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L’Inter frena, il Milan scivola, la Juve si riscatta dopo la Superlega

Pur pareggiando con lo Spezia, la capolista Inter allunga a +10 sul Milan, sconfitto in casa dal Sassuolo – La Juve batte in rimonta il Parma – Oggi due big match per la Champions: Napoli-Lazio e Roma-Atalanta

L’Inter frena, il Milan scivola, la Juve si riscatta dopo la Superlega

La vendetta delle piccole. Il day after del caos Superlega, definitivamente tramontata fino a nuovo ordine, si segnala soprattutto per i colpacci di Spezia e Sassuolo, la prima capace di fermare sul pareggio la capolista Inter, la seconda addirittura di espugnare San Siro e condannare il Milan a una sconfitta pesantissima, forse decisiva, in chiave Champions. L’eccezione alla regola di questa giornata capovolta è la Juventus, ma fino a un certo punto: anche lei, infatti, ha faticato non poco per battere il Parma penultimo in classifica, riuscendoci solo in rimonta, per giunta con tutti gli attaccanti a secco. Insomma, le scorie della Superlega si sono viste tutte e se anche si fosse trattato solamente di un caso sarebbe stato comunque piuttosto clamoroso.

Sul pareggio dell’Inter, il secondo consecutivo dopo quello di Napoli, ha sicuramente pesato il risultato del Milan, che perdendo ha tolto parecchia tensione sul match del Picco. Dal punto di vista nerazzurro s’intende, perché lo Spezia è sceso in campo con grande “garra”, trovando subito il vantaggio con Farias (12’) e dando una bella sveglia alla squadra di Conte. Che però ha saputo calarsi in battaglia, trovando prima il pareggio con Perisic (39’) e poi sfiorando più volte il vantaggio nella ripresa: Skriniar, Lukaku e Lautaro hanno fatto tremare Provedel, senza però riuscire a batterlo. Ne è uscito così un pareggio che, tutto sommato, va bene a entrambe, con l’Inter che fa un altro passo verso lo scudetto e lo Spezia che si avvicina alla salvezza.

“Il traguardo inizia a vedersi ed è normale che ci sia un po’ di pressione – ha spiegato Conte – Molti calciatori stanno lottando per la prima volta a questi livelli, ma lo stanno facendo bene. Abbiamo giocato una partita di grande intensità, ci è mancata un po’ di qualità sotto porta e nell’ultimo passaggio, però la partita è stata giocata bene, la prestazione c’è stata”.

Il risultato più clamoroso del mercoledì però è quello di San Siro, dove a far festa non è stato il Milan di Pioli bensì il Sassuolo di De Zerbi. Che, nella bagarre di martedì, aveva detto di non volerla nemmeno giocare questa partita: meno male per lui che ci ha ripensato, aggiungendo così un altro capitolo alla sempre più interessante storia dei neroverdi. E dire che i rossoneri avevano cominciato bene, tanto da chiudere il primo tempo in vantaggio con Calhanoglu (30’ con un gran destro a giro da fuori area) e gestire piuttosto bene il secondo, almeno fino al 70’. Là, infatti, è svoltata la partita con i cambi, nel bene per il Sassuolo (dentro Raspadori al posto di Defrel) e nel male per il Milan (fuori Calhanoglu e Rebic per Krunic e Mandzukic). Il giovanissimo attaccante neroverde si è preso subito la scena con una doppietta che nobilita il suo curriculum: prima una zampata sotto porta (76’), poi un gran destro incrociato su assist di Berardi (83’). Risultato pesantissimo per il Sassuolo, ma soprattutto per il Milan: ora la corsa Champions, alla luce di questo passo falso, si complica parecchio.

“Nel calcio ha ragione chi fa un gol in più, noi abbiamo avuto tante situazioni, non ci siamo riusciti e se le partite non le chiudi poi rischi – l’analisi di Pioli – Bisogna voltare pagina da adesso, una sconfitta dà sempre tanta delusione ma dobbiamo trasformarla in determinazione. Non abbiamo paura di rovinare tutto, avere pressione è un privilegio. Siamo in lotta per la Champions, se non ci arriveremo non saremo completamente soddisfatti ma vogliamo riuscirci”.

