Condividi

Le perle. La loro storia e il loro valore

Le perle. La loro storia e il loro valore

Nella Roma Antica, Lollia Paolina, sposa dell’Imperatore Caligola, quando compariva in pubblico portava fili e fili di perle che le adornavano il petto, le ricadevano sulla schiena, le cingevano braccia e caviglie, perfino le pendevano in frange dall’orlo delle vesti. Nelle perle naturali o coltivate vi è un arcobaleno di riflessi spesso mutevoli, una soffusa lucentezza che sembra nascere dalla perla stessa. Per una misteriosa rispondenza, il colore è la lucentezza delle perle risentono l’influenza di colei che la porta, della sua pelle e perfino del suo umore, non è un caso che possono sembrare opache al collo di una personalità cupa e luminose al collo di una donna brillante. La perla é l’unica Gemma creata da un organismo vivente, e la più antica conosciuta dall’uomo. Tuttavia, se si misura in termini di ere geologiche, la perla è l’ultima venuta: infatti milioni di anni d’intenso calore E di pressione sono nevcessari perché la terra generi un diamante: mentre l’umile ostrica può fare una perla in tre o cinque anni. Chimicamente, la perla non ha nulla di complicato. Stritolarne una con le pinze, e vi resterà un pizzico di polvere di calce senza nessun valore. Infatti la sostanza perlacea è puro carbonio di calcio, quello stesso che si trova in un pezzo di gesso. Con tutta la nostra abilità, con tutti i progressi della tecnica, noi non sappiamo riprodurre la speciale struttura cristallina che attira i raggi luminosi, li scompone e lì rifrange in quel modo che dà alla perla il suo splendore e il suo colore inimitabili. In realtà, la perla è una secrezione indurita; l’ostrica la deposita intorno a un qualsiasi corpo estraneo che il mollusco non può espellere e che può essere, a seconda dei casi, un granello di rena, una particella di limo o altro rifiuto, o anche un uovo dello stesso mollusco, non espulso. L’animale riveste il corpo irritante con una sostanza lucida, la madreperla, che si sovrappone in stati sottilissimi, saldati l’uno all’altro da una sostanza organica, la conchiolina, affine alla materia di cui è fatto l’avorio dei denti. Praticamente, qualsiasi mollusco bivalve può fabbricare una specie di perla; ma le perle che hanno un valore commerciale sono quasi esclusivamente quelle trovate nelle ostriche del genere Margaritifera, che significa, appunto, portatrice di perle. Le secrezione che formano la perla sono prodotte dalla stessa da quelle stesse gelandole che formano la conchiglia, e perciò soltanto la specie le cui conchiglie sono rivestite all’interno della madreperla iridescente possono fabbricare perle preziose. Nessuno dei molluschi bivalvi commestibili rientra in questa categoria: le “ perle” trovate trovate nei piatti di ostriche sono opache , senza lucentezza e, non hanno alcun valore. La maggior produzione delle perle è quella del Golfo Persico. Ma la stragrande maggioranza le perle che si vendono oggi non sono naturali, ma quelle coltivate giapponesi, meno costose. Per ottenerle s’introducono nelle ostriche delle palline lisce e rotonde di madreperla e i molluschi sono rimessi in acqua, per un periodo che va di solito dai tre ai cinque anni, perché rivestano di materia lucente il corpo estraneo che li irrita. Nella perla finita il numero di strati madreperlacei è inferiore a quello della perla naturale di uguale grandezza, e, perciò, la lucentezza è un po’ minore (almeno in teoria). Soltanto un conoscitore può distinguere una perla naturale da una coltivata. Oltre a quelle giapponesi anche l’Australia ha prodotto perle coltivate, impiantandole nell’ostrica australiana dall’orlo dorato, grande quanto un piattino.

