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Lego, il lockdown fa volare le vendite e l’utile

L’azienda danese di giocattoli ha visto le vendite salire del 14% nel primo semestre, nonostante la chiusura forzata di alcuni stabilimenti. Ma il confinamento ha aumentato la domanda da parte delle famiglie.

Lego, il lockdown fa volare le vendite e l’utile

I bambini non vanno a scuola e restano a casa per diversi mesi, a causa delle misure restrittive adottate in mezzo pianeta? In qualche modo bisogna pur intrattenerli. E tanto vale farlo con giochi costruttivi e intelligenti. Non è dunque un caso che Lego, il mitico marchio danese dei mattoncini a incastro, ha visto i proprio conti crescere a doppia cifra nel primo semestre del 2020, quello caratterizzato dall’emergenza Covid. Le vendite sono cresciute del 14%; il fatturato è aumentato del 7%, toccando i 15,7 miliardi di corone danesi, rispetto allo stesso periodo del 2019; l’utile operativo è cresciuto dell’11% a 3,9 miliardi di corone danesi, investendo in importanti iniziative di crescita a lungo termine; il free cash flow si attesta attorno ai 4,1 miliardi di corone danesi.

Ma soprattutto, spiega una nota del gruppo, la quota di mercato è cresciuta nei suoi principali gruppi di mercato, tra cui Americhe, Europa occidentale, Asia Pacifico e Cina. Le vendite sono aumentate nonostante la chiusura degli stabilimenti produttivi disposta dalle autorità governative in Messico e in Cina: Lego si è di conseguenza organizzata investendo sulla spedizione. “Gli ottimi risultati – ha commentato il CEO del gruppo Lego, Niels B. Christiansen – sono stati resi possibili grazie al lavoro del nostro incredibile team. Quando il COVID-19 ci ha costretto alla chiusura di negozi e uffici, i nostri colleghi hanno fatto tutto il possibile per lavorare in sicurezza e portare il gioco ai bambini e alle famiglie di tutto il mondo. Vorrei ringraziarli per il loro straordinario contributo e per i loro continui e fantastici sforzi”.

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