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L’Eni si riorganizza, arriva Befera

Il cda di Eni ha approvato la nuova struttura organizzativa finalizzata a “massimizzare il valore della propria strategia, basata sulla crescita selettiva nel settore upstream e sul recupero di profittabilita’ nei settori mid-downstream” – Il nuovo modello diventera’ operativo nelle prossime settimane – Befera nell’organismo di vigilanza

L’Eni si riorganizza, arriva Befera

Venti giorni dopo la nomina del nuovo amministratore delegato, il cda dell’Eni approva la riorganizzazione della società. E il consiglio d’amministrazione, presieduto da Emma Marcegaglia, ha deciso di inserire all’interno dell’organismo di vigilanza una personalità come l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera.

L’Organismo si occupa di vigilare sull’effettività e l’adeguatezza del modello di organizzazione, della gestione e del controllo per la prevenzione dei reati. Con Befera sono stati nominati anche Ugo Draetta e Claudio Varrone come componenti esterni e confermati come componenti interni Massimo Mantovani, Marco Petracchini e Fabrizio Barbieri. 

Con l’era Descalzi si ha una riorganizzazione con la quale spariscono le ‘vecchie’ divisioni e arrivano le più agili unità di business, con una centralizzazione che andrà a beneficio dell’efficienza e della capacità esecutiva. Descalzi ha poi confermato dirigenti importanti come il direttore finanziario Massimo Mondazzi e il responsabile internal audit Marco Petracchini. L’obiettivo “è quello di mettere a fattor comune tutte le risorse- spiega Descalzi – accorciando le linee di contatto, evitando duplicazioni e trasformando Eni in una società operativa”, in modo da favorire “la massima efficienza nei tempi, nei costi e negli investimenti, e di rispondere “in modo rapido e flessibile alle sfide di business che stiamo affrontando”. 

In concreto, la nuova struttura, che diventerà operativa nelle prossime settimane, prevede il superamento del modello divisionale, sostituendolo con un modello integrato, fortemente focalizzato sugli obiettivi industriali. In sostanza il gruppo petrolifero passa dalle ‘vecchie’ divisioni, con tutte le duplicazioni di uffici che appesantivano costi e processi decisionali, a nuove e più agili unità di business, che saranno sei. In particolare la divisione E&P (exploration and production), quella che in questo momento sta dando le maggiori soddisfazioni al gruppo, verrà suddivisa nelle tre unità Exploration; Development, Operations and technology; Upstream. La divisione R&M (refining and marketing), insieme alla società chimica Versalis e a quella che si occupa di bonifiche Syndial confluiranno nell’unità Downstream and industrial. A queste quattro unità si affiancheranno le due già esistenti, vale a dire Midstream e Retail Gas&Power. Con questa operazione tutte le funzioni saranno centralizzate, con “massimo beneficio in termini di efficienza e capacità esecutiva”.

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