Le perle sono di ogni colore, ma in genere ogni perla somiglia molto alla madreperla del mollusco che l’ha prodotta; il suo color dipende in gran parte dalla profondità dell’acqua Marina e dalla composizione chimica, nonché dal regime alimentare dell’ostrica e del suo stato di salute.In certi Paesi il colore più richiesto è il rosa, mentre quelle nere, molto più rare, sono ricercatissime ovunque. Fra le più grosse perle che si ricordi vi è una perla in forma di “goccia” lunga otto centimetro e spessa circa cinque, che fu trovata da pescatori di perle persiani nel 1628. L’imperatore Mogul Sharon Jahan l’acquistò per la moglie Mumtaz, la stessa per la quale costruì il Taj Mahal e la Moschea della Perla. Un secolo dopo il gioiello, oggi noto come “ La perla dell’Asia” faceva parte del tesoro di Ch’ien Lung, Imperatore mancese della Cina, e nel 1799 fu sepolto con il corpo dell’imperatore. Nel 1900 dei ladri di tombe rubarono la perla è diciotto anni dopo ricompare ad Hong Kong, dove fu data, come garanzia di un mutuo, all’opera delle Missioni Cattoliche. Quando il mutuo non fu rimborsato, la perla fu venduta a Parigi dopo la seconda guerra mondiale per un prezzo non rivelato a una persona non identificata. Ma le perle sono sempre interessanti nel mercato anche a scolo di investimento, solo che devono essere naturali e di ottima qualità, da sole o montate con pietre preziose.

Collana Liz Taylor

Al riguardo si ricorda che nel 1969, Richard Burton ha pagato $ 37.000 per “La Peregrina” all’asta a New York, prima di presentarla a sua moglie, Elizabeth Taylor, per il suo 37 ° compleanno. Una delle più famose perle del mondo con un peso di 223 carati e mezzo e le cronache raccontano che venne trovata circa cinquecento anni fa (forse nel 1513) nel Golfo di Panama (a Pearl Island) da uno schiavo africano che la barattò per la sua libertà. La sua presenza in Spagna è documentata con certezza a partire dalla metà del XVI secolo, quando viene offerta dal re Filippo II in dono alla seconda moglie Maria Tudor, morta nel 1558, che la indossa come ciondolo di una spilla e poi ad Elisabetta di Valois, sua terza sposa. La perla resta parte del tesoro della Corona fino all’epoca napoleonica quando giunge nelle mani di Giuseppe Bonaparte. Dopo la sconfitta dell’esercito francese nella battaglia di Vitoria a è costretto a lasciare il trono di Spagna e all’esilio in Inghilterra,. Qui vende la perla Peregrina al Marchese James Hamilton (che diventa in seguito Duca di Abercorn). Resta di proprietà della famiglia Hamilton fino al 1969, quando viene ceduta alla casa d’aste Sotheby’s. Proprio nel 1969 Burton la compra e la fa montare su una collana creata da Cartier e l’attrice lo indossava spesso in occasione di eventi e durante i film. La Peregrina messa all’asta 2011 da Christie’s New York realizzando la cifra di $ 11.842.500, più di cinque volte la sua stima più bassa, rendendolo al momento il gioiello di perle naturali più costoso mai venduto all’asta.

Data la grande disponibilità di perle coltivate poco costose e di perle finte a buon mercato, oggi per moda la perla viene proposta in grandi quantità e in creazioni più o meno artistiche o brandizzare. Si é perso però il fascino di indossare un “tre fili portati” indossati esclusivamente per un’occasione speciale e non è detto che nei tempi moderni non si arrivi anche ad uguagliareper moda, le favolose esibizioni di perle dell’Oriente. Nel palazzo del Gaekwar di Baroda, nell’India Occidentale, in un sotterraneo si conserva un tappeto lungo 3 metri e largo 2, che si narra, fu creato nel ‘700, per il boudoir di una bella donna. É fatto di perle infilate: centinaia di migliaia di perle, in questo caso perle naturali.

Commenta