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L’effetto Renzi spinge Piazza Affari al primato in Europa (+1,6%)

L’attesa di cambiamento suscitata dalla premiership di Renzi rende euforica la Borsa italiana che primeggia in Europa con un rialzo dell’1,6% – Exploit di Finmeccanica e del gruppo Fiat – Sempre sugli scudi Banco Popolare e Ubi – Cedono invece Ansaldo Sts e Luxottica ma anche Telecom Italia, Autogrill e Mps – Spread a quota 200

L’effetto Renzi spinge Piazza Affari al primato in Europa (+1,6%)

L’effetto combinato dello sprint di Renzi e dell’inversione di segno del Pil spingono Piazza Affari. Il Ftse Mib sale dell’1,62%a 20.436 punti, sui massimi dal 2011 mentre lo spread scende sotto i 200 punti base. Positive, anche se con guadagni frazionali, le altre piazze europee: Parigi +0,63%, Francoforte +0,68%, Londra sulla parità.

Renzi incassa la fiducia degli analisti internazionali ma lo aspettano alla prova dei fatti, ovvero delle riforme con una maggioranza ancora fragile e frammentata. 

Nel quarto trimestre, secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, il Pil ha segnato un +0,1% rispetto al trimestre precedente, segnando un andamento positivo per la prima volta dopo nove trimestri di segno meno o invariati. Su base annua il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,8%. Nel 2013 il Pil italiano è diminuito dell’1,9%.

Bene anche la Francia: il Pil è cresciuto nel quarto trimestre 2013 dello 0,3%, leggermente meglio delle stime degli analisti che si aspettavano un aumento dello 0,2%. Sopra le attese anche la Germania grazie all’export che ha trainato la crescita del Pil allo 0,4%. Per l’intero 2013 il prodotto interno lordo è stato confermato in crescita dello 0,4%. Nel complesso, , secondo la stima flash di Eurostat, nell’Eurozona il Pil ha continuato accrescere nel quarto trimestre del 2013, con un rialzo dello 0,3% contro lo 0,1% del terzo trimestre. Su base annua la crescita gira in positivo a +0,5%.

In calo in mattinata Tokyo (-1,53%) a causa del brusco rafforzamento dello yen, mentre Wall Street dopo un’apertura in calo ha girato in positivo. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones saliva dello 0,47%, l’S&P 500 dello 0,29%. L’indice che misura la fiducia dei consumatori americani misurato dall’Università del Michigan è risultato migliore delle attese, confermandosi a 81,2 punti a febbraio rispetto al mese precedente, contro stime per un calo a 80 punti. L’indice sulle condizioni attuali è a 94 punti, quello sulle aspettative dei consumatori a 73 punti. 

È invece calata inaspettatamente la produzione industriale di gennaio contro attese che erano per un aumento dello 0,3%. Sorprendono anche i prezzi dei beni importati a gennaio negli Stati Uniti che sono saliti dello 0,1% su base mensile, contro stime che prevedevano un calo dello 0,2%. Infine, la produzione del comparto manifatturiero ha segnato a gennaio un ribasso dello 0,8%, il più forte da maggio 2009, mentre gli analisti puntavano su un incremento dello 0,1%. Il cambio euro dollaro è stabile a 1,3689 (+0,06%), il petrolio Wti cede lo 0,41% a 99,94 dollari al barile. L’oro balza dell’1,3% a 1.317 dollari l’oncia.

A Piazza Affari brilla Finmeccanica +4,9% sulla scia delle ipotesi avanzata dal quotidiano Repubblica sulla creazione di una good company facente capo alla Cdp in cui confluirà una quota di minoranza di Ansaldo Sts, che cede il 4%, peggior titolo sul Ftse Mib. Tod’s +4,3%, Banco popolare +4%, Cnh +3,6% e Fiat +2,8%. Nel complesso bene le banche: Bpm +2%, Intesa +1,3%, Ubi +2,6%, Unicredit +2,38%. Fa eccezione Mps, -0,7%. Tra i peggiori dell’indice invece Luxottica -1,5%, Telecom Italia -0,9%, Autogrill -0,66%.

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