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Mediobanca, l’Antitrust multa Compass per 4,7 milioni

Il garante della concorrenza ha multato la società per pratiche commerciali scorrette: imponeva la sottoscrizione di polizze assicurative non attinenti ai prestiti

Mediobanca, l’Antitrust multa Compass per 4,7 milioni

Fine e inizio d’anno amari per Compass, la finanziaria per il credito al consumo controllata da Mediobanca. L’Antitrust infatti, al termine di una lunga e approfondita istruttoria, ha deciso di infliggerle una sanzione di 4,7 milioni di euro.

La società è finita sotto i riflettori del garante per la concorrenza e della direzione generale per la tutela del consumatore per una pratica commerciale ritenuta contraria alle regole del Codice del consumo: l’abbinamento forzoso, al momento della stipula di contratti di finanziamento personale, di prodotti assicurativi non collegati al credito, di cui la stessa finanziaria è intermediaria. In pratica, per concedere prestiti imponeva anche la sottoscrizione di polizze assicurative che nulla avevano a che fare con il finanziamento chiesto dal cliente. La pratica, ha appurato l’Antitrust, è andata avanti per 5 anni, dal gennaio 2015 e al momento della decisione risultava in corso.

Se la sono invece cavata senza sanzioni ma con l’obbligo di assumere precisi impegni e di rimuovere i propri comportamenti non in linea con il Codice al consumo, altre società di finanziamento finite nel procedimento: Europ Assistance Italia, MetLife Europe Dac e MetLife Europe Insurance Dac. Entro sessanta giorni dovranno informare il garante sulle misure adottate per attuare gli impegni richiesti. La non ottemperanza alle richieste consentirà all’Antitrust di riaprire il provedimento e decidere eventuali sanzioni.

Tornando a Compass, dall’istruttoria “emerge una politica commerciale di distribuzione delle polizze non connesse ai finanziamenti – scrive l’Antitrust nel bollettino che chiude l’attività 2019 – particolarmente spinta, con il collocamento di prodotti assicurativi non conformi alle esigenze del beneficiario del prestito”.

Secondo il garante, “la gravità della pratica è peraltro ravvisabile nella natura aggressiva della stessa, nonché nell’entità del pregiudizio economico dei consumatori beneficiari dei prestiti, e nella loro debolezza, derivante da uno stato di bisogno che li ha indotti a richiedere alla finanziaria liquidità possibilmente in breve tempo”. La pratica illecita avrebbe in conclusione arrecato un pregiudizio valutato tra i 60,5 e i 90,5 milioni a carico dei consumatori coinvolti, a fronte di ricavi per Compass calcolati in un range tra 15,2 e 35,2 milioni.

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