asset manager londinese specializzato nel credito, con l’opzione di acquisire il restante 49% dal terzo anno. “Questa operazione conferma il nostro focus strategico nel costruire una piattaforma di asset management con interessanti prospettive di ritorno sul capitale e rappresenta un ulteriore passo nello sviluppo internazionale di Mediobanca”, ha rilevato Nagel. Cairn Capital al 30 giugno aveva 5,6 miliardi di dollari di masse in gestione e 9,1 miliardi connessi a mandati di advisory a lungo termine.

Il closing è previsto entro fine anno e non sono previsti impatti rilevanti sul ratio patrimoniale Cet 1 di gruppo. Sul fronte acquisizioni c’è poi aperto il dossier Banca Esperia dove Piazzetta Cuccia potrebbe salire al 100%. “Per Banca Esperia sarebbe ottimale arrivare a un’unica proprietà per estrarre maggiori sinergie e sviluppare il gruppo in modo più robusto. Siamo un candidato a questa unica proprietà, ma non siamo l’unico”. Ha commentato Nagel indicando che le discussioni con l’altro azionista, Mediolanum, vanno avanti.

“Se possibile – ha detto – troveremo un accordo che deve essere basato su un’intesa e valori condivisibili. Quindi, vedremo nei prossimi mesi se è possibile concludere una transazione. Entrambi noi azionisti siamo convinti che una proprietà unica estrarrà maggiore valore dalla società”.

SI’ ALL’OPA CHEMCHINA
INTERESSATI ALLO SVILUPPO DI ITALMOBILIARE

C’è poi il fronte partecipazioni, da Rcs a Pirelli, Generali e Italmobiliare. Mediobanca, che sta seguendo attivamente lo sviluppo del dossier, si dice favorevole a dismissioni e partnership per il rilancio e la rifocalizzazione del gruppo editoriale di cui è azionista con il 6,2%. “Ci sono ambiti interessanti di valorizzazione di attività del gruppo Rcs, che probabilmente, se concentrato in un minor numero di attività, potrebbe avere in futuro anche con partnership, prospettive economico-finanziarie in miglioramento e quindi siamo attenti a che queste prospettive vengano colte anche per valorizzare meglio nostra quota e accompagnare la società in questo iter”, ha detto Nagel.

Nel frattempo Piazzetta Cuccia prevede di apportare la propria quota in Pirelli all’Opa lanciata da ChemChina, nonostante il valore dell’azione di Pirelli in Borsa sia al momento superiore al prezzo d’Opa.  “Considerando l’entità della nostra quota, che è di circa il 3% – ha spiegato Nagel – l’apporto all’Opa è la fine naturale della nostra partecipazione piuttosto che vendere sul mercato”.

Non è in fase di dismissione, almeno per ora, invece la partecipazione in Italmobiliare, la holding dei Pesenti che si ritroverà con un bel gruzzoletto in cash dopo la vendita della quota di Italcementi ai tedeschi di Heidelberg Cement. Anzi. Piazzetta Cuccia si è detta interessata a partecipare al suo sviluppo della holding.

“Italmobiliare – ha spiegato Nagel – non è mai stata una quota che abbiamo messo tra quelle in dismissione, ora vedremo con la proprietà, con Carlo Pesenti quale sarà il volto che disegnerà per la nuova Italamobiliare, sapendo che avrà un portafoglio e un nav più interessanti, perché l’operazione di vendita di Italcementi è stata conclusa a valori molti interessanti, con una quota di rilievo nel nuovo gruppo. Italmobiliare svolgerà anche un’attività con gli asset che rileverà da Italcementi nelle energie rinnovabili. Ci possono essere programmi interessanti da sviluppare congiuntamente con il gruppo Pesenti”.

Infine non è mancato un nuovo endorsement alle Generali di Andrea Greco il cui piano, ha detto Nagel, è molto interessante e va nella giusta direzione”. L’andamento del titolo non preoccupa il management di Mediobanca: “Al settore assicurativo – è la spiegazione – manca un catalizzatore che prima o poi arriverà e ci sarà un re-rating”.

BAD BANK, SERVE UN BUON COMPROMESSO

Alla bad bank Mediobanca è interessata sia come banca d’investimenti sia come asset manager. Lo ha precisato Nagel rispondendo agli analisti durante la conference call di presentazione dei conti. “qualcosa che guarderemo con molta attenzione sia come attività di investment bank sia come asset management, perché siamo interessati a partecipare. Stiamo sostenendo gli sforzi del governo per trovare un buon compromesso”.

“Sarà decisamente utile se il Governo trova un buon compromesso con alcuni intermediari tra la necessità di avere un asset management company che compra a prezzi di mercato ragionevoli i crediti deteriorati – ha detto Nagel – Per ora il divario con i prezzi di mercato è difficile da colmare, se non da qualcuno che non sia lo Stato”. Per Nagel il Governo stia “facendo progressi” e che si vedrà alla fine se sarà trovato un accordo con Bruxelles.

Se il Governo sta facendo una politica “piuttosto buona” sulla raccolta di crediti e le escussioni,  la questione che per Mediobanca si pone oggi è quella dei regolamenti attuativi delle leggi. “E’ importante che vengano fatti in termini ragionevoli – ha concluso – altrimenti i tempi di alcune riforme molto interessanti si allungano troppo per diventare efficace e magari sono annacquate da un’attuazione non lineare”.

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