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Mediobanca boccia di nuovo l’Ops Mps che parte lunedì: “Ostile e priva di razionale industriale” e prezzo “del tutto inadeguato”

Bocciatura finale dell’Ops del Monte dei Paschi da parte del cda di Mediobanca che giudica l’offerta della banca senese “ostile” e “del tutto inadeguata”. L’offerta del Monte scatta da lunedì e si concluderà a settembre. Successo per Banca Ifis e Bper

Mediobanca boccia di nuovo l’Ops Mps che parte lunedì: “Ostile e priva di razionale industriale” e prezzo “del tutto inadeguato”

Mediobanca ribadisce con fermezza il proprio no all’offerta pubblica di scambio lanciata dal Monte dei Paschi di Siena, la cui fase di adesione prenderà il via lunedì 14 luglio. In un comunicato ufficiale diffuso nella serata dell’11 luglio, il consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia definisce l’operazione “ostile e non concordata“, giudicandola “priva di razionale industriale, strategico e finanziario” e “del tutto inadeguata” per gli azionisti.

Secondo il board, il corrispettivo offerto da Mps – costituito esclusivamente da azioni dell’offerente, con un rapporto di scambio pari a 2,533 azioni Mps per ogni azione Mediobanca – risulta non congruo sotto il profilo finanziario, con uno sconto del 32% rispetto alla valutazione ritenuta equa dalla stessa Mediobanca. Inoltre, pur detenendo formalmente la maggioranza dell’entità risultante dall’operazione, gli attuali azionisti di Mediobanca sarebbero esposti al rischio concreto di perdere il controllo effettivo a vantaggio di Mps.

Perché Mediobanca rifiuta l’offerta Mps: i numeri del piano “One Brand – One Culture”

Nel documento, Mediobanca difende il proprio modello di business specializzato nel Wealth Management, nel Corporate & Investment Banking e nel Consumer Finance, sottolineando come il piano industriale “One Brand – One Culture” esteso al 2028 preveda una crescita solida e sostenibile: ricavi superiori a 4,4 miliardi, utile netto di circa 1,9 miliardi, RoTE al 20% e distribuzione di circa 4,9 miliardi agli azionisti nel triennio 2025-2028.

Diversamente, l’operazione proposta da Mps, secondo Mediobanca, comporterebbe significative dissinergie stimate fino a 665 milioni di euro in caso di mancata fusione. Il rischio, si legge, sarebbe la perdita di talenti e clientela nei segmenti più redditizi, compromettendo la stabilità e la redditività futura del gruppo. L’utile ante imposte previsto per l’entità combinata crescerebbe solo grazie al contributo di Mediobanca, con una possibile diluizione di oltre il 10% per i suoi attuali azionisti.

Mediobanca respinge Mps: governance fragile e nessun piano industriale

A preoccupare il board di Piazzetta Cuccia sono anche i profili di rischio legati a Mps, la cui storia recente è segnata da debolezze strutturali, un modello di business concentrato sul retail banking, un elevato NPE ratio e un basso merito creditizio. “Le incertezze sull’integrazione e l’assenza di un piano industriale consolidato per l’entità combinata – si legge nel comunicato – aggravano ulteriormente il rischio dell’operazione.”

Infine, Mediobanca solleva forti perplessità sul piano della governance e della trasparenza. L’assetto post-operazione risulterebbe opaco, con la possibilità che soggetti già presenti nell’azionariato di entrambe le banche – come Delfin e Caltagirone – assumano un ruolo dominante senza che siano stati chiariti gli obiettivi o le interlocuzioni in corso con le autorità di vigilanza.

L’istituto milanese ribadisce infine la propria volontà di procedere come entità indipendente, anche in vista della potenziale operazione su Banca Generali, giudicata invece dotata di un solido razionale strategico.

Il risiko bancario italiano accelera: Ifis conquista Illimity, Bper avanza su Sondrio

Mentre Mediobanca respinge l’affondo di Siena, si muove il risiko bancario italiano con due operazioni decisive andate a segno nelle stesse ore. Banca Ifis ha superato il 90% del capitale di Illimity Bank, raggiungendo il 92,5% contando anche le azioni proprie. Scatta così il delisting della banca fondata da Corrado Passera e il riconoscimento del premio del 5% agli azionisti che hanno aderito.

Anche Bper Banca ha chiuso con successo l’offerta pubblica su Banca Popolare di Sondrio, raccogliendo adesioni per oltre il 58% del capitale. Una soglia sufficiente a spianare la strada a una futura fusione per incorporazione, con l’obiettivo di estrarre sinergie per 290 milioni di euro. Decisivo, per il buon esito dell’operazione, è stato il rilancio dell’offerta: 1,45 azioni Bper più 1 euro in contanti per ciascuna azione di Sondrio, portando il premio finale al 17,8%.

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