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Lo spread torna sotto quota 300 e il petrolio fa rimbalzare la Borsa

Il netto balzo in avanti delle società petrolifere, dall’Eni a Tenaris e a Saipem, e la parziale discesa dello spread Btp-Bund ridanno fiato a Piazza Affari che guadagna l’1,06% e per un giorno risulta la miglior Borsa d’Europa – In recupero anche Ferragamo e le grandi banche – Tonfo di Bper, soffre il risparmio gestito

Lo spread torna sotto quota 300 e il petrolio fa rimbalzare la Borsa

I titoli petroliferi rimettono in moto Piazza Affari che nel pomeriggio gira in positivo per chiudere in rialzo dell‘1,06%, tornando oltre la soglia psicologica dei 20mila punti (20.062). Contribuisce a questo risultato la discesa dello spread a 299.40 punti (dopo il rialzo della mattinata) con il rendimento del decennale al 3,54% e la timida ripresa delle banche, con l’eccezione di Bper -2%.

Il cambio di umore avviene anche sugli altri listini europei grazie alla risalita di Wall Street e ad acquisti su energia, titoli minerari e tecnologici. Francoforte guadagna lo 0,25%; Parigi +0,35%; Madrid +0,67%; Londra +0,02%. Wall Street è positiva, dopo un’apertura debole a seguito di un rialzo del rendimento del Treasury decennale oltre 3,25%, ai massimi dal 2011, poi rientrato in area 3,22%. Salgono i titoli tecnologici, anche se i timori di un rallentamento della crescita globale si fanno sentire. Si ricorda che l’FMI ha abbassato le stime per il 2018 e il 2019, affermando che Stati Uniti e Cina subiranno l’impatto della guerra commerciale soprattutto l’anno prossimo.

L’euro è poco mosso contro il dollaro, in area 1,147. Il petrolio ribolle, Brent +0,9%, 84,29 dollari al barile; Wti +0,65%; 73,91 dollari, sostenuto dall’incendio alla raffineria canadese di Saint-Jean e dai timori per il possibile impatto dell’uragano Michael su Messico e Stati Uniti. Rimane alla finestra l’oro in zona 1190 dollari l’oncia.

Piazza Affari vive una giornata di tregua, dopo le tensioni dei giorni scorsi. Questa sera dovrebbe esserci un nuovo vertice sulla manovra a Palazzo Chigi. Intanto il ministro dell’economia Giovanni Tria dice che le misure del governo puntano alla crescita e al calo del debito e fa suo l’invito del presidente della Camera Roberto Fico ad abbassare i toni nei confronti di Bruxelles, garantendo che il governo farà “quel che è necessario in caso di crisi finanziaria”. Anche se non precisa cosa farà. Il premier Giuseppe Conte confida sul fatto che una volta resa nota “la nostra manovra ci potrà essere maggiore tranquillità da parte degli investitori”. Al momento non sono per niente tranquilli Fondo Monetario, Bankitalia, Istat e Corte dei Conti, sia perché le previsioni di crescita nel 2019 sembrano alquanto ottimistiche sia perché le riforme delle pensioni fatte sin qui stavano migliorando il sistema. In particolare l’Fmi vede l’Italia fanalino di coda in Eurolandia e stima una crescita del pil dell‘1,2% nel 2018 e dell’1% nel 2019. 

Infine dopo Credit Swiss anche JP Morgan lancia un allarme sullo spread e sugli effetti che questo ha sulle banche italiane e alla luce del target deficit/pil al 2,4% abbassa le previsione di utile per gli istituti di credito, tagliando il loro target price.

Nonostante tutto questo, la seduta è in rialzo soprattutto per le grandi banche italiane, Intesa +2,19% e Unicredit +1,2%. Il listino principale è guidato dai titoli oil: Tenaris +3,35%; Saipem, +3,33%; Eni +2,63%. Gli ultimi due beneficiano anche della raccomandazione positiva di Kepler. Bene la moda con Salvatore Ferragamo +2,57%. Fra le utility svetta Snam +2,245%.

In fondo al listino Bper. Perdono Atlantia -1,36% e Prysmian -1,09%. Il risparmio gestito cede con Azimut -1,02% e Banca Generali -0,95%.

Fuori dal listino principale s’impenna Astaldi, +21,52; riprende quota l’Aeroporto Marconi di Bologna, +5,98%.

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