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L’Ue ricalcola il Pil: l’Italia cresce di più

La revisione del criterio metodologico decisa da Eurostat, in ogni caso, non dovrebbe incidere in modo decisivo sul dato tenuto in maggior considerazione in base agli accordi di Maastricht, ovvero il rapporto deficit-Pil, che sul 2013 scenderebbe dal 3% al 2,9% circa

L’Ue ricalcola il Pil: l’Italia cresce di più

Il Pil italiano potrebbe essere rivisto in positivo di 1-2 punti percentuali. Nell’economia reale, però, non è in vista alcuna rivoluzione. A cambiare è il metodo con cui si calcola il prodotto interno lordo. La revisione del criterio metodologico decisa da Eurostat, in ogni caso, non dovrebbe incidere in modo decisivo sul dato tenuto in maggior considerazione in base agli accordi di Maastricht, ovvero il rapporto deficit-Pil, che sul 2013 scenderebbe dal 3% al 2,9% circa. Limature marginali anche sul rapporto debito-Pil (dal 132,9% previsto dal governo a 130,5/131,8%).

Quanto al Pil 2014, l’ultima stima ufficiale del governo è +1,1%, contro il +0,7% circa su cui convergono i principali previsori nazionali e internazionali (compresa l’Istat).

La nuova metodologia, che rientra in un processo di revisione a livello mondiale, sarà adottata nell’Ue a partire da settembre di quest’anno. Tra le modifiche previste c’è in particolare quella che riguarda la spesa in ricerca e sviluppo, attualmente conteggiata come un costo, che invece rientrerà tra gli investimenti, a vantaggio del Pil. Questo cambiamento vale un aumento del Pil 2011 dell’area Ue pari all’1,9%.

Un trattamento simile verrà riservato anche alla spesa per armamenti (impatto pari a +0,1% sul Pil Ue 2011), mentre tra le altre modifiche ci sarà anche quella relativa al calcolo dell’impatto su import ed export dei beni inviati all’estero per una fase di lavorazione.

L’Italia, a causa dei ridotti investimenti in ricerca e sviluppo, è nella fascia dei paesi che beneficeranno limitatamente della nuova metodologia. Anche per Spagna e Portogallo viene quantificato un incremento sul Pil di 1/2 punti percentuali in più per quel che riguarda il dato del 2011. Per Germania e Francia il beneficio sarebbe ancora maggiore, compreso tra 2 e 3 punti percentuali di Pil. Per Finlandia e Svezia il contributo positivo della nuova metodologia potrebbe arrivare fino al 5% del Pil (la stima è sempre riferita all’anno 2011).

Il documento della Commissione ricorda che la nuova metodologia ha portato negli Usa, dove è stata adottata nell’agosto del 2013, ad un incremento del Pil del 3,5% per gli anni dal 2010 al 2012.

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