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Marchionne scuote l’auto, le Borse attendono Draghi

Le dichiarazioni del ceo di Fca su Volkswagen e sulle possibili alleanze mettono in fibrillazione il mercato dell’auto mentre le Borse aspettano le prossime mosse della Fed e di Mario Draghi – Riflettori accesi sul polo delle torri, su Stm e su Prysmian

Marchionne scuote l’auto, le Borse attendono Draghi

All’apparenza, ma solo all’apparenza, la calma regna sull’orizzonte dei mercati, impegnati a rifare i conti in attesa delle decisioni della Fed che la prossima settimana darà l’avvio al primo dei rialzi (tre?) previsti per il 2017. In realtà, passata l’euforia per le promesse post-elettorali, gli operatori sono in attesa di capire gli sviluppi di un quadro politico confuso.

Negli Usa Donald Trump, impegnato su tanti fronti (rapporti con la Russia, immigrazione, ora anche Wikileaks) stenta a far digerire ai conservatori il suo progetto di riforma sanitaria. E, nonostante la retorica sparsa a piene mani, peggiora la bilancia commerciale con Cina e Germania. E così l’Orso, in letargo dal giorno dell’elezione del neo presidente, torna pur timidamente a far la sua comparsa a Wall Street, in ribasso per due giorni di fila: non capitava da più di un mese.

Cauta anche l’Europa, in attesa delle parole di Mario Draghi dopo il direttorio della Bce di domani. In realtà, i margini di manovra della Banca centrale sono assai limitati: tra cinque giorni l’Olanda potrebbe eleggere un premier anti-europeista, brutto prologo all’appuntamento con il voto francese che continua a condizionare le sorti dell’euro. In prospettiva, insomma, la situazione è tutt’altro che piatta.

Per paradosso, potrebbe trarne qualche vantaggio l’Italia, da sempre abituata a muoversi nell’emergenza: dopo il successo dell’aumento di Unicredit (ancor più clamoroso se si pensa alle difficoltà di Deutsche Bank) è arrivato un nuovo Btp indicizzato all’inflazione, varato con successo nonostante le turbolenze che agitano il debito sovrano europeo. E dall’Italia corporate, vedi Ferrari e Prysmian, arrivano segnali confortanti. E così arriva la promozione più inattesa. “L’Italia sta facendo le cose giuste” ha detto ieri Wolfgang Schaeuble, che ci ha abituato a ben altre bordate specie alla vigilia dei vertici della Bce.

TOKYO IN CALO DA QUATTRO GIORNI. MA SALE NINTENDO

Stamattina la Borsa del Giappone si avvia a mettere a segno la quarta seduta consecutiva di ribasso: l’indice Nikkei perde lo 0,4%. In controtendenza Nintendo, che ha guadagnato oltre mezzo punto dopo che la nuova consolle presentata dalla società il 3 marzo ha venduto 330.637 pezzi nei primi tre giorni. Galleggiano intorno alla parità gli indici azionari della Cina: Hong Kong +0,2%, Shanghai -0,2%. Mumbai -0,4%.

Svolta storica per il commercio cinese. Per la prima volta da tre anni chiude in rosso la bilancia commerciale di Pechino: -60,4 miliardi di yuan contro una previsione di un surplus di 120 miliardi. A gennaio l’import è cresciuto del 44% (contro il 25% previsto), l’export solo del 4,2%. È l’effetto dell’aumento delle materie prime (rame, ferro e petrolio in testa) ma anche, in parte, delle variazioni stagionali legate al lungo capodanno cinese.

L’eccezione riguarda gli Stati Uniti: l’export Usa verso la Cina è sceso del 13,4%, il deficit di Washington sale a 31,3 miliardi di dollari (+12,5), esito singolare dei propositi battaglieri di Trump. “In questi mesi avremo molto da fare” è stato il commento di Wilbur Ross, il miliardario chiamato a guidare la politica commerciale americana. Il deficit Usa è stato il peggiore degli ultimi cinque anni.

WALL STREET PUNISCE SNAP. TRUMP CASTIGA IL PHARMA

Debole Wall Street, in attesa delle decisioni sul costo del denaro. Arretrano tutti gli indici: Dow Jones -0,14%, S&P 500 -0,29%. Giù anche il Nasdaq (-0,29%).

Continua la rivolta dei gestori contro Snap, la società che ha abolito il diritto di voto per i soci di minoranza. Il titolo ha chiuso ieri con un nuovo ribasso (-9,8%) che va ad aggiungersi al -12,3% della vigilia. Il titolo, collocato venerdì a 24 dollari, tratta a 21,44.

