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L’effetto Renzi riporta la Borsa vicino alla parità: banche a due velocità, male il lusso

La scossa di Renzi alla politica rianima Piazza Affari che limita i danni nel finale e chiude appena sotto la parità – Ancora scintille delle Popolari, soffrono Mediobanca e il risparmio gestito – In flessione il lusso – Ok l’asta dei Btp, tassi ai minimi storici – Il crollo di Bnp Paribas e i dati sui sussidi americani intimoriscono i mercati.

L’effetto Renzi riporta la Borsa vicino alla parità: banche a due velocità, male il lusso

Piazza Affari annulla quasi completamente le perdite sul finale di seduta sulla scia dell’intervento di Matteo Renzi, che ha aperto a una fase nuova chiedendo un governo fino al 2018, e del miglioramento di Wall Street. Il FtseMib chiude in calo dello 0,17%, con lo spread a quota 205 punti base.

In mattinata il Tesoro ha venduto tutti i 3,5 miliardi di offerta massima del Btp a tre anni dicembre 2016, con un tasso sceso all’1,41%, aggiornando il minimo dall’introduzione dell’euro già segnato il mese scorso all’1,51%. Collocato interamente, per 2,5 miliardi, anche il sette anni maggio 2021, il cui tasso scende al 3,02% e tutti i Btp 30 anni settembre 2044 per 1,5 miliardi con rendimento al 4,59% contro il 5,19% dello scorso luglio.

Positive con l’eccezione di Londra le principali Borse europee: Londra -0,23%, Madrid +0,18%, Francoforte +0,6%, Parigi +0,17%, dove crolla Bnp Paribas dopo i dati del trimestre con utile a 127 milioni, sotto le attese.

In mattinata la Bce ha diffuso il consueto bollettino mensile in cui afferma di attendersi “un lento recupero del prodotto nell’area euro”. Le prospettive di crescita, scrive, “continuano a essere orientati al ribasso”, Pesano le incertezze dei mercati mondiali, in particolare i Paesi emergenti, ma anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le attese. La Bce rileva poi che Grecia, Spagna e Italia sono in cima alla classifica della disoccupazione giovanile fra 18 i Paesi dell’Eurozona, “su valori compresi fra il 50 e il 60% in Grecia e Spagna” e “prossimi al 40% in Italia, Portogallo e Cipro”.

Dopo un avvio negativo per i dati economici negativi, Wall Street ha girato in rialzo. Alla chiusura dell’Europa il Dow Jones saliva dello 0,2%, il Nasdaq dello 0,41%, l’S&P500 dello 0,23%. Il cambio euro dollaro è in rialzo a 1,3675 (+0,7%).

Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono calate in gennaio dello 0,4%, una flessione nettamente superiore a quella dello 0,1% attesa dagli analisti. Al netto della componente auto, l’indice è invece risultato invariato rispetto al mese precedente. Le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione negli Stati Uniti sono aumentate di 8mila unità a quota 339mila nella settimana terminata l’8 febbraio, più delle attese degli analisti che si aspettavano 330mila richieste. Fanno invece meglio delle attese degli analisti le scorte aziendali che sono aumentate a dicembre dello 0,5%.

A livello societario vola Time Warner Cable vola dopo avere annunciato che sarà acquisito al 100% da Comcast. Cede terreno la catena di supermercati di alta gamma Whole Foods perde terreno (-7,88%) all’indomani di un outlook deludente, ma anche Cisco System dopo i ricavi trimestrali in ribasso dell’8%.

A Piazza Affari le banche si muovono a due velocità: Banco Popolare +4,4%, Bper +1,8%, Ubi +0,84%. Giù Mediobanca -1,39%, Unicredit -0,34%, Bpm -0,27%, Mps -1%, ma anche il risparmio gestito con azimut che ritraccia dell’1,92% e Mediolanum dell’1,73%. Cala anche il lusso di Ferragamo, -1,7%. In evidenza Mediaset (+1,44%) ed Enel (0,89%). Eni (-0,18%) dopo la presentazione del piano industriale 2014-2017. Per il 2014, il dividendo che sarà proposto al consiglio di amministrazione di Eni è atteso a 1,12 euro per azione, con un incremento dell’1,8% rispetto al 2013. “La politica di distribuzione di Eni continua a essere una combinazione di dividendo e buyback”, ha sottolineato Scaroni. Saipem -1,5%.

Sul fronte dell’energia, acquisti sul titolo della multiutility Acsm Agam (+3,4%): il progetto di fusione della comasco-monzese con la multiutility contigua Gelsia (che darebbe vita a un gruppo da 600 milioni di fatturato) è in elaborazione presso il management di Acsm Agam che “entro primavera” conta di sottoporlo agli azionisti, puntando a realizzare l’operazione di fusione entro fine anno.

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