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Lombardia, fine corsa per Formigoni. Veltroni: “Non mi ricandido al Parlamento”

Dopo la Lega anche il segretario del Pdl si sgancia dalla ostinata resistenza del presidente: “Basta accanimento terapeutico” – Formigoni: “sarò in campo e mi batterò come un leone” – Parte la corsa di Bersani per le primarie – Veltroni non si ricandiderà al Parlamento

Lombardia, fine corsa per Formigoni. Veltroni: “Non mi ricandido al Parlamento”

Non bastava il benservito di Maroni e della Lega. E così è toccato al segretario del Pdl Angelino Alfano annunciare il fine corsa a Roberto Formigoni. “Basta accanimento terapeutico”, ha detto ieri Alfano, invitando il Governatore ad andare al voto. Invito subito raccolto dal presidente, ormai uscente, della Lombardia, il quale ha subito stretto i tempi, annunciando che si voterà prima di aprile (questa data era stata indicata dalla Lega) e che lui sarà in campo alle elezioni “per battersi come un leone”. Prospettiva che non entusiasma certo il Carroccio. E così Maroni controreplica: “Il candidato presidente lo sceglieremo nei gazebo con le primarie”. Del resto anche nel Pdl sono in molti coloro che considerano la candidatura del Celeste, alquanto usurata. Come dimostrano le numerose contestazioni che hanno accolto anche a Lecco le ultime uscite del presidente della Lombardia.

Di certo le vicende lombarde, così come quelle del Lazio, confermano il pessimo stato di salute del Pdl nel suo complesso, e probabilmente finiranno per alimentare ulteriormente le polemiche e le frammentazioni che già da tempo caratterizzano il partito voluto e fondato da Berlusconi. Infine l’accelerazione verso il voto impressa dallo stesso Formigoni alla Lombardia, potrebbero accelerare i tempi anche per il voto nel Lazio. Qui, infatti, nonostante le chiare indicazioni del ministro dell’Interno, il presidente uscente Polverini sembra puntare a prendere ancora tempo.

Nel Centro-sinistra è in pieno svolgimento la campagna per le primarie. Ieri Pierluigi Bersani da Bettola, dal piazzale dove era la pompa di benzina del padre, ha replicato alle polemiche (soprattutto di Casini) sulla scarsa attenzione che la carta di intenti del centro-sinistra dedica all’agenda Monti. “Ora è il momento della nostra agenda per l’Italia”, ha spiegato il segretario, che poi ha aggiunto di essere certo che “Monti darà ancora il suo contributo per l’Italia”. Un modo per ricordare che è stato proprio il Pd a puntare per primo sull’attuale presidente del Consiglio, anche a costo di sacrificare legittime aspirazioni politiche.

Va aggiunto che sull’assenza di riferimenti a Monti anche Renzi, il principale competitore di Bersani alle primarie, non è particolarmente rammaricato: “Spento l’incendio – ha detto con una certa crudezza il sindaco di Firenze – il pompiere non serve più”. A lamentare la disattenzione nei confronti di Monti sono invece coloro che nel Pd soffrono maggiormente la presenza nell’alleanza di Vendola preoccupata che questa renda davvero difficile una possibile alleanza con il centro. In tal senso si sono espressi l’ex ppi Fioroni e Walter Veltroni, che ha anche annunciato che non si ricandiderà al Parlamento: un campanello di allarme per Bindi, D’Alema e lo stesso Fioroni, anche essi da tempo parlamentari.

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