Pesa sul mercato anche l’ennesimo tweet del presidente Trump: “Sto lavorando a un sistema nuovo in cui ci sarà competizione nel settore farmaceutico. I prezzi per il popolo americano scenderanno di molto”. L’intento era probabilmente di indorare la pillola, viste le resistenze al suo progetto di riforma sanitaria presentato lunedì al congresso, osteggiato anche dai conservatori. L’effetto immediato è stata la discesa corale del settore pharma (-0,55%) e biotech. Pfizer ha lasciato sul terreno l’1,05%.

La prospettiva di un rialzo dei tassi spinge al rialzo il dollaro in scesa sull’euro (+0,15%) ma soprattutto sul franco svizzero (+0,20%) e sulla sterlina (+0,35%). In calo i prezzi del petrolio: Brent a 55, 63, West Texas a 52,60. Pesa sul settore la prospettiva di un aumento del dollaro e delle scorte Usa. “Il mercato viaggia entro binari precisi– commenta a Reuters il gestore Jonathan Barratt – Quando il prezzo si avvicina ai 50 dollari, l’Opec taglia la produzione. Quando si viaggia verso i 55 dollari, aumenta la produzione di shale oil”.

A Piazza Affari Eni -0,2%, Saipem -0,7%. A Wall Street la blue chip peggiore è Chevron (-1,2%).

MILANO PIATTA. OCSE: ITALIA FANALINO DI CODA

La Camera dei Lord ha inflitto una nuova sconfitta a Theresa May votando un emendamento che prevede che il Parlamento britannico debba approvare ogni intesa di uscita prima che inizi il dibattito al Parlamento europeo o, in caso di fallimento del negoziato, debba votare per approvare la Brexit senza un accordo. In questo modo, si è lamentata la premier, si indebolisce la posizione negoziale di Londra.

Chiusura piatta per Piazza Affari: l’indice principale Ftse Mib ha guadagnato lo 0,03% a 19.455 punti. In calo anche gli altri indici Ue, fatta eccezione per il Dax30 che ha recuperato lo 0,09%: il Cac40 ha perso lo -0,4% e il Ftse100 lo 0,15%.

L’economia italiana crescerà sia quest’anno sia il prossimo al ritmo di 1%, soltanto un decimo oltre lo 0,9% con cui si è chiuso il 2016. Lo si ricava dall’Interim Outlook dell’Ocse , da cui emerge che una performance più debole di quella italiana dovrebbe registrarsi solo in Brasile – economia assolutamente ferma – mentre sul 2018 la stima per Roma è la peggiore insieme a quella per Londra, chiamata a saldare il conto della Brexit. L’aspettativa Ocse a livello aggregato di zona euro per il biennio è pari a 1,6%.

Lo spread Btp/Bund ha archiviato la seduta in allargamento a 186,328 punti base rispetto ai 180,79 della chiusura di ieri, mentre il differenziale Oat/Bund si è attestato a 64 punti base. Chiusura poco sotto i massimi intraday anche per il tasso sul Btp decennale, salito fino al 2,20%. Per quel che riguarda invece la scadenza 2 anni, il tasso è tornato in negativo per la prima volta dal 9 febbraio.

COLLOCATO IL NUOVO BTPEI. ALL’ASTA 6,5 MILIARDI DI BTP ANNUALI

Il Tesoro italiano ha collocato 3 miliardi di euro di un nuovo Btpei 10 anni indicizzato all’inflazione della zona euro, con scadenza maggio 2028, raccogliendo ordini appena sotto 6,4 miliardi di euro. Il nuovo titolo offre un premio di rendimento pari a 11 punti base sul tasso del Btpei settembre 2026, rivisto al ribasso un da un guidance di 11-12 punti base, a sua volta ridotta dal livello iniziale di 13 punti base.

Il ministero dell’Economia ha reso noto che metterà a disposizione 6,5 miliardi di euro in Bot 12 mesi nell’asta di venerdì 10 marzo, a fronte di un importo in scadenza pari a 6,6 miliardi di euro. Oggi a mercati chiusi sarà annunciata l’offerta di titoli a medio-lungo di lunedì col probabile lancio del nuovo benchmark a sette anni. Lo spread Francia/Germania è risalito al termine della seduta di 3 punti base a quota 66 mantenendosi comunque lontano dal picco di circa 80 pb registrato il mese scorso.

MARCHIONNE: PRESTO VOLKSWAGEN MI CERCHERÀ

Fiat Chrysler ha chiuso la giornata con un modesto +0,1%, ma Sergio Marchionne, intervenuto al salone di Ginevra, è stato comunque il protagonista della giornata. A proposito delle alleanze il Ceo apre a un’ipotesi clamorosa: “Al momento giusto Volkswagen verrà a bussare alla nostra porta” anche perché “l’operazione Psa-Opel minaccia loro più di tutti”.

