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L’Inter risorge, la Juve delude, l’Atalanta crolla

Convincente prova dell’Inter che stende per 3 a 0 il Sassuolo – La Juve invece rivela ancora una volta i suoi limiti di personalità e senza CR7 non va oltre il pari a Benevento – Ancora peggio l’Atalanta: il Verona del discepolo di Gasperini, Juric, la trafigge senza pietà.

L’Inter risorge, la Juve delude, l’Atalanta crolla

L’Inter torna a vincere, la Juve fa un altro flop. Il sabato appena concluso ha visto il successo dei nerazzurri contro il Sassuolo, ma anche il passo falso dei bianconeri in quel di Benevento e se a questo aggiungiamo il ko casalingo dell’Atalanta contro il Verona, si evince come questo campionato sia davvero equilibrato e combattuto come non mai. La copertina della giornata dunque se la contendono Conte e Pirlo, il primo per aver espugnato Reggio Emilia in quella che si presentava come una partita molto insidiosa, il secondo per non essere stato capace di battere il Benevento, proprio nel giorno del riposo scientifico di Cristiano Ronaldo.

Il portoghese avrebbe fatto molto comodo, anche solo a gara in corso, invece la Juve ha scelto di lasciarlo a Torino, dando fiato a tutte quelle trombe che la vedono schiava del portoghese e delle sue manie europee. Peccato però che la partita di mercoledì con la Dinamo Kiev conti zero, mentre a Benevento ci fossero in palio punti pesanti: i bianconeri ne hanno persi altri due dopo quelli con Crotone e Verona, e ora guardano alla classifica con preoccupazione. “Era stanco e aveva bisogno di riposare, ma non è che la Juve sia dipendente da lui più di quanto non lo siano state le sue ex squadre – si è difeso Pirlo -. Purtroppo quando le partite si sporcano non riusciamo a risolverle e a vincerle, è capitato così anche a Crotone: dobbiamo crescere perché quando passi in vantaggio queste gare le devi chiudere. Manchiamo un po’ di personalità, in questo dobbiamo migliorare”.

Vero, perché i punti persi cominciano a essere davvero troppi, così come gli episodi in cui questa squadra non mostra la giusta mentalità. Ieri ci si è messo anche Morata, che ha rovinato una buona prova (con tanto di splendido gol al 21’) facendosi espellere a partita conclusa per proteste contro l’arbitro, ma più in generale sono altri i giocatori che non stanno rispondendo come da piani della società. Arthur ha offerto una prova incolore, così come Chiesa e Ramsey, senza dimenticare Dybala, il cui errore sotto porta nel primo tempo ha di fatto gettato al vento la vittoria. Poi però ci sono anche gli sbagli difensivi, come quello che ha portato al pareggio di Letizia (47’), e qui sul banco degli imputati finisce Andrea Pirlo, ancora incapace di dare gioco e continuità ai suoi. 

Gli stessi difetti che venivano additati all’Inter di Conte, almeno fino a ieri, quando è arrivata la risposta sul campo del Sassuolo. Un 3-0 bello e convincente, firmato da Sanchez (4’), un autogol di Chiriches (14’) e Gagliardini (60’), proprio nel giorno in cui tutti aspettavano al varco tecnico e giocatori (tifosi compresi, visto lo striscione minaccioso apparso ieri a Milano). Guai però a pensare che la vittoria abbia ridato serenità a Conte, anzi il clima, se possibile, s’è ulteriormente avvelenato con la conferenza stampa di ieri, nel quale il diretto interessato ha deciso di togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

“All’Inter non è mai semplice, noi dobbiamo essere bravi ed ermetici perché c’è sempre gente che non vede l’ora di buttarci addosso… vabbè non dico cosa ma l’avete capito. C’è sempre molto accanimento verso questa squadra, mai visto così tanto. Bravi i ragazzi a saper andare avanti e a reagire. Poi fa piacere ricevere la stima del Presidente e della società, ma io non sono l’unica soluzione: bisogna essere sempre tutti pronti a dividersi le responsabilità, tecnico, giocatori e dirigenti, non lasciare mai la squadra o l’allenatore da solo e fare fronte unico contro le avversità. Mi auguro che tutti si sia sullo stesso carro…”. Insomma, parole di fuoco che fanno passare un po’ in secondo piano la vittoria di ieri, forse la più convincente della stagione al netto del valore dell’avversario. 

La tensione resterà alta almeno fino a martedì, quando i nerazzurri faranno visita al Borussia Moenchengladbach per quella che sarà certamente una sfida da dentro o fuori. Lo stesso si può dire dell’Atalanta, ancora una volta in versione double-face. La squadra di Gasperini, infatti, continua ad alternare prestazioni scintillanti in Europa a quelle decisamente più grigie in campionato: augurandole che questo possa essere di buon auspicio per martedì contro il Midtjylland, ieri purtroppo per lei, si giocava con il Verona di Juric, avversario tutt’altro che tenero. Il risultato è che la Dea si è fatta battere in casa con un netto 2-0 (62’ Veloso su rigore, 83’ Zaccagni), mostrando di non riuscire, almeno in questa fase, a gestire il doppio impegno, oltre che a mantenere un rendimento d’alta classifica.

“Fino al rigore abbiamo fatto un’ottima gara, ma sciupando troppo. In attacco sicuramente eravamo meno brillanti, credo che il nostro problema sia più legato alle nazionali: abbiamo lasciato i giocatori in un modo prima della sosta, ce li siamo ritrovati in un altro”.  

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