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Mediobanca, Generali e i piani di Del Vecchio in 7 punti

Il patron EssilorLuxottica continua a salire in Mediobanca dove ha superato il 10% con l’aiuto di Unicredit e Intesa. Ma dove vuole arrivare? Dal rafforzamento del Leone sullo scacchiere mondiale ai dissapori con Alberto Nagel ecco le vere intenzioni di uno dei grandi protagonisti della finanza italiana che non dimentica gli sgarbi sullo Ieo e tesse rapporti con Caltagirone

Mediobanca, Generali e i piani di Del Vecchio in 7 punti

Leonardo Del Vecchio ha risvegliato le azioni del Leone di Trieste dal letargo. La notizia è che Delfin, la finanziaria del patron di Essilor/Luxottica ha superato l’asticella del 10% di Mediobanca (+3,7% in Borsa), acquistando un ulteriore 0,2% della banca. Ma così facendo ha permesso alle Generali, la vera posta in palio, di mettere a segno un rialzo dell’1,8% a quota 12,56 euro, assai meglio dell’indice europeo del comparto, accelerando l’inversione di tendenza (rispetto a gennaio il calo è nell’ordine del 30%).

Per approfondire leggi anche Mediobanca, Del Vecchio oltre il 10%: Unicredit e Intesa lo finanziano

Ma il valore della notizia va assai al di là del rimbalzo borsistico. Per più motivi:

  1. Del Vecchio ha ribadito, sia nei fatti che nelle parole, la volontà di salire “fino al 19,9%, come faremo nel momento opportuno, attenti che rimanga un buon investimento per noi e per l’istituto”.
  2. Il re degli occhiali ha scelto la strada di un’intervista al Messaggero (a riprova dei buoni rapporti con Francesco Gaetano Caltagirone, l’altro grande azionista di Generali) per illustrare i suoi propositi, senza rivelare granché dei suoi obiettivi, ma confermando la volontà di contribuire a fare sì che “Generali torni a essere più centrale nello scacchiere mondiale”.
  3. Le ambizioni dell’ex Martinitt, oggi l’uomo più ricco d’Italia, sono confortate dall’appoggio del sistema. A finanziare gli ultimi acquisti sono stati Unicredit – al fianco di Del Vecchio fino dai tempi in cui Lucio Rondelli lo convinse a sbarcare, con grande successo, a Wall Street – ma anche Banca Intesa. Carlo Messina ha senz’altro gradito che Del Vecchio non abbia raccolto l’invito di Ubi a far da cavaliere bianco contro l’Opa lanciata da Intesa.
  4. C’è peraltro da chiedersi quali siano gli obiettivi del finanziere che a 85 anni, assistito dall’avvocato Sergio Erede, sembra muoversi su orizzonti di lungo respiro. E, ancor prima, quali siano le sue intenzioni su Mediobanca, di cui è ormai l’azionista di riferimento.
  5. A questo proposito, Del Vecchio non prende posizioni. A pochi giorni dall’assemblea del 28 ottobre che dovrà rinnovare i vertici di piazzetta Cuccia l’imprenditore dice: “ho saputo da poco che ci sono tre liste in competizione. Valuteremo i profili dei candidati”. Il che suona a bocciatura di Alberto Nagel, l’espressione della storia recente dell’istituto. Del resto, i silenzi freddi di Del Vecchio hanno in pratica bocciato l’acquisto di Banca Generali da parte di Mediobanca. Non è certo l’arrocco sull’asse Milano-Trieste il sogno del re degli occhiali, grande amore di un imprenditore che ha sempre guardato al mondo e che, nonostante una famiglia numerosa, ha scelto come delfino un outsider, Francesco Milleri.
  6. C’è spazio anche per una nota di risentimento personale.  Ovvero il rifiuto, a suo tempo, da parte di Mediobanca a finanziare il progetto di fare dello Ieo un polo della salute di livello mondiale. “In Italia le buone intenzioni hanno le gambe corte, più delle bugie per impedire il cambiamento. In Rwanda ad esempio realizzeremo un progetto complesso e ambizioso in tempi per noi impensabili”.
  7. Di qui una bugia, probabilmente la sola dell’intervista: “Non ho investito in Mediobanca per dissapori sullo Ieo”.  

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