Nel frattempo Marchionne promuove l’acquisto di Opel da parte di Psa concedendosi un commento velenoso: “Adesso capiremo se i problemi di Opel dipendevano da Gm”. Ma “la mia idea sulla fusione con Gm rimane la stessa, anche se ora le sinergie sono un po’ cambiate e quindi è meno desiderabile. Abbiamo perso il 20% delle sinergie che potevano esistere con la fusione. Comunque non cambia niente. Le preoccupazioni geopolitiche se sono reali per loro, lo sono anche per noi”.

Da parte sua, Gm ha ribadito di non essere interessata a una fusione con Fca. “Non eravamo interessati prima e siamo ancora meno interessati ora”, ha detto il presidente del gruppo americano Dan Ammann, parlando con i giornalisti al Salone. “Potrei essere sfacciato e bussare ancora alla porta di Gm, ma solo se riterrò sia positivo per il business”, ha comunque concluso Marchionne. Nel frattempo Fca progetta il trasloco della Panda da Pomigliano alla Polonia: lo stabilimento campano sarà riservato alla produzione di Alfa e/o Maserati.

Il mercato ha premiato la conferma che il ceo resterà in Ferrari (+1,06%) fino al 2022. Berenberg ha alzato il prezzo obiettivo del titolo da 65 a 75 euro, confermando la raccomandazione buy. Exor +1,22%. Continua nell’automotive il volo di Pininfarina, +20% sull’onda dell’accordo sull’auto elettrica con i cinesi di Hybrid Kinetics.

IL PATENT BOX SPINGE PRYSMIAN. RIFLETTORI SU STM

Nell’industria si distingue Prysmian, +1,11% a 23,6 euro. Mediobanca Securities ha confermato sul titolo la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 26,8 euro dopo che la società ha siglato l’accordo sul Patent Box per la valorizzazione del portafoglio brevetti, che rappresenta un importante asset per il gruppo.

Ancora fermento su Stm (+0,9%) che oggi potrebbe trarre vantaggio dai conti di Texas Instruments (+2,7%) al nuovo massimo storico a Wall Street,

In calo del 2,2% Leonardo. Il titolo è appesantito dalle indiscrezioni stampa secondo cui il governo non avrebbe intenzione di confermare l’AD Mauro Moretti dopo la recente condanna in primo grado a sette anni per il disastro ferroviario di Viareggio. Equita sottolinea come la notizia, se confermata, sarebbe negativa “dato il buon track-record acquisito da Moretti”. Attraverso la controllata statunitense Leonardo Drs, il gruppo ha firmato l’accordo definitivo per l’acquisto di Daylight Solutions, azienda attiva nello sviluppo di prodotti laser a tecnologia a cascata quantica con un investimento di 150 milioni di dollari.

Perde anche Fincantieri (-4,3%) dopo indiscrezioni che parlano di accordo ormai fatto per l’acquisto di STX France, che prevede però come condizione che Fincantieri abbia al massimo il 49% e sia affiancata al 10% da un altro socio italiano.

GOLDMAN SACHS PUNISCE UBI E BPER

Tra le banche, una volta tanto, l’Italia (indice di settore +0,3%) fa meglio dei concorrenti europei (-0,2% lo Stoxx). Avanzano Unicredit (+0,66%) e Banco Bpm (+0,67%). Dopo la cessione della quota All Funds (plusvalenza di 800 milioni) sale anche Intesa (+0,26%).

Il downgrade di Bper da parte di Goldman Sachs (da neutral a buy) si è tradotto in un calo del 4,2%. Il broker americano ha penalizzato anche Ubi Banca (-2,33%): prezzo obiettivo a 3,4 da 3,6 euro, confermata la raccomandazione neutral.

RIPARTE IL GIOCO DELLE TORRI. MEDIASET PUNTA SUL CALCIO

Sale più del 5% Ei Towers sull’onda dell’interesse di Rai Way (anche in questo caso oltre +5%) per un’Opa o un’Opas sulla controllata di Mediaset.

Lieve rialzo per Telecom Italia: +0,45% a 0,7795 euro. Equita Sim ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,27 euro sottolineando che la società potrebbe presentare una offerta per i diritti del calcio, Serie A, fino al 2021. Mediobanca Securities resta positiva sul titolo (outperform, Tp 1,34 euro) e “vede molto valore agli attuali prezzi di Borsa. Ci piace la storia di ristrutturazione e vediamo spazio per azioni corporate che potrebbero ulteriormente aumentare il valore. Non siamo preoccupati per l’arrivo di Iliad”.

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