La corsa però si è complicata, perché le altre devono ancora giocare e chi lo ha già fatto, vedi la Juve, ha vinto. I bianconeri erano attesi al varco a prescindere dalla Superlega: la sconfitta di Bergamo, infatti, pesava non poco sulla classifica. Quando Brugman ha trovato il clamoroso 0-1 con una splendida punizione (25’), gli spettri del Benevento sono tornati ad aleggiare sullo Stadium, anche perché Ronaldo, proprio come quel pomeriggio, stava vivendo una giornata storta (suo l’errore in barriera sul gol del Parma, oltre a un gol sbagliato all’inizio). Le cose, per lui, non sono cambiate, per la Juve invece sì e a pensarci non sono stati gli uomini più celebrati ma Alex Sandro e De Ligt. Il brasiliano ha firmato una doppietta tra il primo e il secondo tempo (43’ e 47’), l’olandese ha messo il punto con una stoccata di testa al 68’, regalando a Pirlo tre punti vitali.

“Il primo avversario è sempre la testa, eravamo partiti bene, ma dopo le tante cose successe e il ko con l’Atalanta non era facile arrivare con l’energia giusta – il commento di Pirlo – Poi però siamo rimasti in partita con la giusta attenzione e abbiamo conquistato una vittoria fondamentale per il nostro cammino”.

A completare la 32esima giornata i posticipi di oggi, entrambi fondamentali in chiave Champions. Roma-Atalanta (ore 18.30) e, soprattutto, Napoli-Lazio (20.45) sono infatti due veri e propri spareggi, in particolare quello del Maradona, destinato a cambiare il destino di chi dovesse vincerlo (o perderlo, a seconda dei punti di vista). Si partirà dall’Olimpico, dove si affronteranno due squadre con motivazioni decisamente diverse. Se i bergamaschi sono lanciatissimi verso la qualificazione in Champions (sarebbe la terza consecutiva), lo stesso non si può dire per i giallorossi, le cui speranze passano ormai solo dall’Europa League e dalla semifinale della settimana prossima contro il Manchester United. Continuare a perdere però non è la soluzione per prepararsi al meglio, ragion per cui è lecito aspettarsi una Roma molto più sul pezzo di quella vista a Torino, al di là delle motivazioni di classifica.

Non a caso Fonseca, al netto della squalifica di Diawara e dei soliti infortuni vari (Pedro, Smalling, Kumbulla, El Shaarawy e Spinazzola, oltre al lungodegente Zaniolo), schiererà un 3-4-2-1 di tutto rispetto con Pau Lopez in porta, Mancini, Cristante e Ibanez in difesa, Karsdorp, Villar, Veretout e Calafiori a centrocampo, Pellegrini e Mkhitaryan sulla trequarti, Dzeko in attacco. Nessuna defezione importante, eccetto Hateboer, invece per Gasperini, che risponderà con un 4-2-3-1 con Gollini tra i pali, Toloi, Romero, Djimsiti e Gosens nel reparto arretrato, De Roon e Freuler in mediana, Malinovskyi, Pessina e Muriel alle spalle dell’unica punta Zapata.

Il clou però, come detto in precedenza, arriverà in serata con Napoli-Lazio, partita da dentro o fuori per entrambe. Vietato sbagliare, dunque, per azzurri e biancocelesti, arrivati al punto chiave della loro stagione. Gattuso, alle prese con la squalifica di Demme e le assenze di Ospina e Ghoulam, se la giocherà col 4-2-3-1 preferito, dunque Meret in porta, Di Lorenzo, Koulibaly, Manolas e Hysaj in difesa, Fabian Ruiz e Bakayoko a centrocampo, Politano, Zielinski e Insigne alle spalle di Mertens, preferito a Osimhen. Il grosso dubbio di Inzaghi (ancora alle prese con il Covid, in panchina ci sarà nuovamente Farris) si chiama Luis Alberto, convocato ma alle prese con un problema alla caviglia: stamattina il provino decisivo. Il 3-5-2 biancoceleste vedrà così Reina tra i pali, Marusic, Acerbi e Radu nel reparto arretrato, Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto (o Pereira) e Fares in mediana, Correa e Immobile in attacco.

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